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  • Gli 80 anni di Simoni: 'Potevo essere il capo di Mourinho. A volte non capisco Spalletti, Simeone l'ideale per l'Inter'

    Gli 80 anni di Simoni: 'Potevo essere il capo di Mourinho. A volte non capisco Spalletti, Simeone l'ideale per l'Inter'

    Gigi Simoni festeggia 80 anni e ha deciso di celebrare i momenti più significativi della propria carriera nell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. "A quale squadra sono più affezionato? ll primo amore è stato il Grande Torino che ho visto da bambino con mio papà. Poi ho giocato nel Toro con Meroni, quando ci chiamavano “i Luigi d’oro” e per questo seguo con simpatia il Torino, anche perché Cairo è sempre stato molto affettuoso con me. E poi nel Torino c’è Petrachi, mio ex giocatore, che è bravissimo. Il vero tifo, però, è per l’Inter, il grande amore professionale. E per tutti i tifosi io sono sempre l’allenatore dell’Inter".

    Sul suo esonero: "Non mi aspettavo di essere mandato via. Moratti, però, ha riconosciuto di avere sbagliato e adesso abbiamo un ottimo rapporto, perché è davvero una persona splendida. A Natale mi ha mandato un panettone enorme, con gli auguri. La Uefa vinta a Parigi è il ricordo sportivo più bello, ma poi scappai amareggiato negli spogliatoi per le voci che circolavano su Zaccheroni. E infatti non ci sono nelle foto dei festeggiamenti".

    Sulla ripartenza da Piacenza: "Mi avevano chiamato Del Sol per il Siviglia, Eriksson per il Benfica. Magari sarei diventato il capo di Mourinho che incominciava allora, ma rifiutai per motivi personali, preferendo ricominciare da Piacenza".

    Su Juve-Inter del '98 e Ceccarini: "È una ferita che rimarrà sempre, anche perché Ceccarini ripete che aveva visto giusto. Quando ci siamo trovati a qualche cerimonia, io l’ho salutato e lui ha fatto finta di non riconoscermi".

    Sul giocatore più forte che ha allenato: "Ronaldo. Conservo ancora la sua maglia sporca di fango, dopo la doppietta a Mosca. Ma non dimentico West, che mi manda ancora tartarughine in legno".

    Sull'Inter di oggi: "Spalletti è un buon allenatore, ma a volte non lo capisco. Il tecnico ideale sarebbe Simeone, è di un’altra categoria. L’ho avuto come giocatore e in un quaderno aveva già gli appunti sui metodi di lavoro di tutti i suoi allenatori. Mai visto uno così".

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