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Icardi e Fernando Torres alla riscossa

Icardi e Fernando Torres alla riscossa

"Io, killer del gol, l'Inter e Wanda Nara". Mauro Icardi suona la riscossa in casa nerazzurra. L'attaccante argentino ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Chi ci fischia non ama l'Inter, con Mazzarri mi alleno molto sulla tecnica e il lavoro pagherà. Con Osvaldo segno di più? Siamo entrambi prime punte, parliamo molto e sappiamo come muoverci. Ma adesso torna il vero Palacio... Voglio restare perché Thohir ha le idee chiare e qui c'è fame. Se potessi al Napoli toglierei Hamsik, è fortissimo. Da piccolo segnavo 9 gol a partita e miravo agli uccellini. Mi alleno con i figli di Wanda aspettando il nostro. La Rolls Royce che le ho regalato? Mi piacciono le macchine. Maradona ha detto che non dovevo esserci alla partita per il Papa? Non me ne frega nulla". 

EL NINO COME SUPERPIPPO - Restando in tema di bomber, ma passando sull'altra sponda del Naviglio, l'attaccante spagnolo del Milan, Fernando Torres ha dichiarato al Corriere dello Sport e al Corriere della Sera: "Milan, sarò il tuo Inzaghi e vincerò come lui. Ho avuto grandissimi allenatori, da Benitez a Mourinho, ma nessuno può trasmettermi il senso del gol come Pippo, che mi sta insegnando a essere più veloce in area e a scambiare palla con i compagni. Nonostante sia interista, Mourinho mi ha parlato bene dei rossoneri. Con l'arrivo di Diego Costa al Chelsea non avevo più spazio. Ero destinato al Milan già 10 anni fa, ho fatto la scelta giusta e vi stupirò. Qui mi hanno voluto fortemente, mi sento in obbligo verso il club. E' vero, col Chievo non ho gradito la sostituzione e l'ho detto a Tassotti. Voglio giocare sempre 90 minuti, ma non ho alcun problema con gli altri. Alla fine non è il singolo a fare la differenza, conta la squadra e i successi si costruiscono insieme. Berlusconi ama il calcio, non avevo mai conosciuto un presidente così competente. Sarebbe stato bello giocare nel Milan di Sacchi, Capello o Ancelotti. Ora è diverso, lottiamo per tornare in Europa. La Serie A me la immaginavo proprio così: molto tattica e con pochi spazi,devo fare in fretta ad adattarmi. Io fuori moda? Sono solo diverso da altri: ho una moglie conosciuta quando avevo 8 anni, due figli e non esco la sera. Andare al Barcellona o al Real Madrid non sarebbe stato un passo avanti rispetto alla mia ex squadra, se un giorno dovessi tornare a giocare in Spagna lo farei soltanto nell'Atletico". 

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