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  • Il giorno di Picchi, del 'Flaco' Pastore e del 'Baggio dei Carpazi'

    Il giorno di Picchi, del 'Flaco' Pastore e del 'Baggio dei Carpazi'

    • Cesare Bardaro
    Il 20 giugno era nato ARMANDO PICCHI, 1935-1971. Era il libero, anche se aveva cominciato la carriera (in Livorno e SPAL) come terzino, della grande Inter di Herrera. Quest'ultimo, però, nel 1967 lo scaricò (“O via lui o via io”) e passò così al Varese, dove rimase 2 anni. Vittima di un grave infortunio, (frattura del tubercolo sinistro del bacino) lasciò il calcio giocato e nel
    1969-70 subentrò sulla panchina del Livorno, in serie B, portandolo ad una tranquilla salvezza. L'anno successivo Allodi e Boniperti lo chiamarono a guidare la rinnovata Juventus coi giovani Bettega, Capello e Causio. Il 7 febbraio 1971, sintomi della malattia incurabile che lo aveva colpito, la amiloidosi, lo costrinsero a lasciare il posto, all'inizio provvisoriamente, a Vycpalek. Si spense il 26 maggio. Nel 1990 la sua città natale, Livorno,
    gli intitolò lo stadio dell'Ardenza. (“La prima volta che ho indossato la maglia del Livorno mi sono sentito nudo perché la mia pelle era amaranto”)
    Dotato di grande personalità («Non era il capitano perché la società gli aveva dato la fascia, era il capitano perché era il nostro punto di riferimento.” Sandro Mazzola) la palesò anche nei suoi rapporti col mago Herrera “Mio papà si fidava tantissimo di Picchi, al punto di fare le cose di nascosto a Herrera per assecondarlo. Una sera, addirittura, mio padre dette libera uscita ai giocatori su richiesta di Armando e, quando arrivò a casa, mi disse divertito chissà cosa dirà poi Herrera...” (Massimo Moratti) Una volta lasciò undici bottiglie di champagne vuote fuori dalla porta di Herrera che aveva proibito un brindisi. Sul finire della stagione 1966-67 dichiarò. "Herrera ci sta facendo allenare troppo, ci sta spompando", Finirà con la sconfitta di Mantova e il ko col Celtic, due mazzate che costarono scudetto e Coppa Campioni in pochi giorni e Picchi finì a Varese. Da allenatore bianconero scrisse sul suo diario, a proposito di Haller ritenuto un elemento di disturbo perché rimproverava i compagni durante le partite, diminuendone il rendimento: "Ora basta
    perché con Haller mi sono rotto le palle. Se invece di essere allenatore fossi un compagno di squadra a quest'ora lo avrei già picchiato più volte" "I momenti liberi rari sono pochi e non li butto via in sciocchezze. Mi piace studiare le lingue. Non mi piace proprio fare il "tonto", quando sono in giro per il mondo. Per questo mi tengo sempre allenato in francese, inglese, spagnolo o tedesco. Ho sempre fatto tutto con serietà perché senza serietà non si
    può andare avanti in questo sport che richiede sacrifici e uno spirito di abnegazione non comuni. E' necessaria una cosa sola: fare il proprio dovere"

    BUON COMPLEANNO A

    KALIDOU KOULIBALY, 1991, difensore senegalese del Napoli

    JAVIER PASTORE, 1989, “El flaco” centrocampista argentino del Paris SG, al Palermo dal 2009 al 2011. Ha fondato l'associazione "Soplo de Vida" che si occupa di cani abbandonati, soprattutto quelli da pastore (battutaccia)

    FRANK LAMPARD, 1978, centrocampista inglese del New York City, ex West Ham, Chelsea, Manchester City. Avrebbe un quoziente di intelligenza superiore a 150. Nel 2012-13 diventò il calciatore fino a quel momento più pagato del campionato inglese, con il ritocco dell'ingaggio a 6 milioni

    LUCA CIGARINI, 1986, centrocampista dell'Atalanta. Soprannominato “il Professore” da Cesare Prandelli.

    ROBERTO SCARNECCHIA, 1958, ex centrocampista di Almas Roma, Roma, Napoli, Pisa, Milan, Barletta. E' stato sposato con Parvin Tadjk, attuale moglie di Beppe Grillo. Attualmente è chef «Tutto è cominciato stando vicino a mia madre, Giovanna, per tutti Gianna. Lei cucinava benissimo e i miei amici al mare volevano sempre venire a mangiare da noi, da mamma Gianna. Avevamo una villa a Lavinio, quando tornavano dal mare e passavano davanti a casa mia sentivano i profumi provenienti dalla cucina. La frittata di zucchine e patate di mia madre era indimenticabile. Lì è nata la mia passione, così anche quando giocavo i miei compagni di squadra dopo gli allenamenti dicevano spesso: «Andiamo da Roberto». Poi nel 1999 mio padre ha aperto un ristorante alla Romanina, si chiamava “la casa”. Avevo smesso di giocare, facevo l’aiuto cuoco, ero già bravino..L’anno dopo curai la parte ristorativa del primo Milan Point. Ancelotti veniva spesso. Carlo ama la cucina parmigiana, la pasta, anche i piatti romani: amatriciana, cacio e pepe. Carlo è sempre stato una bella forchetta. Ma venivano anche gli altri. Dopo l’esperienza al ristorante decisi di perfezionarmi. Ho fatto il master di cucina, mi sono specializzato, ho studiato. Uno chef deve conoscere tutti i piatti, gli alimenti, l’acido, il basico, il dolce e il salato. A me piace inventare tanti piatti riprendendo quelli tradizionali
    nella loro semplicità. Oggi vediamo questi chef che fanno accostamenti arditi... Io sono più tradizionalista. Ma provate a mischiare in una pasta al sugo carote con le nocciole. Oppure gustate l’equilibrio tra la provola affumicata e il salmone affumicato. Oppure la pasta lunga con il tartufo nero, crema di mascarpone e salmone. Non ho una preferenza specifica nei piatti, faccio anche i dolci, ha successo il mio strudel alla nutella, oppure un tiramisù
    con una cialda tipo lingua di gatto. Tutto preparato espresso. I miei piatti partono dalla tradizione con piccole rivisitazioni, senza andare in campi difficili, dove lascio cimentarsi grandi chef come Davide Oldani e Sergio Mei. Mi piace molto anche Bruno Barbieri. Una volta Barbieri ha proposto un piatto che gli ha suggerito una casalinga, lo ha rivisitato, ma ha dato i meriti alla signora. Se entra una vecchietta dentro al ristorante e ti dice metti una foglia di alloro in un piatto, è meglio che ce la metti. L’umiltà è una qualità importante anche in cucina». Non mi piace dare troppa enfasi al ruolo del cuoco, a volte penso che
    non bisognerebbe prendere troppo sul serio la cucina. Invece oggi ci sono tutte queste trasmissioni e la gente piange se non riesce a preparare bene un piatto. Liedholm mangiava il giusto, senza sfizi, ed era astemio come me. Ma concedeva grande libertà a tavola: in ritiro non mancavano mai pane e vino. “Tanto è il campo a fare la spia” ripeteva. Un uomo geniale, dotato di un sense of humour irraggiungibile. Un sabato notte, io e sei compagni abbiamo fatto una fuga stipandoci in una sola macchina. Tornando in hotel,
    verso le tre, becchiamo il Barone: non ci ricordavamo che lui amava fare passeggiate anche a notte fonda. Ci vede, si ferma, panico generale.“C’è posto anche per me, ragassi?” domanda. E prosegue, tranquillo, il suo giro nel parco.”

    IVO PULGA, 1964, ex centrocampista di Carpi, Modena, Cagliari, Prma, Vicenza. Come allenatore è stato protagonista di un vero e proprio valzer della panchina con Diego Lopez. Nel 2012-13 subentra a Ficcadenti e Lopez è ilsuo vice. L'anno successivo viene promosso allenatore l'uruguaiano e Pulga fa il vice. Il 18 febbraio 2014 viene esonerato ma il 7 aprile è richiamato per sostituire Lopez, "È successo quello che non doveva capitare per nessun
    motivo al mondo. Cellino cacciò prima me, poi due mesi dopo Diego. Io a quel punto fui richiamato. Cosa potevo fare? Rifiutare o accettare avrebbe fatto scontenti tutti. Non c'era scelta e alla fine Lopez s'è sentito tradito. In quei casi un presidente deve esonerare la panchina in blocco. Cellino ci ha messo l'uno contro l'altro". Infatti i 2 non si parlano più da tempo Attualmente è disoccupato "Certamente mi dispiace ma so come funziona questo
    mondo. Non conta quello che hai fatto, a volte contano di più le conoscenze e le amicizie con i direttori sportivi.Non a caso girano sempre gli stessi allenatori per cui ,da una parte, me lo aspettavo. Speriamo che qualcuno si ricordi di me. Io sto seguendo tutte le categorie, visto che vivo anche in una zona in cui ci sono tante squadre a portata di mano: dalla Lega Pro alla B fino alla Serie A, riesco a seguire di persona tutti i campionati".

    LORENZO SQUIZZI, 1974, ex portiere di Juventus, SPAL,Atletico Catania, Lucchese, Salernitana, Reggiana, Monza, Cesena, Catania, Perugia, Chievo

    FRANCO SEMIOLI, 1980, appena ritirato e diventato allenatore degli juniores del Chieri, in serie D. Ex Torino, Salernitana,Ternana, Vicenza, Chievo, Fiorentina, Sampdoria, Chieri. Notevole la sua somiglianza con Pippo Franco.

    Jenílson Ângelo de Souza, conosciuto come JUNIOR, ex laterale sinistro brasiliano, in Italia giocò nel Parma (2000-04) e a Siena gennaio giugno 2004

    TAMAS SANDOR, 1974, ex centrocampista ungherese. Detto “Baggio dei Carpazi” e “Mancini del Danubio” ,nel 1997-98 giocò nel Torino: 6 minuti contro il Castel di Sangro il 14 dicembre 1997. «Abbiamo acquistato l’astro nascente del calcio europeo dell’Est» (Massimo Vidulich, Presidente Torino, nel giorno della presentazione)

    BUON COMPLEANNO ANCHE A

    KAMIL KROL,1987, attaccante polacco dell' APS ZAKYNTHOS, al Brescia 2006-07

    RICHARD LUGO, 1992, attaccante paraguaiano del River Plate Ascuncion, al Bari nel 2013-14 e al Grosseto nel 2014-15

    DANIELE VERDE, 1996, attaccante del Pescara, in prestito dalla Roma

    DANIELE CAPELLI, 1986, difensore del Cesena

    ANDREA NALINI, 1990, ala destra della Salernitana

    CHRISTIAN CESARETTI, 1987, attaccante del FeralpiSalò

    RICCARDO DE BIASI, 1994. difensore della Reggiana 

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