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  • Il Genoa chiede alla Figc l'assegnazione dello scudetto delle pistole

    Il Genoa chiede alla Figc l'assegnazione dello scudetto delle pistole

    • Marco Tripodi
    93 anni dopo c'è una partita di calcio che fa ancora discutere parecchio a Genova.

    È la finale del campionato 1924-25, o meglio le cinque partite che diedero il via libera al Bologna per la conquista del suo primo titolo italiano a scapito del Genoa.

    Quello che è passato alla storia come lo "scudetto delle pistole" è infatti una ferita aperta per i tifosi rossoblù che ora la società ligure intende provare a sanare una volta per tutte.

    Come ha spiegato ieri sera in diretta a TeleNord il dirigente del club più antico d'Italia, Tonino Bettanini, il Genoa presenterà nelle prossime settimane un fascicolo alla Federcalcio con l'intento di farsi assegnare quantomeno ex equo il successo di quel torneo.

    A riaprire il caso è stata la recente pubblicazione del libro scritto da Giancarlo Rizzoglio, “La stella negata al Grande Genoa”, che ha svelato nuovi dettagli sulle presunte irregolarità avvenute all'epoca per favorire la vittoria del Bologna.

    Il presidente di quella squadra era Leandro Arpinati, gerarca fascista molto vicino a Mussolini che negli anni successivi sarebbe diventato presidente della Federcalcio. La vittoria del Bologna sarebbe stata quindi favorita da pressioni esterne per fare un piacere personale ad Arpinati.

    I fatti attorno a quella gara in effetti furono decisamente travagliati. Giunte in finale del girone Nord per contendersi l'accesso alla finalissima nazionale contro l'Alba Roma, le due formazioni rossoblù dovettero disputare ben cinque gare prima di stabilire chi si sarebbe guadagnato la qualificazione. Dopo la vittoria del Genoa per 2-1, il Bologna ribaltò il risultato col medesimo punteggio al ritorno, portando la serie alla bella. Nella terza sfida però, giocata sul neutro di Milano, pesanti intimidazioni da parte dei giocatori nei confronti dell'arbitro e la presenza a bordo campo di alcuni dirigenti felsinei armati di pistole convinsero la federazione a non omologare l'incontro e a fare ripetere lo spareggio questa volta a Torino. Ma non andò meglio. Anzi la quarta sfida fu preceduta da violenti scontri tra le due tifoserie che coinvolsero diverse zone della città sabauda, sfociando in alcuni casi anche in brevi sparatorie. Sul campo la gara terminò in pareggio costringendo ad un quinto incontro che venne fatto giocare all'alba del 9 agosto a Milano a porte chiuse. Qui fu il Bologna a prevalere sul Genoa guadagnandosi l'accesso alla finalissima scudetto in mezzo alle veementi e furiose contestazioni della squadra ligure.

    Contestazioni rimaste inascoltate per quasi un secolo, ma che ora potrebbero clamorosamente tornare d'attualità garantendo al Genoa la conquista di quella stella d'oro, simbolo dei 10 scudetti vinti, a lungo inseguita.

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