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  • Il giorno di 'CASHley' Cole e del Gallo da 100 milioni

    Il giorno di 'CASHley' Cole e del Gallo da 100 milioni

    • Cesare Bardaro
    Gli auguri di Buon Compleanno di oggi vanno a:

    ANDREA BELOTTI, 1993, detto “Il Gallo” per il suo modo di esultare, suggeritogli dal suo amico d'infanzia Juri Gallo, attaccante del Torino. Nell'AlbinoLeffe era chiamato anche Belottino, per la presenza in rosa dell'omonimo Mauro. Da ragazzino fece un provino per l'Atalanta, che però lo scartò. Uno dei talenti più puri tra le nuove leve. “All’inizio giocavo da centrocampista centrale. Nella prima stagione con le giovanili dell’Albinoleffe mi hanno spostato a fare l’esterno offensivo. Poi, nel primo biennio della Primavera, siccome c’era solo una punta, mi hanno provato in quel ruolo. E lì sono rimasto. Devo moltissimo ad Andrea Pala, tecnico di quella Primavera: mi ha dato tanta fiducia“. Ha una clausola rescissoria di 100 milioni, valida però soltanto per il mercato estero. Secondo il Daily Mirror il Manchester UTD sarebbe disposto a sborsarli (notizia del 6 dicembre u.s.). “Ho un fratello che fa il cuoco. Ha scelto un’altra strada ma anche lui giocava a pallone. Quando torno a casa mi prepara sempe le lasagne di pesce. Le ha inventate una volta quasi per caso e a me piacciono moltissimo”. 

    JORGINHO, 1991, centrocampista brasiliano, naturalizzato italiano, del Napoli e della Nazionale. E' uno dei nuovi oriundi. Grazie al suo trisnonno paterno, originario di Lusiana, in provincia di Vicenza, E' figlio di una calciatrice “Mia madre era una calciatrice e mi portava in spiaggia tutti i giorni quando finiva di lavorare. Faceva la collaboratrice domestica per portare avanti la famiglia, ma il calcio era la sua grande passione. Passavamo interi pomeriggi ad allenare la tecnica sulla sabbia e la sua determinazione nella vita è diventata la mia mentalità sin dalla prima scuola calcio. Io gioco a pallone solo grazie a lei”.Non ebbe buon feeling con Benitez. E' invece diventato una pedina inamovibile nel 4-3-3 di Sarri. Quest'anno tuttavia, ha stentato all'inizio ed è stato scavalcato da Diawara. Si è anche parlato di un suo possibile addio a gennaio, ma ultimamente è in netta ripresa. L'anno scorso è risultato al primo posto nella classifica per i giocatori con più palloni toccati nei cinque principali campionati europei.

    ASHLEY COLE, 1980, terzino sinistro inglese dei Los Angeles Galaxy, ex Arsenal, Chelsea e Roma, dove giocò 16 partite tra il luglio 2014 al gennaio 2016. Ha vinto 2 campionati inglesi, 2 con l'Arsenal e 1 col Chelsea, 1 Champions e 1 Coppa UEFA col Chelsea. I tifosi dell'Arsenal non gli hanno mai perdonato il suo passaggio al Chelsea, considerandolo in traditore e chiamandolo, con un gioco di parole, CASHley, per il suo attaccamento al denaro. Nel febbraio del 2011 sparò un colpo di fucile ad aria compressa all'indirizzo dello studente Tom Cowan, vincitore di una borsa di studio che gli permetteva di lavorare come stagista nel centro sportivo del Chelsea. Dopo la prima, deludente, stagione in giallorosso (“In Premier Leaguesi gioca con ali brevilinee, mentre in A ho affrontato calciatori più forti fisicamente e spesso ti trovi ad affrontarne due sulla fascia. Forse è un po' troppo fisico per me e non ero pronto a questo”), andò in vacanza  a Marbella, dove, secondo il Daily Mail, non badò a spese per un party: 20 mila sterline (circa 27 mila euro) in bottiglie di champagne. Ma invece di berlo, Cole e i suoi amici lo avrebbero però spruzzarlo sugli altri invitati alla festa. Insieme a lui era presente anche il centrocampista dello Spartak Mosca, Patrick Ebert che ha postato una foto insieme al difensore inglese e a tantissime donne. D'altra parte non ha mai nascosto i motivi per cui aveva scelto l'Italia «Mi sveglio ogni mattina libero come un uccello. So per certo che non dovrò temere una di quelle storie da spazzatura di carta  su una serata in discoteca. Lo scorso anno ho avuto alcune offerte dalla Premier League, ma non avevo voglia di rimanere. Ho pensato che era giunto il momento di lasciare e di godersi una cultura diversa.  In Inghilterra tutto è più esagerato, in Italia tutto è più rilassato. Puoi andare a cena fuori, gustarti un bicchiere di vino, anche fumare: in Inghilterra saresti crocifisso per questo”. Pensava insomma di aver trovato l'America in Italia, ma è durato poco ed è dovuto andare direttamente negli Stati Uniti. Nel giugno 2015 fu picchiato da una modella di Playboy, tale Carla Howe, che lui aveva scambiato per la sorella gemella Melissa, con cui aveva avuto una storia quando era ancora sposato con la moglie Cheryl “L’ho preso a pugni per tre volte e molto duramente, inoltre nella mia mano destra, quella con cui lo colpivo, indossavo un anello. Ashley mi aveva seguito dalla sezione Vip nella zona dell’atrio e si è messo faccia a faccia con me. A quel punto mi sono scagliata contro di lui. Ashley gridava: “Mi ha rotto il labbro”. Sono stata portata via dalla sicurezza, ma un amico mi ha detto che lui non riusciva a parlare dopo i miei colpi. Se lo meritava, pensa di poter trattare le donne come spazzatura". 

    Auguri anche a 

    MASSIMO FILARDI, 1966, ex difensore di Varese, Napoli, Avellino, Taranto, Benevento.

    ALBERTO NOCERINO, 1975, ex terzino sinistro di Savoia, Altamura, Crotone, Cosenza, Lecco, Benevento, Cavese,  Avellino.

    CHRISTIAN ADAMI, 1976, ex terzino destro di Pro Sesto, Treviso, Vicenza, Venezia, Torino, Catanzaro, Portogruaro, Rovigo.

    LUCA MARTINELLI, 1988, difensore del Foggia. Vanta una presenza in serie A: il 22 agosto 2015 in Empoli- Chievo.

    Il 20 dicembre era nato anche:

    BENITO LORENZI, 1925-2007 attaccante di Empoli, Inter, Alessandria, Brescia, Varese. Toscanccio di Borgo a Buggiano era detto Veleno per le sue battute al vetriolo e la cattiveria agonistica.  In realtà però la prima ad affibbiargli il soprannome era stata la madre, quando era ancora un bambino piuttosto vivace. «In casa ero vivace, una peste. Poi lei lo raccontò anche ai giornalisti» Invece il nome Benito lo deve al nonno, morto a 95 anni, per 77 della sua vita ogni giorno a fare il pane. Poi i fascisti gli chiusero il forno. E un giorno Veleno gli chiese. «Nonno, mi hai chiamato Benito e quelli ti hanno chiuso il forno. Ma che storia è mai questa?». Poco meno che ventenne, però, aderì alla repubblica di Salò. In nerazzurro conquistò due scudetti consecutivi nel ’53 e nel ’54, dopo tredici anni di digiuno. Nel 1947, nella sua prima partita contro la Juve  segna due gol in avvio e dopo le reti provoca e schernisce i giocatori bianconeri, ad un certo punto il difensore Rava esplode e fa per dargli un secco cazzottone sul muso, ma Benito si abbassa e così ad essere centrato è il suo compagno Quaresima, che rimane a terra per 5′ circa (e dopo essersi rialzato domanda se era stato colpito da una bomba). Fu lui ad appioppare il soprannome “Marisa” a Boniperti, che non gradiva affatto. 
    Cercò di provocare il gigantesco John Charles, ballonzolandogli intorno dicendo: «La regina è una p...la regina è una p...». E quell'altro nulla. E lui: «Ti sto dicendo che la regina è una p...». E l'altro: «Dillo pure, tanto io non sono inglese, sono gallese».
    Era solito strizzare i testicoli degli avversari  durante i contrasti, per sbilanciarli. Durante il derby del 6 ottobre 1957, dopo che l'arbitro Lo Bello aveva concesso un contestato rigore al Milan, corse verso il massaggiatore  e si fece dare un pezzo di limone, che piazzò sotto il pallone sul dischetto degli undici metri. . L'ala rossonera Cucchiaroni calciò fuori il rigore (in genere provava il “cucchiaro”. Battutaccia). L'Inter vinse per 1-0 la partita, e al fischio finale Lorenzi scappò di corsa negli spogliatoi per evitare l'invasione di campo dei tifosi infuriati. «Una volta, a Firenze, Nyers sbagliò un gol facile. Non ci vidi più e gli diedi una botta in testa. Se ne andò dal campo offeso. Ed io: rientra che i conti li facciamo dopo». Poi, però, Nyers segnò una rete di testa, come raramemte gli capitava. E dopo il gol cominciò a rincorrere Lorenzi.
    Ai Mondiali di Svizzera del 1954, nella partita contro i padroni di casa, rifilò un calcione all’arbitro brasiliano Viana.«Come al solito dissero che ero stato io. Sì, certo qualche calcio glielo sferrai pure io, ma ero uno degli ultimi, gli altri lo avevano già spintonato, scalciato, se lo meritava. E quando entrò nello spogliatoio corse incontro ad un certo signor Andreolo, ex campione del mondo che era il nostro accompagnatore, come per chiedergli protezione visto che era sudamericano come lui. Per tutta risposta Andreolo, quando gli fu a tiro, gli piazzò un cazzotto in faccia. Quel Viana non arbitrò più, fu radiato e perdonato solo trenta anni dopo». “Nel primo tempo aveva segnato Ballaman, Boniperti aveva pareggiato a un minuto dall’ intervallo. Nella ripresa ci fu una nostra azione travolgente, Galli se ne andò via saltando due avversari, il suo tiro finì sul palo, io ero là, con due svizzeri sulla linea di porta e buttai dentro la palla. Viana fischiò e annullò il gol che ci avrebbe dato la qualificazione per i quarti. Il gol era regolarissimo, ma Viana prima disse che era fuorigioco, ma come? con gli svizzeri sulla linea di porta? Poi cambiò idea dicendo che c’era stato un fallo di Galli, e come, dribblare due avversari significava commettere fallo? Ma non finì così, a una diecina di minuti dalla fine, sempre sull’uno a uno, il più pericoloso degli elvetici, il centravanti Huegi, scappò in contropiede, prese per la maglia Tognon spostandolo, Viana fischiò da metà campo, ma Huegi segnò lo stesso, e l’incredibile arbitro convalidò il gol. Una cosa pazzesca. La dimostrazione che era stata commessa una frode ai nostri danni viene dal fatto che nemmeno un’ammonizione fu distribuita agli azzurri che avevano riempito di insulti e di calci l’arbitro“. 
    Il suo debutto in nazionale coincise con l'ultima gara in azzurro di Valentino Mazzola. Dopo Superga si prese cura dei figli Ferruccio e Sandro, che lo ricorda cosi'. "E' l'unica persona che si ricordo' che mio padre aveva lasciato due figli. Era un burlone amava scherzare e a volte gli allenatori non lo facevano giocare anche per questo, mio padre in Nazionale lo difendeva e lui se ne ricordo' per sempre. Una persona eccezionale .” Fu lui a portarlo all'Inter «Dicevo che era grande come il padre. Ma non era vero. Lo dicevo per tenerlo su»
    A inizio carriera disputò 40 partite nell'Empoli, ma gli almanacchi ne riportano solo 39. E' la conseguenza di uno scherzo fatto dal portiere, suo compagno di squadra, che per prendere in giro l’amico centravanti aveva dichiarato ai giornali che nella partita domenicale il centravanti sarebbe stato Pirinai. La notizia venne riportata sui giornali e sugli almanacchi, salvo poi scoprire che Pirinai era il matto del paese: la presenza rimase accreditata al fantomatico Pirinai. A fine carriera, ad Alessandria  urlò “la terra ai contadini!”, al compagno di squadra  Filini (niente a che vedere col ragioniere fantozziano), che aveva appena sbagliato un tiro a rete sollevando una zolla del terreno.

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