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  • Sogno e incubo, il capolavoro dell'Inter che vinse la prima "Champions" dei giovani. Stramaccioni campione d'Europa

    Sogno e incubo, il capolavoro dell'Inter che vinse la prima "Champions" dei giovani. Stramaccioni campione d'Europa

    Il calcio a livello giovanile ha da sempre raccontato storie di grandi successi, di exploit eclatanti, di talenti in grado di stupire il mondo ma anche di modelli progettuali da seguire, copiare e riprodurre. Eppure, fino all'agosto del 2011 tutte queste storie potevano solo narrare di tornei ed eventi legati ai singoli paesi o al più alle nazionali e la sensazione che mancasse a livello giovanile un autentico torneo internazionale si faceva sempre più largo. Oggi quel posto è stato preso dalla Uefa Youth League, ma ci fu un biennio iniziato proprio a fine estate 2011 in cui qualcosa di molto simile, venne creato dal nulla e all'esterno dalle istituzioni calcistiche europee: le Next Gen Series. E la prima edizione di questo trofeo racconta anche il primo e unico torneo per club giovanile vinto da una squadra italiana: l'Inter.

    UNA SUPERLEGA A LIVELLO GIOVANILE - La Next Gen Series 2011-12 nasce da un'idea dell'allora dall'allora direttore sportivo del Brentford, Mark Warburton, che mise in atto un'idea che già diversi club avevano iniziato a sperimentare. Dopo gli incontri amichevoli (delle mini coppe) che nel 2010 videro protagoniste la squadre Under 19 di Manchester City, Ajax, Celitc e altri top club europei, Warburton iniziò a tessere la tela per un torneo a inviti che vide la riposta a partire dall'agosto 2011, di 16 club suddivisi in 4 giorni da 4 squadre. L'unica squadra italiana partecipante fu proprio l'Inter.

    SOGNARE IN GRANDE - Quella nerazzurra era una squadra che voleva sognare in grande, che da tempo lottava al vertice del calcio giovanile italiano e che sfornava costantemente giocatori che potevano salire in Prima Squadra come Balotelli, Santon e non solo. Nell'annata precedente, con Fulvio Pea in panchina fu memorabile la cavalcata che portò alla vittoria del celebre Torneo di Viareggio (fino ad allora la cosa più simile ad un torneo internazionale per le squadre italiane). L'allora direttore del settore giovanile Roberto Samaden (oggi approdato all'Atalanta dopo la fine di un rapporto ventennale) voleva sognare in grande, mettere in campo una squadra che potesse produrre anche un calcio futuribile e allora in estate rivoluzionò le gerarchie nello staff tecnico e strappò un giovanissimo Andrea Stramaccioni alla Roma Under 17 promuovendolo direttamente in Primavera. Fu la svolta.

    LA ROSA - Quell'Inter aveva già fatto intravvedere talenti importanti, ma la vetrina europea servì a far crescere ulteriormente l'impressione che si aveva già di una rosa competitiva. In porta, prima dei purtroppo per lui innumerevoli infortuni, c'era l'attuale terzo portiere della squadra allenata da Simone Inzaghi, Raffaele Di Gennaro. In attacco la punta di diamante era Samuele Longo, più volte convocato anche in prima squadra e finito a inizio anno nella rosa di Milan Futuro. Insieme a loro i nomi noti per un trascorso in Serie A sono parecchi a partire da Duncan (oggi al Venezia), Mbaye (una vita al Bologna), Crisetig (Bologna, Crotone, Cagliari e non solo), Bessa (Como, Verona Genoa e Bologna), Benassi (Livorno, Fiorentina, Empoli e Cremonese) e infine Marko Livaja (57 presenze in Serie A e altrettante fra Champions, Europa e Conference League) che con Samuele Longo formò un tandem micidiale.

    INIZIO DA BRIVIDI E LA SVOLTA - L'Inter non iniziò per niente bene la Next Gen Series 2011-12 e il 31 agosto 2011, in trasferta a Londra, subì un pesantissimo 7-1 dal Tottenham. In Italia si parlò ovviamente di figuraccia, ma la stagione e le idee di Stramaccioni erano ancora soltanto abbozzate. La svolta, paradossalmente arrivò nei minuti di recupero della seconda partita, giocata a Milano contro il PSV di Eindhoven in cui l'Inter vinse per 3-2 subendo il gol del 2-2 di van Overbeek al 90esimo, ma trovando il gol vittoria con la doppietta di Longo al 93esimo a giochi praticamente scaduti. Il successo col Basilea e il pareggio per 1-1 al ritorno con il Tottenham misero di fatto tutto in palio nella gara di ritorno in Olanda col PSV, ma i gol di Bessa e Longo nei primi 33 minuti misero tutto in discesa fino al 2-1 finale che qualificò i nerazzurri ai quarti di finale.

    LA CAVALCATA FINO IN FINALE - Il sorteggio dei quarti non fu favorevole perché i nerazzurri si trovarono subito ad affrontare lo Sporting Lisbona candidata numero uno alla vittoria finale. Erano i Leoes di Bruma, Mané, Ié, Sà e Betinho, ma l'Inter si impose in trasferta allo stadio José Alavalade per 1-0 grazie al gol di Mbaye. La semifinale contro il Marsiglia fu invece senza storia perché il gol di Crisetig al minuto 3' ha di fatto indirizzato la gara e, insieme alla parate di Di Gregorio, fu ancora il solito Longo a chiudere i contri al 42' del primo tempo. L'Inter era in finale!

    L'IMPRESA - L'avversaria dei nerazzurri non era di poco conto, anzi, era il temutissimo Ajax, uno dei settori giovanili migliori al mondo da sempre e che aveva battuto 3-0 il Barcellona ai quarti e addirittura 6-0 il Liverpool in semifinale. Insomma i nerazzurri non erano favoriti ma il gol di Samuele Longo che ha concluso un contropiede micidiale lanciato da Simone Pecorini e Bessa, ha dato un'insperato vigore. Denswil pareggia a inizio ripresa su una punizione clamorosa, ma a rendere epica l'impresa finale fu come l'Inter è riuscita a resistere dopo l'espulsione (con un fallo durissimo su Klaassen che la maglia dell'Inter poi la vestirà) di Mbaye. Proprio l'olandese stampò sulla traversa la palla del 2-1 al 90esimo, Longo la prese nei supplementari con l'Ajax che si vide annullare un gol di De Bondt per fuorigioco. A decidere la gara furono i rigori e l'unico errore di Veltman fece esplodere la gioia dei ragazzi di Stramaccioni diventati, quasi a sorpresa, Campioni d'Europa.

    UNA SUPERLEGA DAVVERO RIVOLUZIONARIA - La Next Gen Series fu a tutti gli effetti un esperimento che in molti oggi hanno ribattezzato come una sorta di Superlega a livello giovanile. In realtà il torneo nacque con obiettivi ben lontani dal progetto ideato - e portato in breve al fallimento - come alternativa alla Champions League e, anzi smosse così tanto ed ebbe un impatto sulle istituzioni così elevato da spingere ad organizzare l'attuale Youth League. Il calcio giovanile internazionale come lo conosciamo oggi nacque lì, con quella coppa alzata al cielo dall'Inter che convinse tutti della bontà di un'idea rivoluzionaria.

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