Calciomercato.com

  • Gianluca De Angelis, ovvero: come spaccarsi un ginocchio a 16 anni e poi diventare un super bomber in Lega Pro

    Gianluca De Angelis, ovvero: come spaccarsi un ginocchio a 16 anni e poi diventare un super bomber in Lega Pro

    • Angie Borromeo

    Dall’inizio della sua carriera ha collezionato 115 gol che lo consacrano di diritto tra i migliori giocatori della categoria. L’attaccante Gianluca De Angelis, nato a Castellammare di Stabia, 32 anni compiuti nel maggio scorso, si racconta a calcimercato.com. Dai suoi inizi con il Parma sino all'ultradecennale carriera in Lega Pro, dove sono arrivati i successi con la vittoria di due campionati di Seconda Divisione con Juve Stabia ed Avellino e di Prima Divisione con lo stesso Avellino. Quest’anno, l’attaccante gioca nel Cosenza Calcio, attuale secondo in classifica in Lega Pro Seconda Divisione, dove sta vivendo un’altra stagione da protagonista. 

    De Angelis, quali sono le sue caratteristiche tecniche che piacciono tanto agli allenatori che, in questi anni, lo hanno cercato e voluto nella propria squadra e in quali moduli tattici esprime meglio le sue qualità? 

    “Come caratteristiche mi ritengo una seconda punta, ma nella mia carriera ho rivestito quasi tutti i ruoli in attacco: punta centrale, esterno e trequartista. Per quanto mi riguarda, il modulo che prediligo è il 4-4-2 o il 4-3-1-2”. 

    A soli 13 anni, quando arrivò nel vivaio del Parma, era considerato una promessa del calcio, tanto che molte squadre tra cui Juventus e Samp avanzarono offerte per ingaggiarla. A 16 anni giocava nella Nazionale Under 18 e, purtroppo, a causa di un brutto infortunio al ginocchio, ha rischiato di vedere infranti i suoi sogni di calciatore. Cosa ricorda di quel periodo e chi le è stato vicino per darle la forza di non mollare e rientrare in campo più forte di prima?

    “E’ stato un periodo molto difficile. Mi trovavo lontano da casa e dai miei cari a soli 13 anni e, se debbo essere sincero, quando mi ruppi il ginocchio, pensai seriamente di smettere. Poi grazie alla mia famiglia sono andato avanti, ma è stato, soprattutto, l’amore per il mio lavoro che mi ha aiutato a pensare che tutto sarebbe passato e che l’infortunio sarebbe stato solo un brutto ricordo. Posso dire che quell’episodio della mia vita, accaduto a soli 16 anni, mi ha reso più forte, soprattutto mentalmente, mi ha fatto crescere”.

    Lei poi è ritornato in campo, debuttando in A, proprio nel giorno del suo diciottesimo compleanno, con il Parma di Malesani, a Roma contro la Lazio. Cosa è cambiato da quel momento in poi per la sua carriera? 

    “Indimenticabile, un giorno fantastico, credo il sogno di tutti i ragazzi, debuttare in A giocando all’Olimpico di Roma. Poi, nella stagione successiva, sono stato ceduto in prestito in C1 al Benevento. Per quanto mi riguarda non era cambiato niente per la mia carriera, si era solo avverato un sogno di giocare nella massima categoria”. 

    Una lunga carriera nella categoria dei professionisti, avendo giocato in tanti club, ma c’è una piazza alla quale è rimasto particolarmente affezionato per il calore della tifoseria e per il suo maggior successo? 

    “Sicuramente Juve Stabia e Avellino, perché ho vinto il campionato e poi per il calore che le tifoserie ti danno. Sono piazze che non dimentichi facilmente”.

    Una nuova stagione in Lega Pro con il Nuovo Cosenza calcio, in seconda divisione, con la maglia numero 10, alla guida del tecnico Roberto Cappellacci. Come lo utilizza il Mister in campo? Vi aspettavate un inizio di stagione così esaltante? 
    “A Cosenza mi sto trovando benissimo, è una bella piazza, accogliente, con una bellissima tifoseria. Ora il Mister sta optando per il 4 3 3 e sto giocando come punta centrale. Non mi aspettavo, ad oggi, di essere così in alto, ma siamo un’ottima squadra, proviamo sempre a giocare la palla. Mi auguro di lottare per la vetta sino alla fine”.

    Lei è sposato con la bellissima Valeria e ha due figli. Ha sempre portato con sé la famiglia nelle città in cui ha giocato? 

    “Si sono felicemente sposato da quattro anni. Ho conosciuto Valeria nel 2001, tramite amici comuni. Abbiamo due splendidi figli, Giorgia e Salvatore. La mia famiglia mi segue sempre, ovunque vado a giocare, non potrei farne a meno perché è il mio punto di riferimento. E, quindi, quest’anno, ci siamo trasferiti tutti qui a Cosenza”.

    Per quale squadra di A simpatizza e quali sono, a suo parere, le candidate allo scudetto?
    “Sono un tifoso del Napoli da sempre. Credo che le squadre che potranno, quest’anno, contendersi lo scudetto sono Juve, Napoli, Roma e Fiorentina”.

    Dopo vent’anni, pensa mai a come le piacerebbe concludere la sua bellissima carriera?

    “Sinceramente, non ci penso ancora a chiudere la mia carriera. Ho tanta voglia di giocare a calcio e ho solo 32 anni. Per ora penso solo a dare il meglio. Direi che c’è tempo per la pensione ...".


    Altre Notizie