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  • Il ciuffo del Mancio basta e avanza

    Il ciuffo del Mancio basta e avanza

    "Essere il Mancio". Il Mancio ha (aveva) un bel ciuffo, il profilo elegante, è stato un gran bel giocatore (non un campione), ha personalità ma come allenatore e conoscitore di calcio è davvero molto sopravvalutato.
    Uno che come manager del City riesce a spendere 22 milioni per farsi comprare Balotelli, con tutti i giocatori che uno sceicco poteva mettergli a disposizione, dice già molto sulla sua cifra calcistica.
    Il calcio regala carriere insperabili e forse per questo puntualmente c'è sempre chi è pronto ad offrirgli le chiavi di casa a scatola chiusa.
    Lui, dall'alto del sentirsi il Mancio, inizia a fare e disfare, acquista di tutto eccetto ciò che serve e i risultati sono spesso deludenti. Ma siccome è il Mancio, gode di un credito inusuale.
    Mazzarri non ha il fisic du role per allenare l'inter, troppo ignorante, troppo limitato con quel suo modulo di gioco da calcio di provincia, forse inadatto alla gestione di grandi calciatori. Detto ciò calcisticamente vale 100 volte il Mancio.

    E allora si arriva al problema vero dell'Inter: la mancanza di ambiente, la mancanza di società, l'incapacità tutta aziendale di individuare i valori, l'esigenza di ovviare a tutto questo attraverso l'uomo forte alla Mourinho, l'uomo della provvidenza cui affidarsi mani e piedi.
    Il Mancio ha vinto una premier col City e vincere (va detto) non è mai facile; ma è pur vero che nessuno (tranne il PSG) sul pianeta ha speso quanto il City. ha vinto con l'Inter negli anni in cui calciopoli aveva spazzato via la Juve e i suoi grandi giocatori, alcuni dei quali passati in nerazzurro. Uno di questi Ibra rientra tra quei 3 giocatori al mondo che vincono i campionati da soli (e niente tolgo al suo talento se per circostanze misteriose non riesce a fare altrettanto in Europa).
    Adesso il Mancio, giunto all'Inter, si è fatto comprare di tutto, ma non ha comprato ciò che realmente serviva. Podolski è un acquisto sbagliato, un giocatore sopravvalutato. Buon tiro ma non cambia passo, non è rapido e a parer mio farà molta fatica in italia. Shaqiri invece è buono, compatto e rapido, piccolo ma difficile da spostare è un profilo interessante soprattutto in prospettiva. Per il resto rimangono i problemi di una squadra che si presenta con Ranocchia in difesa, medel, Kuzmanovic a centrocampo e ci metto anche Guarin (un giocatore che non ha una posizione definita). tanti troppi equivoci tattici che rendono l'Inter una squadra poco solida. Si è speso ma male.
    Tuttavia il Mancio e il suo ciuffo continuano a imperversare laddove altri sarebbero già a casa da tempo.

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    Higuain, un vecchio pallino.
    Quando si parla di campioni la tendenza è quella di sopravvalutare. 
    il campione è un "mister wolf", risolve problemi alla squadra.
    In Italia ce n'è uno, si chiama Gonzalo Higuain. La palla arriva su e poi ci pensa lui. Segna di destro, di sinistro, di testa, al volo, con dribbling, di astuzia, di rapina (mi fa impazzire vederlo sempre pronto e reattivo a scattare su ogni possibilità di respinta del portiere). i movimenti per smarcarsi sono sempre diretti a posizionarsi nel modo migliore per battere a rete. ha la potenza di un toro, ma è agile e rapido sui movimenti nel breve. Quando copre la palla non lo sposti, la tecnica è raffinata e soprattutto il tiro secco e preciso, quasi sistematicamente nell'angolino basso dove il portiere non arriva mai. 
    Così è fatto un campione.
    Gioca con tranquillità, consapevole della propria forza, va sempre per vie centrali, dove il calcio nasconde i suoi spazi e trovare uno spunto è materia proibitiva. 
    Mi basta vederlo fisicamente, questo toro col baricentro basso, copre la palla per impedire al difensore di intercettarla e mentre si gira a rete ritrova sempre la coordinazione, destro o sinistro indifferentemente, tira dove il portiere non può arrivare.


    Leonardo Corsi, agente FIFA

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