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I numeri del disastro Juve sono impressionanti e schiacciano le parole. Le pagelle pure.

I numeri del disastro Juve sono impressionanti e schiacciano le parole. Le pagelle pure.

di Xavier Jacobelli

Direttore www.quotidiano.net

LA SQUADRA:  4.  Fuori dalla Champions League e, forse, anche dall'Europa League. Subito eliminata dall'Europa League, dopo 6 pareggi in 6 partite nel girone che non presentava come avversari né il Barcellona né il Manchester United. Settima in classifica ad un turno dalla fine. Difesa colabrodo: ha incassato soltanto un gol in meno della Samp, retrocessa in B. Nelle 18 gare di ritorno, la Juve ha conquistato 26 punti su 54 a disposizione, segnando soltanto 22 gol. E per carità di patria, ci fermiamo qui.

 La valutazione pesantemente insufficiente è sostenuta dalle affermazioni post Parma di Giorgio Chiellini: "Abbiamo perso il millesimo treno della nostra stagione. Ogni volta che abbiamo avuto l'occasione di svoltare, abbiamo sbagliato. Non siamo mai stati una squadra". Se alle parole del difensore si aggiungono quelle odierne di Pavel Nedved, che è andato giù duro com'era giusto che facesse, il quadro è completo.

Le eccezioni sono due: Alessandro Del Piero, purtroppo per la Juve, in alcuni tratti della stagione inopinatamente trascurato dall'allenatore. Insieme con il capitano si salvano Storari e Matri. Ogniqualvolta è stato chiamato in causa sostituendo Buffon, il portiere ha sempre risposto brillantemente e lo stesso dicasi per l'attaccante prelevato dal Cagliari nel gennaio scorso. Stop. Gli altri sono stati un pianto: Chiellini medesimo è risultato insufficiente. Non parliamo di Martinez, Motta, Barzagli, Grosso, Felipe Melo, Pepe, Traoré, Bonucci e tutti gli altri. Non giudicabile Buffon: sette mesi di inattività hanno lasciato il segno, così come Quagliarella ha il diritto di essere ricordato per le ottime cose combinate sino a quando non si è gravemente infortunato ed è stato costretto ad uscire di scena.

MAROTTA: 3. La stima e la considerazione nutrita nei confronti dell'ex artefice del miracolo Samp (e, senza di lui e Delneri, si è visto che cosa sia successo ai blucerchiati), impongono un giudizio molto severo. Perchè Marotta alla Juve ha deluso tanto quanto Delneri. Perchè non è vero che la Juve non abbia speso sul mercato, sia nella sessione estiva 2010 sia in quella invernale 2011, ma ha speso molto e molto male. Perchè sul prossimo mercato, Marotta si gioca tutto. Fra lui e Delneri, Agnelli ha scelto lui. Ma sa che nel 2011-2012 non ci saranno più appelli.

DELNERI: 3. Ottimo allenatore, cultore della filosofia del lavoro e del sacrificio, ma schiacciato dai problemi di una squadra nè carne nè pesce che, sotto la sua guida, non è riuscita a vincere la crisi d'identità,  avvitandosi su se stessa. A sessant'anni, Delneri si era conquistato sul campo l'occasione della vita, dopo l'eccellente lavoro al timone della Samp e l'altrettanto brilante stato di servizio con l'Atalanta. Non credo si debbano rivangare i precedenti con a Roma e con il Porto per affermare che Delneri incontri difficoltà insormontabili quando guida una grande squadra. Probabilmente, Delneri per la Juve è stato l'allenatore giusto al momento sbagliato.

ELKANN: bocciato. E' il Signor Juve. Da Calciopoli in poi, ha sbagliato moltee scelte. Blanc uno e trino è stato un disastro di proporzioni apocalittiche (e meno male che il 30 settembre se ne andrà); il mancato ricorso al Tar nella tremenda estate 2006 pesa ancora come un macigno sul conto presentato dalla giustizia sportiva e sulla frustrazione di milioni di tifosi. Un ano fa ha scelto di affidare la società al cugino, biancnero sino al midollo, mentre il presidente di Exor subisce il richamo del cricket e della Formula Uno. Elkann ha promesso di rifare un grande Juve in tre anni. Speriamo ci metta meno tempo.

AGNELLI: rimandato. Quando si è insediato, si è ritrovato con scelte fatte da altri (Marotta e Delneri). Ci ha messo la faccia e la passione, ha cercato di rianimare il morale del suo popolo con il ricorso alla Figc sullo scudetto 2006 assegnato a tavolino all'Inter ma è passato un anno e nè Abete nè Palazzi gli hanno ancora risposto. Il Figlio di Umberto ha diritto di riprovarci.  Ma stavolta ci metta becco sempre e comunque. Se lo può e se lo deve permettere.
 

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