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Il miglior attacco del Napoli è quello dello scorso anno?

Il miglior attacco del Napoli è quello dello scorso anno?

  • Luca Bedogni
    Luca Bedogni
Ancelotti oramai dispone di così tante varianti in attacco, e tutto in quel reparto si è talmente ingarbugliato per via del turnover, che risulta davvero difficile capire quale sia l’assortimento migliore tra i possibili, quando il gioco si fa duro. I famosi titolari, insomma, chi saprebbe indicarli con certezza? Carletto è diventato un fanatico al contrario: adesso cambia, ruota di continuo. E se per alcuni questa è saggezza, per altri è una forma raffinata di insoddisfazione o, peggio, un’ammissione. La maschera del galantuomo confuso (o infelice). 
 
FABIÁN TREQUARTISTA, PRIMA GIORNATA- Tutto non comincia a Firenze, la prima giornata di campionato. Di fatto si rivede in campo la formazione tipo della seconda parte dello scorso anno, con Insigne tornato a sinistra, Mertens prima punta, Callejon a destra e lo spagnolo Fabián Ruiz sulla trequarti, a legare attacco e centrocampo. La cronistoria sarà svelta, promesso.



INSIGNE GIÙ, LOZANO SUBITO DAVANTI - Dopo una vittoria sofferta e tre gol subiti nonostante la coppia delle meraviglie Koulibaly-Manolas, arriva la sfida-verità in casa della Juve di Sarri. Ancelotti ripropone lo stesso attacco, ma all’intervallo toglie un deludente Insigne, sotto di due gol. È debutto per Lozano, che in 45 minuti aiuta il Napoli a salvarsi la faccia, segnando pure una rete. Questa qui sotto, su assist di Zielinski che nel frattempo aveva preso il posto di Insigne lungo la fascia.  



Sì, perché il primo utilizzo e inquadramento di Lozano da parte di Ancelotti è stato coerente con quanto si è visto dopo, nelle partite successive: il messicano è arrivato per assecondare un’intuizione dell’allenatore di Reggiolo, insomma per giocare davanti, non in fascia come si credeva inizialmente, e come continua a pensare erroneamente il Cassano di Tiki Taka quando dice che Ancelotti non voleva Insigne già in estate proprio a causa di Lozano. Perché altrimenti non mettere el Chucky direttamente in fascia, una volta tolto Insigne all’Allianz Stadium?
 
‘EL CHUCKY’ E ‘CIRO’ – Alla terza giornata, contro la Samp, Ancelotti fa quello che aveva fatto alla seconda: conferma il meglio che aveva visto nella partita precedente, così Insigne parte dalla panchina per la prima volta. Si rivedono Lozano e Mertens al centro dell’attacco: più che turnover sembra un tentativo di quadratura del cerchio.  



Il nuovo folletto del Napoli pare subito destinato a ricoprire quella funzione che Insigne aveva tentato sì di ricoprire, ma l’anno scorso, quando Ancelotti gli chiese di fare la seconda punta. Evidentemente a Carletto piace l’idea di avere in campo due punte tecniche e dinamiche nel suo 4-4-2; due giocatori in grado di attaccare gli spazi a campo aperto e l’area sui cross bassi.   



Non c’è una vera prima e una vera seconda punta, quando Lozano e Mertens giocano insieme. Il belga e il messicano possono alternarsi, scambiarsi le funzioni, come si evince dalle immagini qui riportate (sopra e sotto). Ecco ad esempio Mertens accentrarsi sulla trequarti, mentre Lozano ‘funge’ da riferimento avanzato, spalle alla porta, per una sponda eventuale. Mertens servirà invece con un filtrante il bel taglio di Insigne, dando vita all’occasione più ghiotta del primo tempo di Napoli-Cagliari.



I DUE ARIETI – La nostra cronistoria ha lasciato indietro una partita, quella di Lecce, dove Ancelotti giocò la carta dei due arieti dall’inizio. Turnover, stavolta sì, dato che era alle porte il più difficile turno infrasettimanale contro il Cagliari (poi perso 0-1). Eppure era anche una prova, quella col Lecce, una sorta di test per verificare la compatibilità fra i due marcantoni Llorente e Milik. Funzionò? A giudicare dal risultato (1-4) e dalla doppietta dello spagnolo direi di sì. Qualcuno riprese a dire che Milik, in nazionale, fa pur sempre la seconda punta di Lewandowski.  



In ogni caso Ancelotti, per assicurarsi comunque un buon gioco tra le linee, a Lecce schierò due ‘fantasisti atipici’ sulle fasce, entrambi a piede invertito. Che stessero anche uno accanto all’altro Llorente e Milik, tanto sotto di loro entravano gli esterni..  
 
LLORENTE E MERTENS, LA NOVITÀ TRADIZIONALE – Quella di Lecce fu un’occasione un po’ particolare: serviva vincere facile e alla svelta, bisognava intimorire l’avversario già dalla consegna della distinta. Era invece alla sesta di campionato, dopo la sconfitta col Cagliari, che occorreva schierare di nuovo il meglio a disposizione in attacco, per evitare un altro scivolone. Allora Ancelotti mandò per la seconda volta Insigne in panchina (dentro Zielinski a sinistra), optando stavolta per un tandem tradizionale: Mertens-Llorente, il piccoletto e il gigante. Ecco una splendida e fin troppo generosa torre dello spagnolo per il belga, dentro l’area bresciana.



Sentite però le parole di Ancelotti pronunciate alla vigilia del match di Champions: “Se fossi certo che nella partita di domani giocheremo nell’area di rigore del Salisburgo, Llorente avrebbe dei vantaggi. La scelta dipende anche dalla partita che potrebbe venire fuori. Nella gara di domani ci servono attaccanti bravi”. Questa riflessione apre allora due possibilità, che tratteremo tra poco, alla fine.
 
IL TRIDENTE BOCCIATO – Di certo mercoledì sera non rivedremo il tridente di Torino. Lo 0-0 bigio in casa dei granata non ha lasciato buone indicazioni in quel senso. Fabián e Zielinski sono due mezzali, Lozano e Insigne sono degli esterni, Mertens può fare il falso nueve: è Ancelotti in questo caso il problema, è lui che non crede davvero in quel modulo, o per lo meno è a lui che piace poco.



LA VARIANTE MILIK – Dunque per la trasferta di Salisburgo non resta che l'opzione Lozano (già apprezzata tra l’altro contro il Liverpool) in tandem con Mertens (un Lozano tuttavia non ancora sbocciato), oppure Milik, Milik e il belga al centro dell’attacco. “So già se giocherà dal primo minuto ma non ve lo dico, ma potrebbe”, queste le parole sibilline di Ancelotti su Arkadiusz nella conferenza pre-partita di martedì. Il polacco, dopo la buona prova contro il Verona, potrebbe rappresentare una sorta di via di mezzo tra Llorente e Lozano, più dinamico del primo e più utile del secondo nel gioco aereo. L’uomo da cercare in caso di difficoltà, anche alla cieca, per eludere l’ormai noto ma non per questo meno temibile pressing alto delle squadre targate Red Bull.  

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