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  • Ha ragione Boniek, la Juve di Platini e del Trap era più forte di quella attuale

    Ha ragione Boniek, la Juve di Platini e del Trap era più forte di quella attuale

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Zbigniew Boniek ha giocato tre anni nella Juventus, dal 1982 al 1985. Ha giocato con Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Paolo Rossi e Platini, ha vinto uno scudetto, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa Italia e una Supercoppa d’Europa. E’ stato allenato da Giovanni Trapattoni. Per tutte queste ragioni ha detto a Radio 1 che la sua Juventus era più forte di quella attuale. Ha aggiunto, saggiamente, che i paragoni fra epoche diverse non hanno senso. Ma quello che stiamo cercando di realizzare è un gioco che appassiona i tifosi. Un gioco per rispondere a questa domanda: era davvero più forte quella Juventus?

    Boniek giocava e vinceva in bianconero quarant’anni fa, il raffronto che possiamo tentare può essere solo individuale, ruolo per ruolo, anche se pure in questo caso ci saranno dei paragoni che stridono e che ci impediscono di dare una preferenza. Prima di addentrarsi in queste complicate, appassionanti e divertenti discussioni, ricordiamo le tre formazioni di Zibì e quella di oggi.

     

    JUVE 1982-83

    Serie A: 2° posto

    Coppa Italia: vincitrice

    Coppa dei Campioni: finalista

       

    Zoff

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    Scirea

    -------------

    Gentile

    Brio

    -----------------

    Marocchino

    Bonini

    Tardelli

    Cabrini

    -----------------

    Platini

    --------------

    P. Rossi

    Boniek

    ------------------

    Allenatore: Trapattoni

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    JUVE 1983-84

    Serie A: vincitrice

    Coppa Italia: ottavi di finale

    Coppa delle Coppe: vincitrice

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    Tacconi

    --------------

    Scirea

    -------------

    Gentile

    Brio

    -------------

    Penzo

    Bonini

    Tardelli

    Cabrini

    --------------

    Platini

    ----------------

    P. Rossi

    Boniek

    -------------------

    Allenatore: Trapattoni

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    JUVE 1984-85

    Serie A: 6° posto

    Supercoppa d’Europa: vincitrice

    Coppa Italia: quarti di finale

    Coppa dei Campioni: vincitrice

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    Tacconi

    -----------

    Scirea

    --------------

    Favero

    Brio

    -------------

    Briaschi

    Bonini

    Tardelli

    Cabrini

    -------------

    Platini

    ---------------

    P. Rossi

    Boniek

    -----------------

    Allenatore: Trapattoni

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    Ecco la Juventus di oggi

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    Szczesny

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    Cancelo

    Bonucci

    Chiellini

    Alex Sandro

    -----------------

    Khedira

    Pjanic

    Matuidi

    -------------

    C. Ronaldo

    Dybala

    Mandzukic

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    Allenatore: Allegri

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    ZOFF/TACCONI-SZCZESNY - Negli anni di Boniek la porta della Juve passò da Zoff (l’ultimo Zoff) a Tacconi. Dino chiuse con la sfortunata finale di Atene, con il gol di Magath, ma non è per rispetto al mito se la nostra preferenza va a lui. Meglio Zoff di Szczesny. Fra Tacconi e il polacco c’è una netta differenza nell’interpretazione del ruolo, ma il livello è più o meno simile. In ogni caso, per la presenza di Zoff al primo anno bianconero di Boniek, un punto alla vecchia Juve.

       

    SCIREA-BONUCCI - Qui il dubbio non si pone: Bonucci è un grande giocatore, Scirea era un fuoriclasse del ruolo, come Beckenbauer. Boniek ha di nuovo ragione. E siamo 2-0 per i vecchi.

       

    BRIO-CHIELLINI - Sergione è stato uno dei migliori rappresentanti del ruolo di stopper di quegli anni. Giocava di fisico come Chiellini, che però nel lungo periodo è riuscito a migliorare la tecnica e a diventare un riferimento per la Juve più di quanto lo era stato Brio. 2-1, i giovani accorciano le distanze.

       

    GENTILE/FAVERO-CANCELO - E’ un paragone impossibile. La Juve del Trap giocava con Scirea libero alle spalle di due marcatori, Gentile (e poi Favero) e Brio. Gentile è stato uno dei primi tre difensori marcatori del calcio italiano, Cancelo è un terzino che sa fare ancora meglio l’ala, come dimostra l’esempio recente della gara dell’Olimpico. Diciamo, paragone nullo.

       

    CABRINI-ALEX SANDRO - Rubiamo la seconda parte della dichiarazione di Boniek: “Eravamo più forti noi, non scherziamo”. Ecco, non scherziamo. Alex Sandro, fino a qualche tempo fa era un terzino straordinario (ora un po’ meno), ma Cabrini era un’altra storia. Se oggi i terzini sono delle ali lo dobbiamo a Cabrini e prima ancora a Facchetti. Antonio era oltre, decisamente oltre. 3-1 per i vecchi.

       

    BONINI-PJANIC - Due giocatori con caratteristiche profondamente diverse. Da una parte un instancabile corridore, dall’altra un pensatore con piedi di velluto. Meglio il bosniaco. 3-2.

       

    TARDELLI-MATUIDI - Come Cabrini-Alex Sandro. Marco è stato l’anima della Juve, ne ha incarnato lo spirito, era la fusione fra Trapattoni e Boniperti. Matuidi, in bianconero, non potrà mai raggiungerlo. 4-2 per i vecchi.

       

    MAROCCHINO/PENZO/BRIASCHI-KHEDIRA - Anche questo è un paragone che non si può fare. La Juve di Trapattoni giocava con un’ala destra offensiva, prima di quei tre c’erano Causio e poi Fanna. La Juve di Allegri gioca con le ali (Bernardeschi, Cuadrado, Douglas Costa) spesso a partita in corso: le ali di Max sono i terzini. Non si può dare un voto e si resta sul 4-2.

       

    PLATINI-C. RONALDO - E qui siamo alla coppia che farà esplodere gli juventini. Se conta solo il livello, la statura del giocatore, allora diciamo Ronaldo, ma anche se arriveremo (a fatica...) a indicare sempre CR7 come il giocatore da scegliere in questo duello, va sottolineata la grande differenza nel rapporto dei due fuoriclasse con la Juve. Quando Michel venne acquistato da Boniperti, non era giovanissimo, aveva 27 anni, era reduce da un bel Mondiale, però la sua fama era limitata al calcio francese. Veniva dal Saint Etienne, aveva vinto un titolo nazionale, niente di più. Platini è diventato Roi Michel nella Juve, per questo i tifosi lo sentono bianconero più di quanto sentiranno Ronaldo. Che in Italia è arrivato a 33 anni dopo aver vinto tutto. Trascurando l’influenza della nostalgia, diciamo Ronaldo. Quindi, 4-3.

       

    PAOLO ROSSI-DYBALA - Ne ha di strada nda fare il Paolo d’Argentina per raggiungere il Paolo di Santa Lucia di Prato. Voto a Paolo Rossi. 5-3 per i vecchi.

       

    BONIEK-MANDZUKIC - Per noi è un duello pari. Zibì aveva uno scatto che Mario si sogna. Una volta Giuseppe Pistilli, prima firma storica del calcio al Corriere dello Sport-Stadio, scrisse di Boniek: “Si scrolla di dosso gli avversari come un cane di razza si scrolla di dosso l’acqua di una pozzanghera”. Era proprio così. Però il croato ha una fisicità e una presenza in area di rigore che il polacco non aveva. Parità.

       

    TRAPATTONI-ALLEGRI - E’ pari anche questo duello per un semplice motivo: Max è l’evoluzione tecnica, tattica e psicologica del Trap. Non a caso, tutt’e due sono iscritti all’anti-sacchismo.

       

    LE RISERVE - Bodini, Storgato, Prandelli, Furino, Bettega, Koetting, Galderisi, Caricola, Tavola, Vignola, Pioli, Dolcetti e Limido erano le riserve del triennio di Boniek; Bernardeschi, Cuadrado, Douglas Costa, Rugani, Perin, De Sciglio, Barzagli, Bentancur, Kean ed Emre Can sono le riserve (si fa per dire) della Juve di oggi. In questo caso, differenza netta a favore della squadra di Allegri.

     

    Finisce così: Juve di Boniek- Juve di oggi 5-4. Ha ragione Zibì.

      


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