Un girone fa, Claudio Ranieri iniziava la sua avventura sulla panchina dell'Inter. La sconfitta di Novara era costata il posto a Gian Piero Gasperini e, nella trasferta di Bologna, toccava al mister capitolino tentare di raddrizzare una stagione che, a fine settembre, si profilava già in salita per i nerazzurri. Al Dall'Ara, senza Sneijder e con il 4-4-2, l'Inter di Ranieri vinceva per 3-1. Di lì a poco, dopo essere passato attraverso qualche sconfitta, ma anche attraverso una qualificazione facile agli ottavi di finale di Champions League, Ranieri avrebbe infilato un filotto di vittorie che avrebbe portato l'Inter a pochi punti di distanza sia dal Milan che dalla Juve.

E poi? Cosa è successo? La cronaca è sotto gli occhi di tutti: parte Thiago Motta, il cardine del 4-4-2 vincente dell'autunno-inverno nerazzurro, e torna Wesley Sneijder dall'infortunio. All'inizio Ranieri è chiaro: l'olandese si deve adattare al 4-4-2, che ha portato la squadra alla rimonta in campionato. Ma non va così: il reinserimento di Sneijder in squadra è più complicato del previsto. I nerazzurri escono dalla Coppa Italia per mano del Napoli e in campionato perdono con Lecce, Roma e Novara.

Risultato: un girone dopo, l'Inter è sempre reduce da una sconfitta con il Novara e si appresta ad affrontare il Bologna. Il  modulo, come ha lasciato intendere Ranieri oggi in conferenza, potrebbe anche essere un 4-2-3-1, più adatto alle caratteristiche di Sneijder. Un girone dopo, l'Inter di Ranieri lascia posto all'Inter di Sneijder, al quale spetterà il compito di condurre i nerazzurri all'ennesimo tentativo di rimonta in campionato, oltre che negli ottavi di finale di Champions contro il Marsiglia.

Per quanto riguarda Ranieri, il suo futuro all'Inter, nonostante le smentite, sembra ormai segnato: "In Italia gli allenatori sono come le ciliegie, uno tira altro", ha spiegato proprio il tecnico pochi giorni fa in conferenza.