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  • Ibra vs Toni:| Si muovono le torri

    Ibra vs Toni:| Si muovono le torri

    Nella partita di oggi a San Siro il confronto a distanza tra i due bomber spilungoni di Milan e Genoa. Attaccanti anomali nella loro struttura fisica, ma ugualmente decisivi in zona gol. Più raffinato ed elegante il milanista Tentacolare e solo apparentemente scoordinato il genoano.
    Milan-Genoa è Ibra vs Toni: si muovono le grandi torri.
    A loro certo non si può applicare la battuta coniata da un calciatore dal grande passato, guardando un difensore estremamente alto: «Non è possibile che giochi al pallone, ha la testa troppo lontana dai piedi». Perché nel caso di Zlatan Ibrahimovic e Luca Toni questa distanza non si nota affatto, è una qualità, certamente non un difetto. Rinaldo Sagramola, attuale amministratore delegato del Palermo, quando si parla dell’attuale attaccante del Genoa, racconta che decise di portarlo alla Lodigiani perché con quelle gambe mobilissime che quasi ricordavano un cartone animato, un po’ all’Olivia, portargli via la palla era impresa complicata. Zlatan, poi, la palla l’accarezza, l’addomestica, la trasforma in un animaletto a sua totale disposizione.

    I WATUSSI - I meno giovani la ricorderanno la vecchia canzone di Edoardo Vianello, uno di quei successi estivi anni Sessanta che oggi chiameremmo «tormentoni»: «Ogni tre passi facciamo sei metri». Ai due il concetto può essere agevolmente applicato. Perché se «l’apertura gambe» non arriva ai due metri, come i watussi vianelliani, poco ci manca. Oggettivamente difficile star loro dietro, soprattutto se hai quaranta centimetri di gamba in meno. Una parola tener loro il passo: Giaccherini sarà pure velocissimo ma per coprire la stessa distanza dall’alto del suo metro e sessanta dovrà letteralmente mulinare gli arti. Certo, la corsa non è tutto, altrimenti avrebbe ragione Bolt a inseguire l’idea di trasformarsi, di qui a un paio di anni, da velocista in calciatore. Ma se è vero, come raccontavano le nostre mamme, che «altezza è mezza bellezza», nel calcio l’altezza può anche rappresentare se non la metà della dotazione talentuosa, almeno un quarto. Poi può anche accadere che per alcuni la distanza tra la testa e i piedi sia eccessiva.

    TOCCARE IL CIELO - E, allora, quella di oggi a San Siro sarà una sfida d’alta quota. Un metro e novantadue Ibrahimovic, un metro e novantaquattro Toni. In fondo, non una novità assoluta in un calcio che negli ultimi quindici anni ha preteso sempre di più che i suoi interpreti migliori fossero non solo dei giocolieri ma anche dei grandi atleti, con la struttura fisica che ne consegue. Certo, a Diego Armando Maradona erano sufficienti centosessantaquattro centimetri per incantare il mondo, per travolgere con le sue magìe avversari e tifosi. Ma in questo caso parliamo più che di un calciatore di un artista, di una piccola divinità scesa veramente dal cielo per trasformare il terreno di gioco in un luogo in cui scrivere poesie. Ma era pure un altro calcio e forse oggi anche lui avrebbe qualche problema ad affrontare colossi da un metro e novantacinque come Ranocchia, almeno sino a quando il pallone resta a mezz’aria.
     


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