Verona in buone mani, eccome se lo è. Il Bentegodi è un fortino, Toni si sta dannando come meglio non potrebbe, e tanto altro ancora. Si gira quasi alla perfezione anche grazie alla solidità di un portiere che finora può mettere a bilancio miracoli assortiti. Prodezze in sequenza che fanno di Rafael uno dei simboli nell'Hellas pronto a sfrecciare. Prima esperienza in serie A ed è già l'incubo di molti. Tanto da scalzare il bulgaro Mihaylov, uno che rappresenta la dinastia di famiglia tra i portieri del suo paese. Da quando è in Italia ha dovuto accomodarsi nel ruolo di seconda scelta, con assoluta precedenza a chi la riconferma aveva quantomeno diritto a guadagnarsela subito. Sempre sotto esame, ma ci può stare.

Rafael è tornato sulla retta via, nel senso che non sembrava esattamente un portiere raccomandabile al di fuori della Lega Pro. Ma poi ha smentito tutti. E da portiere cui si poteva attribuire un grado di spericolatezza identico al suo essere determinante, Rafael ha cambiato registro. Vedere per credere: il primo tempo di Verona-Livorno ed il secondo di Verona-Sassuolo. Perchè questi, tirando le somme, sono i punti che pesano di più. E l'Hellas dimostra di saper soffrire anche perchè ha un guardiano come lui.

Tanto per dire, quali dovevano essere le alternative? Una su tutte, il Neto che ora nella Fiorentina sta portando con sé una raffica di interrogativi sembrava prossima all'approdo in gialloblu. Ma un mese e mezzo dopo l'avvio del campionato il Verona scopre di avere tra le mani un numero uno come si deve. E senza voler correre troppo, a giugno – peraltro proprio in Brasile – c'è un Mondiale anche per Rafael...