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  • Genoamania:| Preziosi vs tifosi, meglio dirsi addio

    Genoamania:| Preziosi vs tifosi, meglio dirsi addio

    La protesta è arrivata persino in piazza. Una parte dei tifosi genoani, quella più calda, ha deciso di dare l'ennesimo segnale a Enrico Preziosi. Il 'presidente Pinocchio', così veniva definito in un volantino distribuito in piazza De Ferrari, è il primo nemico della Gradinata Nord: una frattura insanabile che sarebbe meglio portasse all'addio. Il rapporto ormai è irrecuperabile: i tifosi non perdonano al proprietario le troppe bugie, la continua vendita dei pezzi da novanta e soprattutto la gestione del dopo Genoa-Siena. Preziosi aveva condannato con rabbia chi adesso è diffidato, senza lasciare nessuna prova d'appello a chi ha sbagliato, sì, ma che non ha mai trovato nella sua società di appartenenza un minimo di solidarietà.

    Difficile entrare nel merito della questione, ma una cosa è certa: prima di arrivare ad un gesto così eclatante il presidente avrebbe dovuto avvertire i segnali e cercare il dialogo per fermare l'emorragia sul nascere. Così non è stato, ora la guerra è iniziata e nulla sarà più come prima. La proposta di un dibattito pubblico avanzata da Preziosi è un ultimo tentativo, difficilmente accettabile dall'altra parte, per un armistizio davvero lontano. Così non si può andare avanti. Bisogna dirsi addio prima che altri episodi incresciosi piovano su una squadra ultima in classifica e in palese difficoltà.

    A gennaio la squadra verrà ancora una volta rivoluzionata. Preziosi ha detto che il Genoa si salverà. Meglio così, ma poi tutti a caccia di un compratore per il club, perché è chiaro che la 'guerra' tra tifosi e presidente non avrà mai fine. A margine di questa situazione - e forse è il problema è questa marginalità - ci sono i problemi del Genoa in campo. La squadra ha perso il derby senza lottare arrivando a sei sconfitte consecutive e all'ultimo posto in classifica. Domenica affronta l'Atalanta, squadra in grande forma, e che potrebbe gettare ancora più giù il Grifone. Poche righe, perché il palcoscenico ormai se lo sono presi altri.

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