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Ibra: 'Mihajlovic mi vuole, tornerei in Italia. A Napoli per Maradona, all'Inter per lo scudetto. Disastro Milan'
SERIE A - "L'Italia è la mia seconda casa. Ascolterò tutto, ma voglio lottare per il massimo: se tornassi vorrei puntare allo scudetto, non cerco chi mi dà fiducia solo perché sono Ibrahimovic. Non sono un animale da zoo che la gente va a vedere: posso ancora fare la differenza".
SINISA - "Mihajlovic è un amico, se scegliessi Bologna sarebbe solo per lui. Ci siamo sentiti. Vuole sapere cosa mi ha detto? 'Zlatan, qui gli altri correrebbero per te. Tu stai davanti e buttala dentro'. Lo ringrazio, ma credo sia difficile che possa accadere: se cambio idea, lo chiamo subito. Anche perché, in A, anche oggi sarei in grado di realizzare una ventina di gol".
NAPOLI - "Ho apprezzato l’ultimo documentario dedicato a Maradona, nessuno è come lui. Ecco, vedendo l’amore di quella città mi verrebbe quasi la voglia di provare un'esperienza al Napoli: sarebbe fantastico replicare ciò che fece Diego. Non sto dicendo che andrò là, la decisione finale dipenderà da vari aspetti, ma quella è una piazza che crea entusiasmo: con me il San Paolo sarebbe pieno ogni domenica. E poi c’è Ancelotti, un grande".
INTER - "Conte non lo conosco personalmente, ma tutti dicono dia il 500% ogni giorno. In questo siamo uguali, ci saremmo trovati bene insieme: entrambi crediamo nel sacrificio, l’unica strada per il successo. L'Inter ha fatto un super colpo. La Juve rimane la favorita, i nerazzurri sono in crescita. Al Napoli serve qualcosa di più, le altre sono indietro. Le big stanno investendo e io non cambio idea: la Serie A, soprattutto per una punta, resta il campionato di riferimento, il più difficile".
MILAN - "Un disastro: tante parole, pochi fatti. Questo non è il club del quale tutti si sono innamorati, in Italia e nel mondo. Forse oggi c’è gente sbagliata che dovrebbe stare da altre parti. Maldini non basta? Non ho il materiale per parlare del dirigente, mentre il calciatore è uno dei miei preferiti. Il suo è un compito complicato e delicato: far bene con risorse limitate è un'impresa".
FUTURO - "Escludo di chiudere al Malmo. Ritirarmi? Vediamo. Dopo aver smesso ricoprirò un ruolo importante, voglio avere responsabilità e potere decisionale. Potrei anche diventare un allenatore, ma lo stress è parecchio: in una sola stagione invecchi dieci anni. E poi, in caso di necessità, sarebbe vietato entrare in campo e fare la differenza... Ho ancora un paio di mesi per decidere, l'importante è stare bene. A 30 anni iniziai a lavorare in modo maniacale sul corpo per mantenermi. Attenzione: sottolineo 'mantenermi', non ho detto 'diventare più forte'. Questo è impossibile, più di così! Ibrahimovic è questo e non ce ne sarà mai un altro".