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  • Hellasmania: un carico di certezze

    Hellasmania: un carico di certezze

    Era giusto pensarci bene, prima di sdoganare la parola crisi. L'orchestra può anche incepparsi, ma ci sono prove di maturità che dissipano i dubbi. Realisticamente, l'Hellas più di così non può fare. Ci si ferma alle buone figure contro Inter e Fiorentina, per chi addirittura pretende altro, ma resta soprattutto l'immagine di solidità. Importante averla ritrovata, non è poco. Ora che arriva una trasferta in cui si può davvero infilzare l'avversario, i gialloblu devono riprendere l'assetto da battaglia. Perchè fuori casa è da troppo tempo che non si va a punti: oltre due mesi fa a Bologna, quando probabilmente Iturbe toccò l'apice del proprio rendimento veronese.

    I numeri, inutile ricordarlo, danno ragione a Mandorlini: tanto per dirne una, il Genoa da cui pure si è perso rimane attardato di sei punti. Verona collaudato, questo è fuori discussione. Con un 4-3-3 mandato a memoria e una capacità di mettere quasi il pilota automatico. Eppure uno come Romulo sembra sprecato in una cerniera centrale con quelle inclinazioni. Sulla fascia è stato esemplare, probabilmente per continuità il miglior giocatore che l'Hellas ha avuto quest'anno.

    Nota dolente: una forbice forse più larga del previsto tra quella che a tratti somiglia a un'armata e alcune seconde scelte. Incognite vere, in certi casi. Sull'attacco nulla da eccepire – emblematico l'esempio di Cacia e Gomez domenica scorsa, anche se ogni tanto non sarebbe male vedere Longo e Ragatzu – ma la comitiva sudamericana finora ha portato più ombre che luci. Tutto si compensa con un Iturbe effervescente, d'accordo, ma Gonzalez e Cirigliano non sono ancora alternative d'acciaio. Aspetti da limare, ma averne di problemi così.

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