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  • 'Ho capito che truccavano Lecce-Lazio'

    'Ho capito che truccavano Lecce-Lazio'

    Tutti in procura federale a dire la loro sui dubbi e sui sospetti della Figc per l'ennesima puntata del calcioscommesse. Verità, pensieri e parole riversati in 118 verbali. Con tanti dinieghi e qualche ammissione.

    MAURI, BROCCHI E ZAMPERINI
    Ai due calciatori della Lazio (squadra nel mirino per Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, vinte entrambe per 4-2) gli investigatori chiedono dei rapporti con Alessandro Zamperini, calciatore che secondo la procura di Cremona è tra i referenti degli «zingari» scommettitori. Sia Cristian Brocchi che Stefano Mauri negano di conoscere questi ultimi, ma ammettono di conoscere Zamperini, specie Mauri suo grande amico che parla di «rapporto di amicizia di lunga data», e giustifica la presenza di Zamperini a Formello prima di Lazio-Genoa «per ritirare due o tre biglietti che gli avevo promesso». Mauri esclude combine ma una cosa la ammette. «Sapevo che Zamperini scommetteva sulle partite, la sua passione mi era nota da un anno, spesso lo vedevo con foglietti di agenzie Snai intento a verificare quote e quant'altro». Più freddo Brocchi, all'oscuro delle scommesse: «Con Zamperini non c'è mai stata una amicizia». Entrambi non sanno nulla della presunta foto di Mauri con Ilievski, che Gervasoni dice di aver visto sul cellulare dello zingaro: «Capita spesso di dover fare foto perch´ richieste da anonimi tifosi », spiega Brocchi.


    CON GENOA E LECCE TUTTO NORMALE...
    I due calciatori laziali escludono combine nelle due partite «attenzionate». Brocchi a Lecce ricorda «grande tensione per giocarci» la qualificazione in Champions, col Genoa «nulla di particolare (…) Non ho avuto mai alcun sentore su proposte in tal senso alla squadra». Sa che Zamperini era a Lecce, «a vedere la partita». Dettaglio confermato da Mauri, che gli procurò i biglietti. Ma sui match anche il centrocampista è lapidario: tutto regolare. Idem Corvia, attaccante leccese indagato a Cremona, nei guai per i match con Lazio e Inter. «Con i primi nulla di anomalo, mai saputo di irregolarita». Anche dal Genoa, solo smentite. Milanetto nega di aver incontrato a Roma Zamperini, Gervasoni o gli zingari. «Con la Lazio una gara di fine di stagione con un impegno agonistico quindi limitato», idem il capitano Marco Rossi.

    ...MA NON PER FERRARIO
    L'ex difensore leccese Stefano Ferrario, ora al Parma, su Lazio-Lecce, va controcorrente: «In una sola occasione ho avuto sentore dell'esistenza di un sistema che si attivava per combinare partite di calcio, e ciò allorquando il mio amico Alessandro Zamperini, due giorni prima della gara Lecce-Lazio, da Lecce mi chiamò per un aperitivo e disse che c'erano degli amici che volevano mettere dei soldi sulla gara. Comprendendo le sue intenzioni, interruppi subito il discorso dicendogli che non mi interessava ». Con Zamperini, prosegue Ferrario, c'era un amico che parlava italiano: «Non posso escludere che fosse Gegic».

    TONI E I CAMPIONI AL MARE
    L'attenzione dei pm si concentra molto sullo stabilimento «I figli del sole» di Cervia, frequentato da Toni, Doni e tanti altri personaggi dell'inchiesta. Così ne parla Luca Toni a verbale: «L'unica volta quest'anno ci sono stato con Quagliarella e amici di Modena. Ho acquistato il 10% della proprieta della Srl insieme a Nicola Santoni, compagno ai tempi del Palermo (…). Non volevo che il mio nome fosse associato a tale vicenda. Ho affrontato il discorso chiedendogli che cosa avessero combinato. Mi rispose che non avevano fatto nulla di male e che era tutto una bolla (…). Santoni non mi ha mai chiesto informazioni sullo stato delle squadre in cui mi trovavo n´ pronostici».

    PELLISSIER, PETTEGOLEZZI AMARI
    Il capitano del Chievo, Pellisier è senza parole: «Sono stupito che il mio nome circoli senza alcun fondamento nelle vicende relative al calcio scommesse». Quanto ai fratelli Cossato «solo di Michele girava voce che scommetesse. Nessuno dei due mi ha mai proposto e tanto meno avvicinato per cercare di combinare partite del Chievo Verona». Dei fratelli Cossatio parla anche il brasiliano Luciano del Chievo: «Quando è uscito il mio nome legato ai fratelli Cossato per le scommesse, volevo chiamarli, ma mi venne sconsigliato dal presidente Campedelli. Mi disse che erano persone che dovevo lasciare stare perch´ mi sarei fatto solo del male».

    I GIOCATORI DI CRISTO
    Luciano scomoda addirittura il Signore: «Federico Cossato non mi proporrebbe mai una cosa di quel genere perche sa che, per il mio credo religioso, non posso scommettere su nessuna cosa. Sono infatti cristiano evangelico praticante». Non è il solo. Guzman, giocatore del Gubbio, ex Piacenza, nega ogni addebito anche lui per ragioni religiose. «Sono devoto alla fede e faccio parte degli atleti di Cristo in Italia, come pure Legrottaglie (…). Dico ciò perch´ l'ipotesi che qualcuno potesse avvicinarmi per un fine illecito è assolutamente remota ed infatti mai è avvenuto».

    DONI, UN BARO A FIN DI BENE

    Cristiano Doni, bandiera (ammainata) bergamasca racconta: «Non scommetto, anche se amo giocare a poker (…). Il mio interesse nella vicenda era quello di ottenere risultati utili per la mia squadra di cui volevo fortemente il ritorno in serie A. Di contro, i soggetti di cui ho detto erano interessati a effettuare scommesse o condizionare risultati finalizzati alle scommesse stesse. (...) non vi era, a mio avviso, la necessità di coinvolgere altri miei compagni di squadra n´ dirigenti della mia società». Quanto al famoso rigore col Piacenza, col portiere Cassano, spiega: «Effettivamente mi si avvicino il portiere Cassano e mi disse “tiralo centrale”. Nonostante l'incontro con Gervasoni devo dire che io sono rimasto comunque perplesso. Prima di tirare il rigore, aspettai che il portiere si tuffasse».

    MA CASSANO NON CI STA
    Il portiere però non ci sta. «Nego di aver suggerito ad alcuno per il tramite di Gervasoni le modalita come battere un eventuale rigore (…). Nei primi interrogatori Doni riferisce del rigore non citando il mio nome, mentre riferisce del mio consiglio sulle modalita di tiro solo nel terzo interrogatorio al pm». Perchè?

    STELLINI E LA COMBINE «POSTUMA»
    Il vice di Conte con Siena e Juve, Stellini, ammette d'aver saputo della combine del match tra il Palermo e i biancorossi. «Iacovelli (il factotum dei calciatori baresi, ndr) mi riferì, dopo il 7 maggio 2011, che il Bari, in particolare i giocatori, avevano combinato la partita Palermo-Bari della stagione 2010-11 (...)».

    VENTOLA, L'ESODATO SKY
    Nicola Ventola, ex Novara, nel mirino per una svirgolata sospetta sulla porta nel match di coppa contro il Chievo, al pm sussurra: «Sa, appena si è saputo del mio coinvolgimento nella vicenda, Sky, di cui sono attualmente commentatore, mi ha sospeso».


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