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  • Il Milan dei tre olandesi

    Il Milan dei tre olandesi

    La storia si ripete. Meno entusiasmante, meno avvincente e sicuramente meno vincente, ma il binomio Milan-olandesi è di nuovo di moda dalle parti di Milanello. C'era una volta il Milan di Rijkaard-Van Basten-Gullit, delle gestioni di Sacchi e Capello, una squadra che ha dettato legge in Italia e in Europa cambiando il modo di intendere il calcio. Le immagini sono a colori,  i ricordi sono vivi, ma l'epoca è lontana. Il Milan del presente ha altri tre olandesi, Van Bommel, Emanuelson e Seedorf, imparagonabili per talento e qualità ai predecessori, ma che stanno scrivendo pagine della storia rossonera.

    L'ex Bayern Monaco, dei tre, è quello che più serve ad Allegri, che lo considera insostituibile. Emanuelson non è ancora riuscito ad esprimersi a grandi livelli, ma si sta guadagnando la fiducia del tecnico e dei compagni, più da trequartista (stasera è in ballottaggio con Aquilani) che da interno di centrocampo. C'è poi il 35enne Seedorf, l'uomo delle quattro Champions vinte, che quando i ritmi non sono altissimi riesce ancora a fare la differenza e a segnare gol decisivi, come contro il Cesena.

    Difficilmente questa legione orange farà meglio del trio delle meraviglie Rijkaard-Van Basten-Gullit, ma è altrettanto improbabile che faccia peggio di Kluivert-Bogarde-Davids, alla griglia di partenza della stagione 1997-1998, con Capello in panchina. In tre hanno collezionato solo 34 presenze (27 solo Kluivert, con sei gol), tra incomprensioni con tecnico e staff e atteggiamenti poco professionali fuori dal campo.

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