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  • Hernanes si riprende l'Inter, Kovacic no

    Hernanes si riprende l'Inter, Kovacic no

    Fino a due mesi fa pareva una gomma sgonfia. Da cambiare. Non utilizzare, please. Ma Anderson Hernanes è sempre stato uno di quelli che non si buttano giù: ed è per questo che, in quel periodo colmo di dubbi e mini acciacchi, ha tirato dritto curando soprattutto se stesso. Alimentazione, idratazione, famiglia (col terzogenito nato a metà marzo), convinzione, forza interiore. Anche il sonno. Ed è riemerso. Ora, il Profeta che predicava bene e razzolava così così è un predicatore nuovo. Convincente. Incisivo. Da seguire. 

    PICCOLI NUMERI - I suoi numeri dell’annata-Inter non sono esaltanti. Due soli gol, decisività ridotta al minimo, una prima parte di campionato sottotraccia, insomma roba che faceva mormorare a tutti «ma chi ha fatto fare all’Inter di aver speso 20 milioni (15+3+2 di bonus) per lui». L’arrivo di Mancini lo ha visto riattivato e no, provato in varie parti di campo (tranne che davanti alla difesa), da ala, da trequartista, da punta d’appoggio, da interno. Mini soluzioni con mini risultati. 

    VALORE DA TREQUARTI - Poi, gli allenamenti hanno segnato la riemersione. In uno di questi, addirittura, Hernanes non solo ha fatto un eurogol ma si è pure preso i complimenti di tutto lo staff per lo stato di forma (lucida, brillante, pungente) che ha messo in mostra con sempre maggior crescita. Fino alla gara di Verona in cui ha lottato, spaccato le azioni, dato un occhio al riavvio dell’azione altrui senza mai dimenticare ripartenze e strappi. «Mancini mi vede trequartista? Ha ragione - ha spiegato Hernanes -. Ora ho una forza nelle gambe che non avevo mai sentito prima, in questo ruolo posso prendere palla e puntare la porta. Sento che questo d’ora in poi potrebbe essere il mio ruolo ideale». 

    KOVACIC PASSA DIETRO - Il fatto è che il ruolo di trequarti è più di Shaqiri che suo, ma è chiaro che nel derby di domenica prossima Hernanes troverà spazio (più da interno che in altra collocazione) sia per la prestazione del Bentegodi e sia perché Guarin e Brozovic saranno squalificati. In tutto questo, l’altra faccia della riesplosione di Hernanes coincide con l’ulteriore inabissamento di Kovacic. In pochi mesi, insomma, Hernanes non solo ha relegato il baby fra le «altre scelte» ma per una sera si è preso il giardino di Shaq. Probabilmente è un «una-tantum», ma intanto è stata seratona. 

    COMINCIA LA MIA STAGIONE - E dopo questa seratona il Profeta ha voluto puntualizzare i temi da seguire. Un istruttivo sermone. «Mi ha fatto piacere vedere tutti giocare così grintosi e reattivi. C’è stata la prestazione di squadra, nessuno ha cercato le individualità. Eravamo tutti coordinati e concentrati». Verissimo. «Da oggi comincia la mia stagione» ha confidato Hernanes agli amici più vicini dopo il 3-0. Domanda: come ha fatto a sembrare così «vero» tutto d’un colpo? La cura dei dettagli, racconta chi conosce la sua professionalità. E anche della mente, quella che trova sorgenti continue nelle chiacchierate con l’amico Sandro Corapi, mental coach dai tempi della Lazio. Ma, soprattutto, l’idea di riconquistare l’Inter dopo esser stato accolto (gennaio 2014) come l’acquistone che avrebbe cambiato la faccia interista. 

    NE SA DI DERBY - Di certo, un suo gol che manca dal 19 ottobre (il 2-2 contro il Napoli) cambierebbe il volto della stagione nerazzurra, ancor più nel derby. E lui nelle stracittadine ci sa fare: in 9 derby giocati con la maglia della Lazio, il Profeta ha segnato 4 gol alla Roma e piazzato un assist. Conosce la materia. Mancio lo sa, e l’ha ri-lanciato per tempo. 

    SI CANDIDA OBI - La squadra riprenderà i lavori domani pomeriggio, ma è chiaro che Roberto Mancini sta già pensando a come ovviare alle due squalifiche pesantissime in vista del derby di domenica sera, quelle di Guarin e Brozovic. Detto che Hernanes ci sarà e prenderà il posto da interno con più che probabile reinserimento di Shaqiri nel ruolo di trequartista, ecco che l’altro posto (Medel a parte, che giocherà davanti alla difesa) è tutto da assegnare. In automatico verrebbe da pensare a Kuzmanovic, ma il suo recupero «è quasi impossibile perché non ha ancora fatto un allenamento coi compagni» ha detto Mancini. L’interno serbo nella gara di ritorno contro il Wolfsburg si è infortunato al braccio riportando una frattura epifisi distale del radio. Prognosi, 35 giorni: dura poterlo rivedere domenica prossima ma l’Inter ci proverà. 

    E allora, ecco rispuntare l’ipotesi Joel Obi che decise il derby dell’andata (1-1), sempre che Roberto Mancini non decida di infilare anche Mateo Kovacic dal 1’, ipotesi molto ma molto... sbilanciata. 

    di Matteo Dalla Vite - La Gazzetta dello Sport
     


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