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  • Gol, derby, continuità e 4 figli: super Radu è pronto

    Gol, derby, continuità e 4 figli: super Radu è pronto

    • M. A.

     

    Che finisca con una coppa alzata al cielo o no, questa stagione gli resterà comunque dentro. È stata già la stagione di Stefan Radu, che ne avrebbe per scrivere un’enciclopedia, se di colpo in un frullatore decidesse di mettere insieme le parole matrimonio, gol, papà, cori intonati e forma fisica. Partiamo da quest’ultima, però. Partiamo da un numero che definisce i contorni del suo anno: 2810. Sono i minuti in cui Radu è stato in campo con la Lazio in questa stagione, distribuiti tra campionato e coppe. Numeri che sembrano il preludio a un primato personale: giocando le prossime cinque partite — quattro di campionato e la finale derby — il romeno supererebbe quota 3205, cioè il minutaggio massimo da quando è alla Lazio (2009-2010).
    Numeri che fanno sensazione, per un calciatore che non ha mai fatto della continuità il suo forte. A maggior ragione ripensando a come questa stagione era iniziata: niente ritiro per l’operazione al ginocchio e tutta la prima parte di campionato saltata. Sembrava l’ennesimo campionato a singhiozzo, peraltro partito pure con l’handicap. Radu invece è diventato una costante per Vladimir Petkovic. C’è il derby nel suo destino. Ritornò in campo in Serie A l’11 novembre 2012, contro la Roma. Da quel giorno, in sei mesi, ha saltato solo tre match di campionato: uno per squalifica, due per infortunio. Ormai gli stop sono un’eccezione. Ecco perché quando nel finale della partita
    di Parma è stato visto toccarsi la coscia, a tutti è sembrato un tuffo nel passato.
    E invece Radu sta bene e domenica con il Bologna sarà al suo posto, a proteggere Marchetti. Con la dedica pronta. Anzi due, visto che mercoledì è diventato papà di due gemelli, Alessia Maria ed Eduardo Costantin. E sì che le dediche quest’anno gli vengono facili, se è vero che in un colpo solo ha trovato — lui che è alla Lazio dal gennaio 2008 — il primo gol in campionato, in Europa League e in Coppa Italia. Quello europeo, al Maribor, lo dedicò al matrimonio che si sarebbe celebrato il giorno dopo. La vittoria della Coppa Italia, invece, sarebbe un trofeo rivincita, scacciando quella malinconia per gli infortuni che lo scorso anno gli fecero balenare l’idea di lasciare Formello. Sugli eventuali festeggiamenti, magari, sarebbe il caso di andarci piano, se è vero che il 10 maggio Radu dovrà comparire davanti al procuratore federale Palazzi per il coro «Roma m…» intonato nell’ultima sfida contro la Roma, per il quale patteggerà una multa. Finirà nel frullatore anche quella.
     
    (Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)

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