Il Milan meritava la vittoria, Leao serve più di Piatek accanto a Ibra. Theo e Paquetà, ammonizioni 'strategiche'?
Tanto più che nella ripresa il Milan ha messo nell’angolo l’avversario e solo per sfortuna non è arrivato il gol del vantaggio. Da questo punto di vista Leao, dati per assodati tutti i suoi limiti e i suoi margini di crescita, ancora una volta dimostra di poter essere più incisivo e determinante di Piatek. I segnali di risveglio del polacco a Bologna sono già andati smarriti e tutto fa pensare che a gennaio possa davvero essere Leao la spalla ideale di Ibra.
Un motivo in più per pensare realisticamente alla cessione, anche in prestito, del polacco. Ma torniamo alla gara contro il Sassuolo: abbiamo elogiato il primo tempo, ma per coerenza non possiamo fare a meno di sottolineare il pessimo approccio alla partita del primo tempo. Da quando c’è Pioli in panchina mai la squadra rossonera si era presentata così male dopo il fischio d’inizio.
Forse un po’ di (ingiustificabile) presunzione dopo le due vittorie di fila o forse un po’ di tremore alle gambe dopo la parata di stelle accorse a S. Siro per i 120 anni di storia gloriosa. A proposito vedere le facce contrariate dei campioni di un tempo mentre assistevano al grigio primo tempo di Romagnoli e compagni la dice lunga sulla differenza tra questo Milan e quello che fu.
Tra i pochi superstiti di quella genìa di campioni con grande spirito di appartenenza rossonera sono rimasti Donnarumma e Bonaventura, guarda caso anche ieri i migliori in campo. Insieme a Theo Hernandez. Spiace per lui che si è visto negare il quinto gol in campionato per colpa di un “bagher” di Kessié e che si è fatto ammonire e salterà l’Atalanta (come Paquetà). Non vogliamo pensare che si tratti delle classiche ammonizioni per allungare le vacanze di Natale, ma a scanso di equivoci la società farebbe bene a “convocarli” per Bergamo anche se squalificati.