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  • Giallo Cairo:| 'Vogliono far sparire il Toro'

    Giallo Cairo:| 'Vogliono far sparire il Toro'

    Arabi o Red Bull, il patron teme manovre per sfilargli la squadra: "Cinque anni fa si diceva che in città c'era posto per un solo club".
    Cairo, la cessione è un giallo: "Vogliono far sparire il Toro".
    Si arrabbia, urla al complotto e smentisce ogni tipo di trattativa per la cessione del club, ma Urbano Cairo sa benissimo di essere arrivato all'ultimo bivio col suo Toro. O rilancia veramente i granata, riportandoli in serie A, oppure passerà la mano.

    Qualcuno sostiene già tra oggi o domani agli arabi della Eithad Airways, che non hanno confermato o smentito l'ipotesi di acquisto emersa martedì sotto la Mole, ma in molti ormai concordano che di fronte ad un acquirente serio e con potenzialità, Cairo potrebbe lasciare la presidenza. L'attuale situazione in classifica (11° posto in serie B), la depressione della piazza che diserta sempre più l'Olimpico (ormai non si superano i diecimila spettatori tra paganti e abbonati a partita) e le continue voci di potenziali acquirenti sono l'humus che hanno fatto defibrillare la Torino granata per tutta la giornata di ieri ed hanno portato il presidente granata a farsi vivo alla Sisport dopo 50 giorni di assenza. Una visita «per vedere un pezzo di allenamento e salutare velocemente i giocatori» (Cairo dixit), ma alla fine dal container-sala stampa arriva l'occasione giusta per tuonare pubblicamente contro «chi destabilizza la società e vuole la scomparsa del Toro».

    Parole forti, dettate più dalla pancia che dal cuore, che testimoniano la solitudine di Cairo a Torino e il rischio di una perdita del controllo della situazione. E' molto probabile che qualcuno stia lavorando per un passaggio di proprietà nel Toro o per lo meno per tastare il campo con un «ballon d'essai» per valutare l'effetto provocato. L'ipotesi araba richiama questa tipologia, potenzialmente collegabile alle elezioni comunali in primavera con il fine di movimentare i voti dei tifosi, mentre il dossier Red Bull è un altro discorso. La multinazionale austriaca non ha mai preso contatti con il Toro, ma ha solo valutato le potenzialità della piazza e del suo bacino di tifosi per allargare il business in Italia attraverso il calcio. Il progetto verrà approfondito, anche perché in questo momento la priorità della Red Bull è legata alla conquista del Mondiale di Formula 1, ma intanto le voci di potenziali imprenditori interessati al Toro crescono. Che siano vere o fasulle, Cairo non potrebbe mai ammettere trattative in corso, perché rischierebbe di trovarsi la piazza contro e in pressing per una sua rapida uscita. Intanto, con l'obiettivo dir rompere l'accerchiamento delle voci, spara a zero contro l'altra metà di Torino. «Qualcuno cinque anni fa diceva che c'era spazio solo per una squadra (chiaro riferimento a Giraudo, all'epoca ad bianconero, ndr) e che dovevamo sparire. Io adesso mi chiedo se c'è un identico disegno contro il Toro: dopo tutto quello che ho sentito e letto, allora dico che il Toro dà fastidio. E dà fastidio anche Cairo presidente del Toro».

    Fantasmi antichi, riemersi all'improvviso, nonostante in mattinata ci sia stato un incontro a Torino con Andrea Agnelli per parlare del derby contro la Sla. «Io vedo che tutta questa situazione è molto strana - ribadisce Cairo - con presunte offerte che spuntano come funghi e si rivelano completamente false. C'è un attacco illogico contro il Toro: qualcuno vuole destabilizzare l'ambiente granata, ma io non mollo e soprattutto il club non è in vendita. Siamo una società sanissima, a differenza di tante altre in serie A, con una discrepanza tra crediti e debiti tra i 6 -8 milioni. E poi io onorerò fino in fondo l'impegno preso cinque anni fa anche perché la maggior parte dei tifosi è dalla mia».
     


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