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  • Il Balotelli segreto ve lo racconto io

    Il Balotelli segreto ve lo racconto io

    Antonio e Mario hanno in comune due cose. Le origini innanzitutto, essendo venuti al mondo a Palermo con relative certezze sul proprio futuro. E l’attua le residenza, Manchester. An tonio ha trent’anni e fa il ca meriere. Mario dieci di meno e se la cava con il pallone tra i piedi. In realtà c’è una ter za cosa che (fatti i necessari e opportuni distinguo) li acco muna: quest’angolo di Inghil terra sembra andare un po’ stretto a entrambi. Antonio si racconta: «Sono irrequieto per natura, mi piace girare. Ho lavorato a Londra, gran de città. Anche a Dublino, che è quella dove mi sono trova to meglio. Belfast mi ha stu pito, avevo dei preconcetti, mi sbagliavo. Pure a Edimburgo sono stato bene. Manchester è il posto peggiore, città brut ta. Anzi, no. Liverpool è peg gio ». Pare che anche Mario fatichi a inserirsi in questa nuova realtà. La voce nar rante è sempre quella di An tonio: «Vive qui dietro, all’Ho tel Lowry. Quando non lo ve di è perché si chiude in came ra a rimuginare. Non è facile abituarsi per chi arriva dal l’Italia. A volte gli leggi la tri stezza dentro. L’hai girata Manchester? Non c’è nulla, e i calciatori di tempo da far passare ne hanno molto. In fatti il più delle volte Mario lo trovi qui, praticamente ci ha scambiati per il suo bar. Pas sa per scambiare due chiac chiere con voci amiche». 


    TROPPI CAVALLI - Il luogo di ritrovo in realtà è il San Carlo di King Street, uno dei ristoranti più noti d’Inghil­terra. Bella gente, prezzi in linea con quello che il locale offre al palato e agli occhi. Un avamposto d’Italia dove trovi la carta dei vini giusta, un olio da favola (Nettare degli Dei, arriva da Toritto, provin cia di Bari) e quell’ombra nel lo sguardo di chi vi lavora, che è poi il tratto che accomu na molti immigrati. Di suc cesso, piuttosto che no. Mario Balotelli è ricco più di quan to i suoi vent’anni autorizze rebbero e probabilmente per insicurezza tende a esibirlo. Recentemente è finito sulle pagine di tutti i giornali ita liani e inglesi per la frase ri volta ai poliziotti subito dopo l’incidente d’auto che l’ha vi sto coinvolto: «Perché ho cin quemila sterline in tasca? So no ricco». Antonio racconta il prequel. «La mazzetta quella sera l’aveva mostrata anche a me, dicendomi con quella sua cadenza bresciana Guarda quanti soldi ho, co sa me ne faccio?»). Poi aveva individuato una cassetta di vino griffato Roberto Cavalli e subito si era entusiasmato («Va bene, la prendo. Metti mela in macchina»). A quel punto se ne va, ma a mezza notte sentiamo un motore che gira a mille fuori dal loca le e ci diciamo “Questo può essere solo Mario”. E’ lui, e mi dice con il suo vocione (”Dai, vieni a provare la mia Audi”). Non potevo, c’era an­cora gente nel locale. La mat tina dopo accendo il compu ter e leggo “Incidente d’auto a Balotelli”. Il pomeriggio lo ve do arrivare e non sembra avere tanta voglia di scher zare. Provo a farlo io. Gli di co: «Beh, i soldi ti servono per il carrozziere”. Un altro ma gari l’avrebbe presa male, Mario no. E’ un bravissimo ragazzo, certo un po’ viziato». 

    VIZI E VIRTU’ - Già, i vizi. Sul primo Antonio è comprensi vo, ci mancherebbe. «Dicia molo, gli piacciono le donne. Ogni tanto arriva e mi fa ve dere sul telefonino l’ultima conquista, Diciamo che la mette giù un po’ più esplici ta ». Poi, tra l’invidioso e il protettivo: «Deve fare atten zione, però. Qui a Manches ter, con tutti questi giocato ri di successo, ci sono certe ti pe che non aspettano altro che l’occasione giusta per fre garli. Ma come pensate che nascano tutti questi scoop sulle escort? L’altra sera c’e ra qui Diouf, l’attaccante del Blackburn, che ha una causa in corso e giura di non sape re nemmeno chi sia la prota gonista ». Chissà chi la rac conta giusta, ma torniamo a Balotelli. Il secondo vizio è meno comprensibile agli oc chi di Antonio: «Secondo me gliel’hanno dato i genitori bresciani (mica poteva essere colpa dei natali palermita ni...) ed è legato al cibo. Diffi cile che qualcosa gli vada be ne, eppure qui escono tutti contenti. Lui invece a volte ordina un piatto, ma quando lo servi in tavola te lo riman da indietro. Così, senza un motivo». Ci sarebbe anche di che risentirsi, ma alla fine prevale la simpatia: «Ha vent’anni e questo lo dimen ticano in tanti. Ed è un ra gazzo d’oro. Un Best dei gior ni nostri, però senza l’alcool. E nemmeno le droghe, lui le odia. Non come altri giocato ri che... Ma lasciamo perde re ». Massì, lasciamo perdere. La domanda è: può durare Balotelli in un posto in cui si sente straniero ancor più che negli stadi italiani? Trovare una risposta non è semplice, Antonio ha la sua: «Secondo me tornerà in Italia. Presto. Mi piacerebbe che lo facesse per giocare nella mia Juve. Per ambientarsi qui gli ser virebbe la famiglia al seguito. Come nel caso di Federico Macheda, che infatti è un ti po con la testa sulle spalle. Spesso arrivano insieme, l’età è quella, ma il giocatore del Manchester è molto più posato. D’altronde alla scuo la di Ferguson non si sgarra, la sua parola è legge...»


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