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  • Guardiola, possesso palla esasperato: il City infligge la prima sconfitta all'Everton di Ancelotti

    Guardiola, possesso palla esasperato: il City infligge la prima sconfitta all'Everton di Ancelotti

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La prima sconfitta dell’Everton di Carlo Ancelotti (2-1) arriva nel primo giorno del 2020 e a infliggergliela è il Manchester City di Pep Guardiola, trascinato da Gabriel Jesus (due gol e un palo), ispirato a sua volta da Mahrez (tre assist). Nonostante la scarsa vena di De Bruyne e una stupidaggine tecnica del portiere Claudio Bravo, che ha rimesso in corsa l’Everton fino al 94’, il City vince con merito e mantiene il passo del Leicester nella lotta al secondo posto. Ancelotti ha perso Bernard nel riscaldamento e questo non solo l’ha costretto a impiegare l’arruffone Davies, ma anche a modificare il sistema di gioco. Dal 4-4-2 che aveva architettato è passato ad una difesa a tre (Coleman, Holgate e Mina) con un centrocampo a quattro e mezzo e Sigurdsson a lavorare tra la mediana e le punte.

    E’ stato proprio Sigurdsson (9’) a confezionare un invito per Coleman, che ha colpito con un pallonetto deviato prontamente da Bravo. Poi - esattamente tra il 12’ e il 18’ - è entrato in scena il Var, tanto detestato da Guardiola. Nel primo caso ha annullato un gol di Foden su cross-assist di Cancelo. Nel secondo ha corretto una segnalazione dell’assistente (non c’era fuorigioco sullo scatto in profondità di Mahrez) e analizzato una doppia situazione: un fallo di mano dello stesso Mahrez e, cosa assai più grave, un possibile rigore di Digne sul centrocampista del City. Dopo lungo confronto, a dimostrazione che le pause non sono soltanto un vizio italiano, tutto è rimasto come prima e il gioco è ripreso con un rinvio dal fondo.

    Ovviamente la partita l’ha fatta il City, sia perché è una squadra nettamente più forte dell’Everton, sia per caratteristiche di manovra. Il possesso palla ha raggiunto picchi esasperati (75 per cento contro il 25 per cento) e le occasioni, pur non fioccando, sono state tutte per gli uomini di Guardiola che hanno sfondato spesso a sinistra con Mendy, autentico terzino d’attacco, e hanno chiamato Cancelo a inserirsi da mezzala come in occasione del gol annullato a Foden. In questi casi c’è stato un interscambio automatico tra la mezzala che si allarga e il terzino che ne prende il posto e sfrutta lo spazio. Una giocata tipica del vasto patrimonio di Guardiola.

    Nel secondo tempo si sono accesi sia Gabriel Jesus, sia Maharez (solo un tiro nel primo tempo deviato da Pickford). E’ stata infatti una combinazione tra i due (51’) a propiziare il gol del vantaggio. Per la verità l’assist del centrocampista non è paragonabile al numero dell’attaccante che, dopo aver saltato un avversario, ha concluso con un tiro a giro, solo schiaffeggiato dal portiere avversario. L’Everton, che ha avuto un ritmo monocorde e ha badato a contenere per ripartire poco e prevedibilmente, si è scosso subito dopo (54’) quando Sigurdsson ha recapitato sulla testa di Calvert-Lewin un pallone deviato fortuitamente in angolo. Ma è stato un lampo senza minaccia di pioggia. Tanto che il Manchester City ha segnato ancora con Gabriel Jesus (tiro di sinistro) sempre su invito di Mahrez. Tra il vantaggio e il raddoppio erano passati sette minuti e la partita sembrava segnata. Restava da stabilire solo con quanti gol di differenza sarebbe finita anche perchè Ancelotti ha inserito Walcott per Coleman (passando al 4-2-3-1) e poi Kean per Sigurdsson.

    Al 70’, però, accadeva l’imprevisto. Claudio Bravo, in eccesso di confidenza, prima dribblava Calvert-Lewin in area e poi appoggiava centralmente ad un compagno che, preso in controtempo, perdeva il pallone a beneficio di Richarlidson. La palla finiva a Kean e ne nasceva una fase convulsa risolta da Richarlidson con un tocco sotto misura. La partita sarebbe anche stata pareggiata dall’Everton se Kean, con grande spazio in mezzo all’area, non avesse tentato la prodezza al volo anzichè controllare e battere a rete. Un po’ impaurito, un po’ infastidito, il City si è ripresentato davanti altre due volte e sempre con Gabriel Jesus. In un caso ci si è messo il palo, nell’altro Pickford ha respinto con bravura. Ancelotti cade per la prima volta. Fa un po’ male, ma perdere era nell’ordine naturale delle cose. Non era a Manchester che avrebbe dovuto conquistare punti per cercare il difficile aggancio all’Eurozona.    

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