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  • Gli Stati Uniti contro il monopolio Google: parte la guerra legale

    Gli Stati Uniti contro il monopolio Google: parte la guerra legale

    • Valeria Grassi
    Il Dipartimento di Giustizia fa causa al motore di ricerca per abuso di potere nel mercato. L’azione giuridica a cui hanno aderito ben 11 Stati americani contro Google, incolpata di abuso di posizione dominante, è il più grande procedimento intentato dall’amministrazione Usa verso un simile colosso informatico. Il Dipartimento di Giustizia americano accusa Google di una condotta anticoncorrenziale: la società ha abusato del suo dominio online per limitare il raggio d’azione della concorrenza e danneggiare i consumatori, come spiega una fonte all’Associated Press. 

    Dopo il caso contro Microsoft più di 20 anni fa, questa è la causa che segna l’atto più significativo del governo per proteggere la concorrenza. Attualmente, Google si trova in una posizione dominante nella ricerca su centinaia di milioni di dispositivi Usa (controlla circa l’80% delle query di ricerca negli Stati Uniti), ciò lascia poche opportunità per qualsiasi concorrente di farsi avanti nel costruire un sistema di ricerca adeguato, lasciando gli inserzionisti con prezzi meno competitivi ed i consumatori con meno offerta nel mercato. 

    Il procedimento è stato depositato, dopo che Repubblicani e Democratici hanno chiesto di limitare lo strapotere delle aziende dominatrici del web. L’azione delle autorità americane segue il rapporto del Congresso, che ha accusato le big della Silicon Valley di monopolio e ha indicato la necessità di apportare modifiche: il colosso di Mountain View, secondo il Dipartimento, avrebbe usato miliardi di dollari guadagnati per mezzo delle pubblicità sulla propria piattaforma per spingere i produttori di smartphone e browser a privilegiare Google come motore di ricerca predefinito. 

    Dopo il silenzio stampa, Google ha definito la reazione antitrust come “profondamente sbagliata” e aggiunge: “La gente usa Google perché può scegliere di farlo, non perché è costretta o perché non trova alternative”. 

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