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  • Il Bologna e il dilemma Destro: perché venderlo, perché tenerlo

    Il Bologna e il dilemma Destro: perché venderlo, perché tenerlo

    • Raffaele Campo
    Sono settimane molto importanti in casa Bologna. Oltre all'arrivo in panchina di Filippo Inzaghi, subentrato a Roberto Donadoni, la dirigenza sta effettuando diversi cambiamenti all'interno della rosa. Gli addii di pedine importanti come Mirante, Masina, Di Francesco e Verdi parlano molto chiaro: dopo queste ultime due stagioni molto deludenti, è giunto il momento di rifondare. 

    Un altro giocatore che potrebbe lasciare la piazza rossoblù è Mattia Destro, attaccante classe 1991 e a Bologna da agosto 2015. Il club di Saputo ha investito ben 10 milioni su di lui, e in i sostenitori rossoblù nutrivano molte aspettative nei suoi confronti. 

    Tuttavia, in nessuna di queste tre annate l'ex Roma e Milan ha pienamente convinto. Pochi gol e diverse prestazioni opache. 

    Così, il suo addio potrebbe essere più di un'ipotesi, visto anche il probabile arrivo di Falcinelli dal Sassuolo. L'eventuale cessione di Destro porterebbe al Bologna non solo vantaggi ma anche svantaggi.

    Andiamo ora ad analizzare i possibili scenari. 

    PERCHÉ DOVREBBE RESTARE 
    1) L'ADDIO DI DONADONI -
    "Destro? Vorrei avesse lo spirito di Mandzukic di ieri sera in Juventus-Atalanta. Poi chiaro che Mattia è più forte di Mario". Così si era espresso l'ormai ex allenatore Donadoni sul suo attaccante lo scorso dicembre 2016. Tali parole erano state solo uno dei tanti attestati di stima che il tecnico bergamasco ha avuto nei confronti dell'attaccante. Ma nel corso di questa stagione il rapporto tra i due sembrava essere molto peggiorato. E infatti Destro è in più di un'occasione partito dalla panchina in favore di Palacio. 

    Ora però Donadoni non guiderà più il Bologna. Al timone della squadra ci sarà Inzaghi, che ha già allenato l'attaccante ai tempi del Milan e conosce quindi le sue caratteristiche. 

    2) IL SUO ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA - Il centravanti è molto legato al Bologna. Nonostante le mille difficoltà e i numerosi errori sottoporta - quest'anno eclatante quello dello scorso 3 marzo nella gara di ritorno nel derby contro la Spal -, in campo si è sempre battuto come un leone. La grande voglia di segnare. non è mai mancata. Non sono casuali le sue esultanze in cui a volte sfoga tutta la sua rabbia. 

    3) L'INVESTIMENTO DEL BOLOGNA - Come indicato prima, il club di Saputo ha investito per lui ben 10 milioni di euro, cifra piuttosto importante per una squadra di prima fascia. Dopo quest'ultima stagione del giocatore, autore di soli 6 gol da agosto a maggio, il Bologna realizzarebbe indubbiamente una minusvalenza, salvo che a volerlo non sia qualche medio-piccola inglese disposta a scucire perlomeno la stessa somma. Il rischio di una sua svalutazione c'è. 

    PERCHÉ DOVREBBE ANDARE VIA 
    1) SPAZIO A FALCINELLI -
    Il Bologna sta cambiando pelle, se la squadra targata Donadoni non ha funzionato - o ha funzionato solo a sprazzi - è giusto cambiare, a partire dai giocatori più importanti, tra i quali figura anche Destro. L'ex Inter, anche per via di alcuni infortuni, ha reso solo in parte, ed è stato aspettato a lungo dalla dirigenza emiliana, che ora ha preso Falcinelli dal Sassuolo in uno scambio che ha portato Di Francesco in neroverde. Mancano solo le rispettive ufficialità, ma è tutto fatto. È giusto che ora sia Falcinelli a guidare l'attacco rossoblù. 

    2) L'ASSENZA DELLA CERTEZZA VERDI - Gran parte delle azioni offensive del Bologna partivano dai piedi di Simone Verdi, esterno offensivo appena trasferitosi al Napoli. Era proprio lui il vero fulcro della squadra, che segnava e regalava assist su assist. Per Destro, così come per Palacio, la presenza dell'ex Eibar e Carpi era una vera e propria certezza, in quanto diversi gol li ha segnati proprio grazie a lui. Il centravanti potrebbe quindi incontrare altre difficoltà in nuovo sistema di gioco che non prevederà più Verdi, se quest'ultimo non dovesse venire ben rimpiazzato. 

    3) SERVE UN RILANCIO ALL'ESTERO - Destro avrebbe bisogno di almeno una stagione all'estero da giocare tutta da titolare e senza particolari pressioni, in modo da ritrovare quello smalto e quella confidenza con il gol che ha da troppo tempo smarrito. Esempi come Giulio Donati, Balotelli e Zaza parlano chiaro. 

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