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  • Il cigno chiamato Milan

    Il cigno chiamato Milan

    • Michele Carriero

     

    Da cigno esclusivamente nelle partite che contano in Champions League, in quelle partite da dentro o fuori, da tutto o niente; il Milan sta passando attraverso una metamorfosi che lo sta trasformando in un bel cigno, stupendo e perentorio nei risultati nell’arco di tutte le partite; da quella di coppa a quella di campionato (che tanti dolori aveva dato negli ultimi campionati, dopo la vittoria della Champions League 2007 ai danni del Liverpool).
     
    Campagne acquisti azzeccate, mirate, studiate nei dettagli e a volte anche fortunate. Con illustre cessioni come quella di Ronaldinho che ha inverosimilmente rinforzato la squadra prima di tutto sul piano psicologico: tutti uguali, non esistono “prime donne” con continui “mal di pancia” e capricci. I grandi acquisti sono entrati a Milanello con un basso profilo e adesso sono idoli della curva.
     
    Da Nocerino, El Shaarawy, Boateng a Van Bommel, Robinho e Ibrahimovic, c’era chi non era da grande squadra, chi era troppo vecchio o chi non era conosciuto. Tutti, uno per uno hanno smentito i più scettici conquistandosi ogni singolo tifoso milanista che adesso li adora, e li considera punti fondamentali di questa squadra.
     
    Non poteva mancare menzione per il creatore di questa squadra: Galliani, capace di far passare, uno sconosciuto e un promettente ma giovane talento, alla ribalta. È proprio lui che è stato capace di far ritrovare motivazioni a campioni che avevano ormai perso la “bussola“ (vedi Van Bommel, Muntari, Robinho e nel passato con gli acquisti di Seedorf e Pirlo, anche se su quest’ ultimo si è commesso un doppio errore). Capace di strategie al limite dell’ assurdo; ricorda molto le guerre di logoramento in “trincea”: aspettare con calma, sfinire l’avversario e sferrare il colpo decisivo. Quello vincente (il colpo Ibrahimovic rimarrà nella storia ). 

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