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  • Goal Politics. L'ultima tentazione di Berlusconi

    Goal Politics. L'ultima tentazione di Berlusconi

    • Gianluca Minchiotti

     

     
     
    E' finita. Dopo settimane di incontri, mail, telefonate e fotografie, la telenovela Tevez sembra giunta al termine. Niente Milan, l'Apache resta al Manchester City, almeno fino a giugno.
     
    Ma per chi è finita? Sicuramente è finita per l'ad rossonero Adriano Galliani, che ha fatto quanto poteva e, in un'occasione, è stato fermato da una telefonata di Silvio Berlusconi. Mentre si trovava a Londra con la penna in mano per firmare il contratto dell'acquisto di Tevez, Galliani si è sentito dire da Berlusconi che non se ne faceva più nulla, perché Pato (la condizione per la quale il Milan avrebbe potuto prendere Tevez, pagandolo) restava al Milan. "Su Pato ho deciso io. Scelta migliore per il Milan. E' una scelta che ho preso in totale autonomia", avrebbe poi dichiarato, in una nota ufficiale, Berlusconi.
     
    Nei giorni successivi Galliani ha cercato nuovamente di portare a Milanello l'argentino, ma sempre senza impegnarsi per un acquisto definitivo (o un obbligo di riscatto). Niente da fare, di fronte all'offerta del Milan (sempre la stessa: prestito, al massimo oneroso), il Manchester City ha risposto picche. E come se non bastasse il presidente dei Citizens, Khaldoon Al Mubarak , ha pronunciato anche parole durissime sulla società rossonera: "Galliani è troppo sicuro, l'offerta del Milan per Tevez non è seria".
     
    Trattativa chiusa e Galliani sconfitto quindi. A questo punto, l'unico che può riaprire la questione, negli ultimi quattro giorni di mercato, è solo Silvio Berlusconi. Perché è ovvio che se domani l'ex Presidente del Consiglio decidesse di aprire il portafoglio e di versare al Man City 28-30 milioni di euro, dopodomani Tevez sarebbe a Milanello ad allenarsi. 
     
    C'è solo una cosa che blocca Berlusconi: non il bilancio del Milan, non il fair-play finanziario, ma la sua attività politica, che il patron rossonero considera ancora come la sua principale attività, prima di quella imprenditoriale e prima di quella sportiva. 
     
    In un periodo in cui il governo da lui sostenuto in Parlamento mette pesantemente le mani nella tasche degli italiani, in un momento in cui aumentano le tasse e si chiedono sacrifici agli italiani, come ci si potrebbe presentare di fronte all'opinione pubblica spendendo 50 milioni di euro (30 per il cartellino, 20 di ingaggio per quattro anni) per un calciatore? Si tratterebbe di 100 miliardi di vecchie lire, visto che a Berlusconi piace ancora, di tanto in tanto, ragionare in questi termini. Ma sarebbe l'unico modo per prendere Tevez senza dover vendere Pato, o Robinho, o Ibra. Restano quattro giorni per l'ultima tentazione di Berlusconi.

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