Calciomercato.com

  • Il Milan fa paura anche senza Ibra. Vince anche con la Samp e chi vuole lo scudetto si deve preoccupare

    Il Milan fa paura anche senza Ibra. Vince anche con la Samp e chi vuole lo scudetto si deve preoccupare

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Il Milan non rallenta più e, senza Ibrahimovic, Leao, Bennacer e Kjaer, vince anche in casa della Sampdoria (2-1) spegnendo le albagie di Inter, Juve e Napoli che sognavano di accorciare il distacco. Invece il successo (a segno Kessie su rigore, Castillejo) significa almeno due cose. La prima, il Milan non è solo Ibra. La seconda, dopo dieci giornate e avendo già affrontato il derby, la Roma e il Napoli, la squadra di Pioli è una candidata al pari di Inter e Napoli (io, si sa, escludo la Juventus) per la conquista del titolo.

    A Genova il Milan ha sofferto relativamente nei primi dieci minuti (colpo di testa di Tonelli sotto la traversa, deviato splendidamente da Donnarumma) e negli ultimi otto, più i quattro di recupero. Ma, mentre all’inizio la Sampdoria ha aggredito, pressato, vinto contrasti, è arrivata prima sulle seconde palle, collezionando calci d’angolo e cross, nel finale non c’è stato nulla di organizzato e previsto. Solo un lanciare lunga la palla nella speranza di una spizzata o del cross del solito Candreva. Sull’ultimo, giusto al 49’, Ekdal, autore dell’1-2 sempre di testa, ha mandato alto.

    Tuttavia leggere la partita solo attraverso le occasioni sarebbe un falso storico. Sia perché, in ogni caso, il Milan ne ha avute di più. Sia perché le cifre del possesso palla e, soprattutto l’iniziativa del gioco, è sempre stata tra i piedi dei milanisti.

    Claudio Ranieri ha scelto di opporre il 4-4-2, con Quagliarella e Gabbiadini di punta, al 4-2-3-1 del Milan. Poi, all’intervallo, pur non cambiando sistema di gioco, ha inserito Ekdal per Adrien Silva e Damsgaarrd per Jankto. Quest’ultimo è stato l’involontario protagonista dell’episodio che ha sbloccato la gara allo scadere del primo tempo. Su incursione aerea di Theo Hernandez, Jankto colpiva, anche se del tutto involontariamente, la palla con un braccio molto largo rispetto alla congruità del salto. Calvarese se ne accorgeva e, con la conferma del Var, assegnava il calcio di rigore. Ora è ormai chiaro a tutti - anche a chi lo nega - che l’involontarietà è stata di fatto cancellata per quanto riguarda i tocchi di mano in area e che qualsiasi pallone anche solo sfiorato da un braccio comporta automaticamente il calcio di rigore. Figurarsi nel caso in cui - come questo - l’arto è nettamente staccato dal corpo. Rigore luterano, ma rigore che Kessiè tornava a trasformare con molta sicurezza.

    Però il Milan non è racchiuso solo in questo episodio. Poco prima, esattamente al 39’, Tonelli aveva salvato un pallone che sembrava già dentro la porta, su azione di sfondamento di Rebic. Intorno al 20’, invece, Ferrari si era opposto con bravura e tempismo ad un tiro a colpo di sicuro, da dentro l’area, sempre di Rebic, servito da Saelemaekers.

    Questo per ribadire che il Milan, dopo un avvio stentato, aveva preso in mano il gioco, mettendo la Sampdoria prima nella sua metacampo e poi non facendola uscire, quasi, dalla propria area. Difficile non ammettere che il vantaggio non fosse meritato anche perché dal 19’ del primo tempo Ranieri era stato costretto a sostituire Bereszynski (infortunato) con Colley e quest’ultimo, al centro della difesa, ha preso a giganteggiare sia sui palloni aerei che sulle sortite in velocità del Milan.

    Nulla e nessuno, però, avrebbe potuto al 47’ sulla splendida azione, tutta di prima e tutta palla a terra, chiusa da un passaggio di Hauge (subentrato ad uno spento Diaz) per Tonali. L’esterno destro del giovanissimo centrocampista, in crescita rispetto alle precedenti esibizioni, è finito lemme lemme sul palo alla sinistra di Audero.

    Da quel momento in avanti, il Milan, ben lungi dall’amministrare il vantaggio, ha cercato con una serie di combinazioni, o per il terzo uomo o per l’attacco alla profondità, di trovare scoperta una Samp che ha perso anche Gabbiadini (problema muscolare) per La Gumina.

    Fortunatissimo, invece, ad un quarto d’ora dalla fine il cambio di Saelemaekers con Castillejo. Neanche un minuto dopo il suo ingresso in campo, lo spagnolo è andato in gol al culmine di un’azione cominciata da Hauge e proseguita da Rebic con un cross basso all’indietro sul quale Castillejo è arrivato puntuale.

    Detto che Rebic ha mancato il 3-0 dopo uno splendido spunto con cross di Calabria (79’), la partita si è ravvivata nella coda (82’). Da un angolo di Candreva, Ekdal si torceva di testa sorprendendo Donnarumma. Ma il pareggio, ove mai fosse arrivato, sarebbe stato iniquo. Il Milan va veloce e ancora non si capisce chi lo possa fermare.

    :(actionzone)


     
    IL TABELLINO

    Sampdoria - Milan 1-2 (primo tempo 0-1)


    Marcatori: 45’ p.t. rig. Kessie (M), 31’ s.t. Castillejo (M), 37’ s.t. Ekdal (S),

    Assist: 31’ s.t. Rebic (M), 37’ s.t. Damsgaard (S).

    Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski (17’ p.t. Colley), Ferrari, Tonelli, Augello (36’ s.t. Leris); Jankto (1’ s.t. Damsgaard), Thorsby, Silva (1’ s.t. Ekdal), Candreva; Gabbiadini (12’ s.t. La Gumina), Quagliarella. All. Ranieri.

    Milan (4-2-3-1); Donnarumma; Calabria, Gabbia, Romagnoli, Hernandez; Tonali, Kessie; Saelemaekers (30’ s.t. Castillejo), Calhanoglu (45' s.t. Krunic), Diaz (1’ s.t. Hauge); Rebic. All. Pioli.


    Arbitro: Gianpaolo Calvarese della sezione di Teramo.

    Ammoniti  : 4’ p.t. Kessie (M), 25’ p.t. Silva (S), 46’ p.t. Jankto (S).


    Altre Notizie