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  • I falsi arbitri di Cipro e la gigantesca rete di Mister Mao - 1
I falsi arbitri di Cipro e la gigantesca rete di Mister Mao - 1

I falsi arbitri di Cipro e la gigantesca rete di Mister Mao - 1

  • Pippo Russo
Tutto fasullo tranne il pallone. È una storia tanto grottesca quanto inquietante, quella raccontata da Costin Ştucan e Michael Bird attraverso le testate Gazeta Sporturilor e The Black Sea, nel quadro dell’operazione Football Leaks. Si parla di partite amichevoli internazionali giocate a Cipro e arbitrate da soggetti che nella maggior parte dei casi non hanno mai diretto una gara in vita loro, però eseguono alla perfezione le istruzioni affinché il risultato e il punteggio siano quelli preventivati dagli scommettitori. Con un’organizzazione strutturata a reggere il gioco, e alcuni soggetti ben identificabili a muoversi dietro le quinte. Fra questi spicca l’agente Fifa Eric Mao, vecchia conoscenza per chi analizza il sistema di economia parallela del calcio globale. Benvenuti nel campo del Fake Football, dove tutti gli uomini che si muovono in campo recitano un copione, e fingono di determinare un esito già deciso altrove.

L’articolo di Ştucan e Bird parte dalle rivelazioni di un calciatore rumeno che va verso la fine della carriera: Alin Stoica, 31 anni, ex difensore centrale. Nell’inverno del 2015 Stoica si trova in un momento di estrema difficoltà. La sua carriera calcistica, fin lì per nulla notevole, è già in declino. Il ragazzo è stato precocemente messo alla porta dagli slovacchi del Vitkovice, che lo hanno ingaggiato pochi mesi prima. E intanto che cerca una nuova squadra, Stoica deve affrontare un dramma familiare. Il padre è aggredito da un tumore che i medici rumeni giudicano terminale, con prospettiva di vita che va non oltre i due mesi. Ma un successivo consulto in Turchia riaccende le speranze, poiché fa intravedere un sessanta per cento di possibilità di sopravvivenza. È però necessario che il padre di Stoica si sottoponga a una terapia intensiva in Turchia. In breve: servono 40 mila euro per tenere accesa la speranza. E Stoica ha necessità di trovarli in qualunque modo. Questa è la rappresentazione dei fatti presentata da Stoica. I colleghi di Gazeta Sporturilor e The Black Sea la riprendono per quella che è, e la rappresentano così. Ma senza omettere che, stando alle versioni di altri soggetti coinvolti in questa torbida vicenda di Fake Football, emergerebbe uno Stoica con ruolo più attivo di quanto egli racconti. Certamente una versione più cinica del personaggio, rispetto a quella del calciatore che in un momento d’estremo bisogno è costretto a fare cose illegali. Quale delle due versioni sia corretta, non è dato sapere. Nè è determinante in termini di ricostruzione giornalistica. Ma era giusto rimarcare questo aspetto controverso, anche per non scadere nella facile narrazione dell’uomo che si è lasciato corrompere soltanto perché travolto dal dramma. In questa vicenda, di innocenti, non ne esistono. Più probabile che si possa parlare di pentiti, nel senso più profondo del termine. E che Stoica sia pentito per gli atti commessi è cosa leggibile in filigrana, specie laddove egli torna sul ricordo del padre. Il quale, notata quell’improvvisa disponibilità finanziaria del figlio nonostante una fase di disoccupazione, capisce che vi sia dietro qualcosa di losco. E arriva a dirgli che, se la sua sopravvivenza dipende da denaro di provenienza illecita, allora preferisce morire.

Ma torniamo ai dettagli della storia, che è molto lunga e articolata. Mentre si trova in condizioni di pressione emotiva e ristrettezze economiche, Alin Stoica decide di rivolgersi all’agente greco Gavriil Papanastasatos. Lo stesso che, come riferiscono Ştucan e Bird, un anno prima lo ha portato al Vitkovice (società in cui è investitore), dopo averlo piazzato anche in Lituania e in Svezia. Della sua figura ci si occuperà in un altro articolo di questa serie. In questa fase ci si limita a riportare che egli metta Stoica in contatto con un ucraino di nome Igor. Questi chiede al calciatore disoccupato se possa procacciargli degli arbitri, cui far dirigere partite amichevoli a Cipro. E gli promette una ricompensa di 500 euro per ogni direttore di gara arruolato. Stoica riceve la disponibilità di due arbitri che disimpegnano nelle categorie inferiori: Alex Daniel Tanaru e Valentin George Erghelie. Come riferiscono i cronisti di Gazeta e Black Sea, attualmente Tunaru lavora come muratore e imbianchino, e nel tempo libero arbitra partite di quarta serie in cambio di 20 euro a prestazione. Quanto a Erghelie, anche lui è impegnato in quarta serie, ma da guardalinee. La sua principale attività economica è un piccolo esercizio commerciale sito in un villaggio non distante da Bucarest.

Dopo aver raccattato due giudici di gara con tale curriculum, Stoica chiama Igor per reclamare il pagamento della prestazione. In risposta riceve l’invito a presentarsi pure lui a Cipro. Dove il terzetto proveniente dalla Romania viene accolto da Kirils Grigorovs. Lituano, classe 1992, Grigorovs fa di mestiere il calciatore e occupa il ruolo di difensore centrale. Ma si trova a Cipro per altri motivi. È lì per via del suo legame con Papanastasatos, e per fare da giudice di gara nelle stesse partite per cui vengono fatti arrivare gli arbitri dalla Romania. Fra l’altro, se si guarda la lista delle squadre in cui Grigorovs milita prima e dopo quel lasso di tempo fra inverno 2015 e primavera 2016, vi si trova nomi che ritorneranno nei passaggi successivi di questo racconto: i lituani dello Jurmala, gli irlandesi dell’Athlone Town, i cechi del FK Mohelnice. Grigorovs liquida i 1.000 euro a Stoica, e rilancia proponendogli di guadagnarne altri 500 l’indomani. Il rumeno deve limitarsi a fare il guardalinee. E così è, nel corso di una partita fra due squadre di cui Stoica nemmeno riesce a ricordare le nazionalità. Forse erano una russa e una serba, riferisce confusamente a Costin Ştucan e Michael Bird.

Di sicuro, da quel momento in poi Stoica intraprende una breve ma frenetica carriera da giudice di gara. Guidata dal precetto che Grigorovs impartisce a coloro che s’improvvisino guardalinee: “In certe partite bisogna tenere la bandierina su, in altre bisogna tenerla giù”. Le partite in cui Stoica viene chiamato a fare da arbitro o guardalinee sono tutte amichevoli. A disputarle sono squadre dell’Est Europa che si trovano a Cipro per svernare. A guardarne i riflessi filmati, riportati negli articoli di Gazeta Sporturilor e The Black Sea, non si può che provare imbarazzo e trovare credibile l’impressione comunicata da Stoica ai due giornalisti: che i calciatori in campo fossero consapevoli della pantomima e vi partecipassero attivamente. Fra i tanti esempi che possono essere citati, molto eloquente quello che riguarda la gara fra Sheriff Tiraspol e Kuban Krasnodar in data 8 febbraio 2016. Stando ai dati raccolti da Football Leaks e elaborati da Ştucan e Bird, sarebbero almeno 32  le partite entrate in questo schema, disputate fra il 2016 e il 2018 e dirette da terne arbitrali fasulle. I club coinvolti sono soprattutto russi, ben 15. Nella classifica per nazionalità seguono Cipro e Polonia (3 club a testa), Serbia e Repubblica Ceca (2 club a testa), e poi singoli club da Svizzera, Bielorussia, Slovacchia, Moldova, Romania, Ucraina, Bulgaria e Lettonia. Se si guarda invece alle cifre per singoli club, la testa della graduatoria spetta al Kuban Krasnodar con 6 gare disputate, seguito dai polacchi del Wisla Plock con 5 gare.

Quanto agli arbitri improvvisati, anche qui la lista è lunga. C’è il centrocampista Adrian Udrea, classe 1991, che ha nel curriculum un passaggio nell’Academica Clinceni. Non un club qualsiasi, perché è stato controllato da un personaggio che si chiama Eric Mao. Che è uno dei pupari di questa storia. Di lui si parlerà in una puntata successiva. Dal Clinceni è passato anche Alex Dragomir, prima di andare a dirigere gare a Cipro. Anche la figura di Dragomir merita d’essere trattata in modo più approfondito, ciò per cui si rimanda ai successivi articoli. Altro arbitro improvvisato è Silviu Posteuca, classe 1985, ex portiere di belle speranze che si è visto stroncare la carriera da un infortunio. Pare che Posteuca abbia la passione per il poker, al pari di un altro arbitro fake: il portoghese José Alexandro Coelho Viegas. Che da calciatore è transitato dal Club Atletico Portugal e dall’Athlone Town. Due club passati sotto il controllo di Eric Mao, entrambi pesantemente sospettati di match fixing. E la questione delle partite truccate aleggia pesantemente su questa vicenda di gare amichevoli sulle quali vengono puntati denari veri e pesanti. Giocate in modo blando e dirette da arbitri fasulli. E organizzate da un pool di soggetti che si occupa di fornire persino ospitalità e logistica gratuite. Di tutti questi aspetti si parlerà. Ma dovendo concludere questa puntata, bisogna fare cenno a un ultimo dettaglio. Esso riguarda uno dei due soli arbitri “veri” coinvolti nel tourbillon, Alex Tunaru. Ştucan e Bird hanno scoperto che il muratore-imbianchino risulti essere stato direttore di una società con sede legale a Londra, la Ocean Oil Holding Ltd, nel frattempo sciolta.

Tunaru ha saputo dai due giornalisti di essere stato nominato a capo della compagnia in data 4 marzo 2016. Cioè nello stesso periodo in cui cominciava a arbitrare partite fasulle a Cipro. Non potendo trasformarlo in un falso arbitro, ne hanno fatto un falso dirigente di società. Il destino di essere fake.
(4. continua)

@pippoevai

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