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  • Grande Milan, capolavoro Allegri. La Juve paga fatica Chelsea (non era rigore)

    Grande Milan, capolavoro Allegri. La Juve paga fatica Chelsea (non era rigore)

     

    Nove mesi esatti dopo il gol di Muntari negato al Milan, stavolta, nella stessa porta di San Siro alla Juve ha segnato Robinho  che ha steso la capolista e ha riaperto il campionato. Inter, Napoli, Fiorentina e Lazio ringraziano, ma, di nuovo, un altro
    sfondone arbitrale guasta un torneo che sarebbe bellissimo se ci fosse la moviola in campo e non ci fossero gli errori degli uomini di Braschi & Nicchi.
     
    Sotto gli occhi di Van Basten, Robinho ha trasformato il  rigore che non c'era, assegnato dal solito giudice di porta che non serve a nulla e fa soltanto confusione.
    Ditelo a Platini e a Collina: nelle prime 14 giornate della serie A, i nuovi ufficiali di gara hanno sbagliato oltre il 30% delle loro decisioni. Un disastro annunciato.
     
    D'altronde, non c'è niente da fare: ogni domenica che passa, gli arbitri vanno sempre peggio. Basti pensare al disastro di Doveri e della sua assemblea di condominio tenuta a Bergamo: fuorigioco di Denis che non c'era e che ha determinato l'annullamento del gol
    regolare di Maxi Moralez; rigore netto, ma negato a Bonaventura, per giunta ammonito. Mentre ci si  domanda quante reti regolari debba realizzare l'Atalanta per vedersene convalidare una (come dimenticare i gol di Denis alla Roma e alla Samp?), gli uomini di Braschi e Nicchi seguitano a toccare il fondo. Il problema è che poi continuano a scavare.
     
    Come Celi a Genova, dove ha negato il rigore al Bologna per fallo di mano di Rossini nel
    recupero.
     
    Come Rizzoli a San Siro: il penalty accordato al Milan per il fallo di mano di Isla non c'era, perchè il cileno non l'ha commesso. Già Rizzoli, i cui precedenti con Milan e Juve facevano rabbrividire:  ma Braschi segue un criterio meritocratico e i risultati si vedono. 
     
    Se il rigore di Robinho ha spianato la strada ai rossoneri, è anche vero che questi ultimi hanno conquistato l'esaltante vittoria sui campioni d'Italia in virtù di una partita agonisticamente perfetta, giocata con determinazione e con una brillantezza superiori rispetto agli uomini di Conte, che pure avevano goduto di un giorno di riposo in più rispetto ai bianconeri dopo le fatiche di Champions League.
     
    La verità è che non esiste una squadra per sempre invincibile: e la Juve a San Siro ha pagato il conto della sua stanchezza contro un grande Milan, esaltato da Montolivo e Mexes, Nocerino ed El Shaarawy, De Sciglio e persino Robinho.
     
    Il pareggio in rimonta di Napoli, la vittoria di Bruxelles, la qualificazione agli ottavi di Champions con un turno d'anticipo, il successo sulla Juve ora a -14: Allegri sta facendo uno splendido lavoro, considerato che in estate Berlusconi e Galliani gli avevano demolito la squadra. Ecco perchè, le parole del Cavaliere a Milanello ("Proveremo a prendere Guardiola") sono state ingiuste, improvvide e ingenerose. Ecco perchè, quella sui bianconeri è prima di tutto la vittoria di Allegri sui gufi che ha attorno, a cominciare da quello reale.
     
    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com
     
     
     

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