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  • Higuain da applausi, è bomber e regista: così si riprende la Juve

    Higuain da applausi, è bomber e regista: così si riprende la Juve

    • Nicola Balice, inviato a Torino
    “Minchia, è stata una montagna russa”. Inizia così la prima dichiarazione ufficiale del Gonzalo Higuain bianconero, atto secondo. Ha fatto sorridere, anche ridere i più. Ma un'espressione più efficace era difficile da trovare. Un po' di colore va concesso. Anche perché in tanti, tantissimi tifosi juventini avevano usato sicuramente lo stesso termine (in varie declinazioni) per descrivere la prestazione del Pipita. Questa volta sì, degna di un centravanti tra i primi al mondo. Contro il Napoli si scatena, è una costante dell'Higuain bianconero: lo era con il numero 9, lo è stato con la 21 sulla schiena. Un gol meraviglioso, mandando a scuola uno come Kalidou Koulibaly, riprendendosi così tutti quei tifosi che in realtà non lo avevano mai abbandonato. E che infatti per lui hanno ripreso a cantare: “Siam venuti fin qui, per vedere segnare Higuain”. La Curva Sud ha cantato per lui e per tutta la squadra. Ma per i singoli è sempre particolarmente selettiva. Un esempio: da oltre un anno si attende un coro dedicato a Cristiano Ronaldo, dopo una sola partita è già tornato a risuonare quello per il Pipita.

    LA VITTORIA – C'è un progetto tattico, complicato dal mercato, quello di Paulo Dybala falso 9. Poco prima del match, Fabio Paratici sembra averlo tolto una volta per tutte dalla vetrina dei giocatori cedibili, anche se risuona nelle orecchie il monito di Pavel Nedved che “fino alla fine può succedere di tutto”. Aspettando la Joya ecco che un vero 9 come Higuain si sta riprendendo la Juve: lo ha fatto prima a parole, poi con i fatti. Non è mancata la tensione, il progetto del club era quello di venderlo, proprio come un anno fa. Missione fallita. Ha avuto ragione Higuain due volte: è rimasto, è già importante. Giocando magari da falso 10 se si vuole continuare a giocare con le parole e con i numeri. Di fatto è un regista d'attacco ispiratissimo, un tocco, due tocchi, testa alta. Contro il Napoli ha fatto rifiatare la squadra, l'ha trascinata insieme a Douglas Costa completando un tridente capace quasi di limitare l'effetto benefico di Cristiano Ronaldo. Finché ne ha avuto, ha dominato. È tornato dove voleva essere, ora deve restarci.

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