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  • 'Il calcio ha rovinato mio figlio: non mangia più e non vuole andare a scuola'

    'Il calcio ha rovinato mio figlio: non mangia più e non vuole andare a scuola'

    • Jean-Christophe Cataliotti
    Gentile Cataliotti,
    sono un papà di un ragazzo di 14 anni. Mio figlio è un discreto calciatore (non sono di quei papà che pensano di avere in famiglia il nuovo Maradona) con tanta passione e voglia di giocare, ma il calcio che lui tanto ama lo ha rovinato in tutti i sensi. E' da qualche giorno che rifiuta di mangiare e dice di non voler tornare a scuola. Tutto questo perchè gli era stata promesso il tesseramento in una squadra professionistica, tesseramento guadagnato dopo una serie di provini sempre andati a buon fine. Ora la società ha fatto sapere che non può prendere in convitto il ragazzo, in quanto non ci sarebbero più posti disponibili per ospitarlo. L'unica soluzione possibile sarebbe quella di trasferirci tutti nella città dove ha sede la società; questo è quello che ci ha riferito il segretario del settore giovanile spiegando che non possono ottenere il tesseramento in deroga. E' proprio così oppure ci hanno preso in giro?

    Se una società non può tesserare un giovane calciatore attraverso l'espediente del c.d. tesseramento in deroga, l'unica soluzione possibile è proprio quella del trasferimento dell'intero nucleo familiare. Ma spieghiamo meglio. Quando un calciatore ha compiuto 14 anni la società interessata al tesseramento può fare domanda al Presidente Federale affinché il ragazzo possa trasferirsi in altra regione da solo, senza il seguito della famiglia. La società deve però garantire al ragazzo non solo l'alloggio, ma anche di occuparsi della formazione scolastica e calcistica dello stesso offrendo le migliori condizioni di vita.
    In pratica, si ricorre al tesseramento in deroga quando una famiglia non può trasferirsi in altra regione e la società di destinazione abbia la possibilità di gestire autonomamente il ragazzo. Viceversa, se una società non è in grado di ospitare il calciatore, è la famiglia dello stesso (l''intero nucleo familiare per l'esattezza) che deve cambiare residenza (art. 40 NOIF). Attenzione: il tesseramento sarà possibile solo dopo 6 mesi dall'effettivo cambio di residenza del nucleo familiare! Quanto spiegato sopra per rassicurarla che la società non le ha assolutamente mentito.

    Ora spetterà a voi il compito di valutare l'opportunità o meno di cambiare vita, ma non posso permettermi di offrire consigli che riguardano la sfera privata della vostra famiglia!

    www.footballworkshop.it

    Scrivete a avvcataliotti@libero.it

    Nella foto: Alvaro Morata da bambino e da adulto. 

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