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  • Gli inglesi e il sistema di chiaro stampo mafioso: è il calcio del nuovo millennio

    Gli inglesi e il sistema di chiaro stampo mafioso: è il calcio del nuovo millennio

    • Marco Bernardini
    Non è la fine del mondo (per aver paura di quella dovremo attendere i risultati delle prossime elezioni presidenziali americane semmai dovessero sancire il successo di Trump), ma poco ci manca. E’ comunque l’inizio della fine almeno per la sacralità e per il buon nome del calcio inglese da sempre sbandierato ai quattro venti come fulgido esempio di etica e di sportività, senza e se e senza ma.

    Il “caso Allardyce”, il mister recordman ad essere stato assunto e poi cacciato per indegnità dalla Football Association, rappresenta il coperchio del tombino che una volta rimosso lascia vedere tutta la palta maleodorante e tossica che chissà da quanto tempo inquinava il sottosuolo del football d’Oltre Manica. I bravi colleghi del Telegraph, con la loro inchiesta mirata, sono riusciti a fare ciò che a suo tempo arrivarono a realizzare i due reporter del Washington Post i quali dimostrando l’esistenza reale del “Watergate” costrinsero Nixon alle dimissioni dalla Casa Bianca. In questo caso non ci troviamo di fronte ad uno scandalo che coinvolge le istituzioni di uno Stato, ma egualmente si tratta di un autentico terremoto le cui scosse potrebbero fasi sentire anche nel resto di quell’Europa che l’Inghilterra ha deciso di abbandonare con il Brexit.

    Un giro losco, illegale e milionario che avrebbe visto coinvolti personaggi di ogni tipo legati al mondo del pallone: procuratori, dirigenti, allenatori, faccendieri e persino presidenti. Stupisce neppure più di tanto il fatto che dal mazzo delle carte truccate siano saltate fuori anche le figure di due italiani delle serie non ci facciamo mai mancare niente in quanto a parti da cialtroni in giro per il mondo. Cellino, attualmente presidente del Leeds che a abboccato come una trota d’allevamento all’esca dei giornalisti spacciatisi per procuratori, il quale già ebbe a essere detenuto in Sardegna per le note vicende che coinvolsero il suo Cagliari. Pagliara, l’uomo che se ne andava in giro nella laguna di Venezia con una valigetta piena di soldi per comprare la partita a nome di Preziosi al punto da far condannare il Genoa alla retrocessione.

    Ora, di male in peggio, dalla tecnica della cresta sulla spesa e da quella dell’arrotondamento da ladri di polli a proprio vantaggio si è arrivati al dolo milionario attraverso un autentico sistema di chiaro stampo mafioso e comunque malavitoso che dava la possibilità a questi addetti al lavori birbaccioni e malandrini di accumulare cifre da paura attraverso la compra-vendita dei giocatori. Insomma una vera e propria associazione per delinquere che aveva deciso di agire principalmente in Inghilterra forse perchè convinta che, visto il buon nome verginale del calcio locale, nessuno avrebbe sospettato e né indagato. La caccia al disonesto e furbetto è appena iniziata. Non ci sarebbe da meravigliarsi se dilagasse arrivando fin sotto le mura del nostro Palazzo. Questo è il calcio del nuovo millennio, signori e signore. Continuare pure a soffrire e ad azzuffarvi per “lorsignori”. E buon divertimento a tutti.

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