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  • De Bruyne vince il derby, ma lo United gioca in dieci: Pogba stecca tutto

    De Bruyne vince il derby, ma lo United gioca in dieci: Pogba stecca tutto

    • Giancarlo Padovan
    Il Manchester City vince in casa dello United (2-1) e tenta la prima fuga in Premier League. Solo il Chelsea di Conte può resistergli ammesso che domani espugni il campo dello Swansea di Guidolin.

    Derby di Manchester più perso da Mourinho che vinto da Guardiola. Il portoghese sbaglia la formazione iniziale e regala un tempo all’avversario. Le correzioni sono giuste (Herrera al posto di Mkhitaryan e Rashford per Lingard), ma lo United gioca con un uomo in  meno. E’ Paul Pogba, un solista che stecca ogni battuta, aggrovigliando i suoi tentacoli in velleitari tentativi di giocata. Irritante, sconclusionato, autolesionistico, Pogba si vede solo alla fine quando tenta una deviazione sporca sotto la porta di Bravo.

    Sinceramente solo così lo United avrebbe potuto pareggiare una partita che l’ha visto sempre inseguire e non solo nel risultato. Un pari, per la verità, ci sarebbe anche stato, ma sul tiro di Rashford c’era la deviazione in traiettoria di Ibrahimovic, nettamente in fuorigioco. Gol giustamente annullato.

    La partita è stata bella e strana. Bella per merito del palleggio e della costruzione di gioco del City. Strana perché lo United, quasi completamente avulso dal gioco, è tornato prepotentemente in corsa nella ripresa, mettendo alla corda gli avversari.  E’ raro vedere gli uomini di Guardiola disfarsi della palla con lanci lunghi. Eppure, questa volta, è accaduto (e non solo nel primo gol). Anzi, quando Mourinho ha deciso di passare alla difesa a tre, Guardiola ha fatto contropiede puro.Tutto ciò non intacca minimamente la legittimità del successo del City. Avrebbe potuto essere anche più largo se davanti ci fosse stato Aguero, appiedato per tre giornate.
          
    Solo alla fine di un primo tempo dominato dal City, si è visto lo United e si è visto Ibra. Più il secondo del primo, perché due errori di Bravo potevano rimettere addirittura in equilibrio una partita completamente dalla parte di Guardiola. Sul primo, palla persa in uscita alta dopo lo scontro con un compagno, Ibrahimovic ha messo in rete con una zampata di destro. Sul secondo, già nel recupero, ancora Ibra ha indirizzato troppo debolmente verso la porta semisguarnita.

    Sarebbe potuto essere il 2-2, anche se il più ingiusto possibile per quello che si è visto in campo. United bloccato e impaurito, City ipnotico e continuo nel possesso di palla. De Bruyne ha segnato un gol e mezzo. Quello che ha dato il primo vantaggio (doppio errore di Bailly e Blind che si fanno anticipare e rasoiata alla destra di De Gea) al quarto d’ora. E quello che sembrava aver chiuso la partita (Iheanacho sulla ribattuta del palo colpito da De Bruyne).

    Quando si dice qualcosa di personale. Il belga, quasi mai utilizzato da Mourinho quando era al Chelsea, l’aveva giurata al portoghese e tutto si è compiuto nel giorno del derby più importante degli ultimi anni. De Bruyne è stato il migliore del City non solo per avere ricoperto tutti i ruoli del centrocampo, ma anche per essersi inserito con felice puntualità in moltissime azioni d’attacco della squadra. Nel secondo tempo, al suo attivo, vanno anche contabilizzati un palo interno e un assist per Silva.

    Vendetta privata o meno che fosse quella dio De Bruyne, il City continua a viaggiare a punteggio pieno. Per me era candidato al titolo già prima di oggi. Tanto più lo è adesso che ha battuto lo United, lasciandogli solo briciole di partita. 
          

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