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  • Giannis contro LeBron: chi merita il titolo di MVP della NBA?

    Giannis contro LeBron: chi merita il titolo di MVP della NBA?

    La discussione sul premio di MVP è una delle più affascinanti che caratterizzano una stagione NBA: trovare il giusto equilibrio nella valutazione facendo combaciare prestazioni sul campo, risultati in regular season, narrativa extra-campo e momento storico della valutazione è una delle operazioni più complesse che lastampa possa compiere. Lo stop forzato che la stagione NBA ha subito a causa del Covid-19 ha portato a uno stop netto anche nel processo di elaborazione di ciascun addetto ai lavori per quanto concerne i premi per la stagione in corso, chiaramente compreso il titolo di MVP.

    Nel momento in cui la stagione si è fermata la cerchia dei papabili vincitori del titolo di miglior giocatore dell’anno si era ristretta a due grandissimi della lega: l’eterno LeBron James e l’MVP uscente Giannis Antetkounmpo, leader assoluti delle migliori squadre della Western e della Eastern Conference. In molti, dunque, si chiedono chi possa essere il candidato più forte al titolo di miglior giocatore della stagione.

    Per quanto entrambi i candidati possano contare su motivazioni forti e ben radicate nel contesto delle loro squadre, in realtà come vedremo la questione non sussiste realmente fino in fondo perché in questa stagione c’è stato un giocatore testa e spalle al di sopra di ogni competitor in questa stagione. Non ne siete convinti? Procediamo, dunque, con un’analisi comparata tra i due campioni.

    Perché LeBron James deve essere l’MVP

    Partiamo da LeBron James, leader di una squadra passata dal non fare i playoff a dominare la Conference più competitiva della lega. Il suo impatto sul roster guidato da coach Frank Vogel è terrificante: l’intera squadra sembra costruita per sposarsi correttamente con le sue caratteristiche e concedergli la possibilità di massimizzare le qualità dei suoi compagni. L’arrivo di Anthony Davis in giallo viola gli ha senza dubbio
    permesso di trovare una seconda stella dominante all’apice della carriera ma James ha risposto giocando una serie di gare mostruose, soprattutto contro i diretti avversari per il titolo NBA: non è un caso che le sue migliori prove a tutto tondo della stagione sono quelle contro i Milwaukee Bucks e i Los Angeles Clippers disputate poco prima dello stop. Due prove maiuscole coincise con due vittorie dei Lakers, due prove che, però, a ben vedere hanno notevolmente gonfiato la candidatura di James a quel titolo di MVP già vinto ben 4 volte dal nativo di Akron. Le statistiche, chiaramente, non possono che fotografare la grandezza di James, in grado di toccare il proprio record personale in carriera di assist totalizzati a gara (10.6) e di aggiungere 25.7 punti e 7.9 rimbalzi a gara. Cifre da leggenda per il quasi 36enne dell’Ohio che, se sommate al primo posto dei Lakers a Ovest, senza dubbio lo rendono un eccellente candidato. Ma siamo realmente sicuri che basti?

    Perché Giannis Antetokounmpo deve essere l’MVP

    Giannis Antetokounmpo, da parte sua, è stato dominatore nella miglior squadra della lega, i Milwaukee Bucks
    : nel contesto di squadra creato da Mike Budenholzer lui è alpha e omega, in attacco e difesa. Tutto il sistema offensivo di Milwaukee è strutturato per renderlo così efficace e dominante e, in difesa, Antetokounmpo può difendere su praticamente qualsiasi giocatore della lega e al contempo statisticamente risulta il più efficace giocatore difensivo della NBA nei pressi del canestro. Nel frattempo, però, ha anche aggiunto al suo arsenale un tiro da tre punti che prende più costanza ed efficacia che in passato e una migliorata capacità nelle letture. In più fa registrare 29.6 punti, 13.7 rimbalzi e 5.8 assist di media in 30.9 minuti di gioco medio. Per capirci riposa circa 17.1 minuti ogni sera. LeBron, invece, fa registrare le proprie statistiche con un impiego medio di 34.9 minuti in più. Parametrando i due giocatori sui 36 minuti di impiego medio (per avere un campione realistico e comune) LeBron farebbe registrare 26.5 punti, 10.9 assist e 8.1 rimbalzi. Giannis, invece, 34.5 punti, 16 rimbalzi e 6.7 assist: mai nessuno ha fatto registrare più di 30 punti, più di 15 rimbalzi e più di 5 assist sui 36 minuti nella storia della NBA in una singola stagione.

    Non solo le statistiche di Antetkounmpo sono migliori, non solo i Bucks al momento dello stop avevano un record migliore dei Lakers (53-12 contro il 49-14 dei giallo viola malgrado le ultime tre sconfitte filate), non solo The Greek Freak viene da un percorso di continuità tecnica individuale e di squadra che lo ha portato ad affettuare notevoli miglioramenti individuali ma Giannis ha anche giocato una stagione tale da permetterci di ritenerlo un candidato forte sia per il titolo di MVP sia per il titolo di difensore dell’anno.

    Ciascuno di questi aspetti è stato, senza alcun dubbio, notato dalla stampa NBA come da noi e, con ogni probabilità, porterà al back-to-back di vittorie da parte di The Greek Freak. Non sarà magari un MVP unanime ma, senza alcun dubbio, sarà un MVP storico, per mille ragioni in ed extra campo.



     

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