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  • Hellasmania: il valzer delle punte

    Hellasmania: il valzer delle punte

    • Nicola Corona
    L'anno nuovo non è cominciato con l'impresa che i tifosi gialloblù tanto sognavano. A Napoli, contro la capolista del campionato il bunker organizzato da Pecchia resiste per poco più di un'ora, ma cede di botto nella parte finale di gara. Proprio come era successo contro la Juventus. Il Verona esce ancora una volta a mani vuote nonostante la prestazione determinata ed attenta di tanti suoi uomini.

     Anche al San Paolo i gialloblù hanno dato dimostrazione di aver trovato una quadratura funzionale nell'assetto tattico (con un 4-4-1-1 molto compatto), ma anche in questa occasione si sono evidenziati alcuni limiti e alcune lacune della rosa a disposizione dell'allenatore. 

    Una, probabilmente la più grande, riguarda la "leggerezza" dell'attacco gialloblù. Il Verona dispone di pochi giocatori offensivi (Kean, Pazzini, Cerci sono le uniche vere punte) tanto che Pecchia ha spesso adattato degli esterni o dei trequartisti a giocare davanti in maniera più o meno forzata (Valoti, Bessa e pure Fares in alcune circostanze). È vero che il modulo utilizzato non prevede l'utilizzo di molti giocatori offensivi contemporaneamente, ma la rosa dei gialloblù rimane comunque molto corta, come ha evidenziato lo stesso allenatore in conferenza stampa qualche giorno fa.

    Se ci mettiamo poi che Pazzini, a causa di qualche problema fisico ma non solo, sta giocando molto meno del previsto e che Cerci ha subito un infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori dai giochi per un po', capiamo bene che Pecchia ha ragione nel definire corta la coperta offensiva scaligera. L'attacco veronese è stato messo sulle spalle del solo Kean, diciassettenne alla prima esperienza in A. È chiaro che lui in questo momento si tratta di un compito oltremodo gravoso.

    Il d.s. Fusco ha promesso che la società si muoverà sul mercato di gennaio proprio per colmare le lacune emerse in questa prima metà stagione. Sono due i giocatori su cui il Verona sembra già aver messo le mani. Il primo è Ryder Matos dell'Udinese (brasiliano classe '93, 126 presenze e 10 gol da professionista), esterno di centrocampo o seconda punta, abile nel dribbling e molto rapido ma con poca propensione a trovare il gol. L'accordo con il giocatore e con la società friulana dovrebbe già essere stato trovato. Il secondo è invece Bruno Petkovic (croato classe '94, 105 presenze e 16 reti da professionista), che arriverebbe in prestito dal Bologna. Fisicamente imponente, avrebbe le caratteristiche per essere il sostituto naturale di Kean come unica punta.

    Sicuramente stiamo parlando di due elementi validi ed utili a questo Verona, anche se vista la poca esperienza in Serie A (soprattutto per il croato) si tratta più di due scommesse che la società si è sentita di fare. Attenzione poi a Pazzini: molte voci lo danno in uscita e visto il probabile doppio colpo in entrata e le tante panchine di quest'anno, è possibile che il Pazzo lasci davvero Verona. Sarebbe un gran peccato, visto che comunque nella rosa attuale rappresenta certamente l'elemento di maggior spessore tecnico, ma per la funzionalità del gioco gialloblù fatica a trovare spazio nel 4-4-1-1 basato tutto su contropiede e ripartenze. Al momento non è ancora chiaro se il suo eventuale addio porterebbe all'arrivo di un ulteriore attaccante.

    Insomma, a Verona il valzer delle punte è appena cominciato. Vedremo con quale abito i gialloblù si presenteranno al prossimo importante ballo dopo la sosta. 

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