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  • Il caso del Manchester United: la stagione nera sul campo non scalfisce un brand e un giro d'affari straordinari

    Il caso del Manchester United: la stagione nera sul campo non scalfisce un brand e un giro d'affari straordinari

    Calciomercato.com ha chiesto all’Avv. e Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, esperto di diritto calcistico e titolare dei corsi di Reggio Emilia per osservatori di calcio e agenti dei calciatori (per info si rimanda al sito www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management presso l’Università Politecnica delle Marche, di analizzare il momento delicato che sta attraversando il Manchester United.

    La crisi del Manchester United: come potrà risollevarsi?

    La batosta rimediata lo scorso martedì nella trasferta europea di Atene, valida per gli ottavi di finale della Champions League, ha sottolineato ancora una volta il momento nero che sta attraversando una delle principali squadre del calcio internazionale: per il Manchester United è notte fonda. Abituati a lottare fino in fondo in ogni stagione sia nelle competizioni nazionali che in quelle continentali, i Red Devils hanno subìto un vero e proprio tracollo in virtù dell’addio di Sir Alex Ferguson. Fine di un impero o soltanto fisiologica situazione di transizione?

    Svanita da tempo la possibilità di lottare per la Premier, l’ennesima sconfitta accusata per mano dell’Olympiakos ha creato nuove tensioni, ma i vertici societari dello United hanno comunque dei validi motivi per sperare in un futuro nuovamente vincente, grazie ad una situazione economica molto solida. Proviamo a dare uno sguardo ai risvolti commerciali della principale società inglese.

    Per quanto riguarda l’anno 2013, il club di Manchester ha totalizzato un giro d’affari di 423,8 milioni di euro, in aumento del 13,4% rispetto alla stagione precedente, situandosi al quarto posto tra le più ricche società calcistiche europee e consolidando la propria leadership tra i club britannici davanti ai cugini del City distanziati di oltre 100 milioni di euro. Suddividendo i ricavi nelle tre principali aree di guadagno, notiamo che i proventi denominati comunemente “da matchday” (cioè biglietti e abbonamenti dell’Old Trafford, più food & beverage venduti durante le partite) costituiscono il 30% del fatturato totale con la quota di 127,3 milioni di euro, i diritti televisivi per 118,6 milioni di euro costituiscono il 28% mentre la restante parte di 42% è stata realizzata grazie all’apparato commerciale, da molti anni ormai il punto di forza, fuori dal rettangolo verde, della società di proprietà dei Glazer. Grazie a sponsorizzazioni e partnership commerciali i Red Devils hanno totalizzato ben 177,9 milioni di euro! Il punto di forza a livello strategico risiede certamente nell’aver saputo creare, nel corso degli anni, un brand fortemente riconosciuto ed apprezzato in ogni angolo del mondo, con le aziende che si contendono a suon di milioni di euro la possibilità di poter affiancare il proprio nome all’immagine di un club e una squadra capaci di portare dei valori positivi e dunque di garantire ai partners commerciali una notevole cassa di risonanza a  livello internazionale. Sono tantissime le aziende che affermano di aver conseguito incredibili vantaggi grazie ad un tale progetto di sponsorizzazione. Il Manchester United condivide il proprio brand con 35 aziende sparse in tutto il mondo, in cui gli sponsors principali (Nike, Aon e, dalla prossima stagione, Chrysler) vengono affiancati da tutti gli altri partners minori, operanti in tanti segmenti di mercato diversi. Si va dai prodottori di bevande per ragazzi (Aperol Spritz e Pepsi Cola) ad aziende che operano nel campo della tecnologia (Epson Computer e Toshiba), dall’oggettistica di lusso (gli orologi Bulova) alle compagnie di viaggio (Thomas Cook e Aeroflot) fino alle imprese automobilistiche (Honda) e della comunicazione (Turk Telecom e Airtel, società che opera in territori asiatici e africani). Insomma, il marchio Manchester United risulta di successo per un’infinita molteplicità di multinazionali.

    Per continuare ad affermare questo concetto di globalità del brand e per rinsaldare il legame del club con i tifosi e dunque con le aziende sponsorizzatrici, risultano determinanti le tournée che lo United organizza ogni anno in estate, alle porte della nuova stagione. Dopo aver toccato lo scorso anno mete asiatiche e australiane, nel prossimo luglio i Red Devils saranno impegnati negli Stati Uniti, con il club che avrà dunque l’opportunità di rafforzare la propria quota di mercato e di valutare nuove opportunità.

    Alla luce di queste considerazioni possiamo quindi affermare che il club è pronto ad ammortizzare al meglio gli eventuali mancati introiti che verranno a mancare, nella prossima stagione sportiva, con la probabile esclusione dalla munifica Champions League: in questo momento il ritardo dal Manchester City quarto in classifica è molto significativo, e i Red Devils non sembrano in grado di rimontare e rientrare tra le top 4. Gli analisti hanno stimato in circa 50 milioni la perdita economica, sulla base di quelli che sono stati i dati economici della scorsa edizione della massima competizione continentale: il Manchester Utd ha infatti ricevuto 35,5 milioni di euro tra i bonus per il raggiungimento dei quarti di finale e la quota di diritti televisivi, oltre ad una media di 4 milioni di euro per gli incassi al botteghino di ognuna delle 5 partite disputate. Dunque una cifra piuttosto elevata che però, alla luce della propria impareggiabile forza commerciale, i responsabili della squadra rossa di Manchester riusciranno a non fare pesare più di tanto sulle casse societarie.
     

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