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  • Il ciclone Juve piomba a -2 dal Milan. Così Stramaccioni ha resuscitato l'Inter
Il ciclone Juve piomba a -2 dal Milan. Così Stramaccioni ha resuscitato l'Inter

Il ciclone Juve piomba a -2 dal Milan. Così Stramaccioni ha resuscitato l'Inter

 

Mentre il Milan si mangia il fegato per il secondo gol non gol della sua stagione, la Juve gli mangia due punti e la volata scudetto diventa ancora più avvincente.

Molto dipenderà anche da ciò che accadrà domani sera a Barcellona: se i rossoneri eliminano il Barça, i bianconeri possono approfittare delle loro doppie fatiche, in Champions e in campionato. In caso contrario, a decidere saranno Ibrahimovic, senza il quale il Milan non sarebbe dov’è e Del Piero che è l’anima della Juve.


Nel primo tempo, la partita con il Napoli è stata tanto combattuta quanto deludente sotto l’aspetto spettacolare. Nella ripresa, lo show dei bianconeri è stato un’autentica prova di forza.

Il primo gol juventino è stato accidentale, ma Bonucci ha piegato le gambe ai rivali che hanno ceduto di schianto al raddoppio di Vidal, davvero splendido per modalità di esecuzione e sono andati al tappeto quando Quagliarella li ha fulminati senza pietà.
Se avesse vinto, la squadra di Mazzarri avrebbe agguantato la Lazio al
terzo posto. Invece, i partenopei sono in caduta libera e, sette giorni dopo
essersi fatti rimontare due gol in casa dallo scatenato Catania, sono caduti
a Torino, letteralmente spazzati via dall’uragano bianconero con Zuniga che ha pure perso la testa dando una gomitata a Chiellini per essere giustamente espulso.

La Juve continua a migliorare il record d’imbattibilità (30 partite senza sconfitte) e a macinare gli avversari. Conte le ha trasmesso la sua voglia di vincere e un furore
agonistico che la bolgia dello Stadium moltiplica in quantità industriale. E
poi dicono che lo stadio di proprietà non serve.


Dicono anche che alla Juve di nuovo in Champions League non servirà Alessandro Del Piero: balle spaziali.


Marotta parla a nome di Agnelli e ripete che la decisione è stata presa: niente
rinnovo per il Capitano il quale, evidentemente, è troppo ingombrante. Ma

rinunciare a lui sarà un errore marchiano. Ieri sera, in 9 minuti ha dettato un assist e ha creato due palle-gol: come lui non c’è nessuno.

L’Inter, intanto, ha confermato che se non è pazza, non la vogliamo
e, in fondo, che gusto ci sarebbe per Moratti? Si fa per dire, naturalmente.

Il debutto di Stramaccioni non sarebbe potuto essere più in linea
con il codice genetico di una squadra alla quale il Ragazzo Prodigio ha immediatamente dato la scossa. Buona la prima per l’ex tecnico della
Primavera che, a 36 anni, si è presentato in serie A con umiltà, entusiasmo

e determinazione pari alla consapevolezza di giocarsi il presente e il
futuro in 9 partite.
Nel 5-4 al Genoa c’è la riscossa dei Veterani, a cominciare da Milito;
il rilancio di Zarate, ex soggetto smarrito, il nuovo flop di Forlan, ma
anche, il 4-3-3 che ha dato un calcio alle malinconie dell’Era Ranieri.
Una volta tanto,complimenti all’arbitro: Valeri ha fischiato 4 rigori,
tre per i rossoblù, uno per i nerazzurri e c’erano tutti; ha espulso un
giocatore per parte, non ha accusato nessuna soggezione psicologica.


“Se Stramaccioni fa bene, mi risolve molti problemi”, ha sospirato Moratti,

al quale non sembra vero di avere ritrovato la vittoria dopo i patimenti
delle ultime settimane, i cinque allenatori cambiati in 22 mesi cercando il
clone di Mourinho che non c’è, prendendosela con il povero Gasperini,
individuato come il responsabile sommo dell’annus horribilis quando,
nemmeno se avesse voluto, l’ex tecnico del Genoa sarebbe riuscito a
demolire l’Inter in soli 89 giorni. Chi ha venduto Eto’ e Balotelli? Chi ha
sbagliato tre mercati consecutivi? Chi ha cacciato Oriali preferendogli Branca?


Meno male che Stramaccioni ha portato una ventata di aria pura alla Pinetina, soffocata da troppi veleni e il cambiamento si è visto subito, sebbene la peggior difesa del campionato gli abbia facilitato il compito. Sette punti dal terzo posto sono molti, ma pososno non essere troppi. La bagarre è continua: mentre Lazio,

Udinese e Napoli sono caduti, la Roma è tornata prepotentemente a vincere: Luis
Enrique sta costruendo una squadra che gli regalerà molte soddisfazioni, soprattutto se, in futuro, Totti non dovrà più giocare a quaranta metri dalla
porta avversaria.
Verso la zona B, il Genoa rotola quasi quanto la Fiorentina senza capo né coda, suicida al Franchi davanti a tifosi che non hanno più occhi per piangere.
Al contrario del Chievo, la squadra di Delio Rossi non è abituata a lottare, non ha carattere, è un’accozzaglia di buoni propositi e pessimi risultatio. E, per sua fortuna, il Lecce ha pareggiato con il Cesena. Ma, sabato, i viola vanno a trovare
il Milan a San Siro. Comunque vada al Camp Nou domani, per questa sciapa Fiorentina saran dolori.


Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale www.calciomercato.com


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