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  • Il Milan nel 'palazzo' non conta più niente. Quel rigore l'avrebbero dato a tutti

    Il Milan nel 'palazzo' non conta più niente. Quel rigore l'avrebbero dato a tutti

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Anni fa una partita così si definiva come "il più classico degli zero a zero". Ecco questo Udinese-Milan di inizio campionato era proprio la classica partita destinata a terminare a reti inviolate. Milan terribilmente simile a quello di Cesena (eh sì che i soliti trombettieri di corte ci avevano assicurato che si era trattato solo di una serataccia) e non lontano dalle peggiori versioni di quello di Gattuso.

    La famosa "mano di Giampaolo" ancora non si vede, ma non potrebbe essere altrimenti. In tempi non sospetti vi avevamo avvisato sulle partenze lente del tecnico ex Sampdoria e vi avevamo messo in guardia sulla concreta possibilità di arrivare alla seconda sosta molto distanti dalla vetta della classifica. Quindi non ci stupisce affatto la partitaccia di Udine e non gettiamo la croce addosso a Giampaolo.

    Quello che ci preoccupa
    e che per certi aspetti ci sembra un peggioramento rispetto al Milan di Gattuso è il maledetto gol di testa preso su corner con una difesa immobile. Lì non c’entrano nulla gli insegnamenti di Giampaolo o gli schemi da assimilare. Lì è tutto un fatto di testa, di cattiveria e di concentrazione. E se il signor Kessie che sta facendo il difficile sull’ingaggio che dovrà percepire a Montecarlo non aveva la testa per entrare in campo, Giampaolo doveva capirlo e non schierarlo.

    È difficile digerire una sconfitta patita per il primo gol della carriera di un illustre sconosciuto brasiliano al debutto in Serie A che sposta in area come un bambino il gigante ivoriano. Va benissimo il Milan corretto ed elegante come lo ha definito Boban sulla Gazzetta, ma i punti si fanno impedendo a Rodrigo Becao di saltare indisturbato non stendendogli il tappeto rosso.

    Prima di commentare l’episodio del rigore, dobbiamo essere obiettivi e ricordare che senza il solito incredibile miracolo di Donnarumma su Lasagna, il mancato penalty di Pasqua sarebbe arrivato a partita chiusa.

    Restano da capire due cose: perché Pasqua dopo una lunga valutazione al Var non l’ha concesso e se la valutazione sulla prestazione del Milan deve essere misurata sul mancato penalty.
    1) Parlo chiaro come sempre e dico che probabilmente quel rigore all’84esimo in trasferta lo avrebbero dato non solo alla classica Juve o al Milan dei tempi belli, ma anche al Napoli di Ancelotti e De Laurentis e all’Inter di Conte e Marotta. Sono dati di fatto che il Milan degli ultimi anni sia politicamente debolissimo e che non si addica certo a due gentiluomini come Boban e Maldini pestare i pugni sul tavolo del palazzo del pallone. Possiamo anche vantarcene, ma alla fine i punti si perdono anche così.
    2) La sconfitta di Udine è stata meritata al di là del mancato rigore e nascondersi dietro quell’episodio come farà sicuramente qualcuno significa concedere un enorme alibi alla squadra di Giampaolo che deve invece fare ancora tanto tanto lavoro. Rivedendo anche alcune convinzioni tattiche come quella di Suso trequartista. Insieme a lui dovrà fare molto anche la società in quest’ultima settimana di mercato. Non tanto rinforzando centrocampo e attacco, ma anche convincendo in tutti i modi a partire gente che non è da Milan. Come appunto il Kessie di Udine.
     

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