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'Il momento perfetto di Messi':| Vuole tutti i record

'Il momento perfetto di Messi':| Vuole tutti i record

Messi è il talento assoluto che si esprime con un'inedita, inaudita continuità. Per questo, facendo due rapidi conti, senza neppure scomodare le emozioni che l'85% delle sue giocate provoca, è il più grande di tutti i tempi. La velocità del gesto, quel ripetersi ossessivo di colpi, quella naturale predisposizione a entrare e a uscire dagli schemi, quel correre, correre, correre, quel giocare di prima e quel dribblare, come se le due operazioni non fossero agli antipodi: è così, lasciando disarmati, che fa la differenza. Da una parte ci sono i calciatori normali, anche eccezionali, come Ronaldo, Iniesta, Xavi, Rooney, com'erano sino a poco tempo fa Gerrard, Lampard. Dall'altra c'è lui. Dicono, i suoi detrattori, che ancora non avrebbe dimostrato abbastanza con l'Argentina, e che per questo Maradona gli stia ancora davanti. Ma per cosa? In quale graduatoria? Maradona ha vinto un mondiale, è vero.

Ma la leggenda, sostenuta dai due capolavori contro Inghilterra e Belgio, ha asciugato il ricordo e un po' lo ha anche deformato: nel 1986 Maradona non giocava né predicava nel deserto, aveva ottimi compagni, soprattutto in attacco, era assistito e protetto. Neppure nel banale conto dei gol, fra poco, Messi sarà secondo a Maradona. Con le due reti rifilate all'Uruguay nel fine settimana Leo è ormai a soli quattro gol dal Pibe: 28 a 33. "Messi è nel suo momento perfetto", ammette il ct Sabella. Che finalmente gli sta costruendo la squadra attorno. I record Messi se li mangia. Sogna di vincere il titolo in Brasile. Può farcela. Ma prima ancora che tutto questo accada Messi (che tornerà in campo contro il Cile nella notte italiana tra martedì e mercoledì) ha in programma di far saltare il banco delle memorie del Barcellona.

Escludendo le reti con le giovanili, è a quota 265. E' già il calciatore in attività che ha segnato più gol nella Liga, è il calciatore che ha segnato di più in una sola stagione (82) fra club e nazionale, è il calciatore che ha segnato di più in una sola stagione col suo club (73). Lo scorso anno ha messo a segno 50 gol in campionato (dei 190 realizzati dal Barcellona 150 sono arrivati da ragazzi o ex ragazzi della "cantera"). Per quattro anni (consecutivi) è stato il capocannoniere della Champions League (dal 2009 al 2012). Ma non gli basta. Non può bastargli perché segnare gli viene così naturale, e apparentemente facile, che fermarsi equivarrebbe a smettere di giocare a calcio. Davanti a lui ci sono tre icone: Paulino Alcantara Riestra, Josep Samitier e Cesar Rodriguez Alvarez. Partiamo da quest'ultimo.

Col Barcellona, "Cesar" ha realizzato 294 reti. Messi può superarlo in questa stagione (senza contare che in partite ufficiali lo ha già superato perché Cesar è fermo a 232). Samitier, ribattezzato il Mago oppure l'Aragosta, eroe indiscusso degli anni Venti, arrivò a 319: rosicchiando con le amichevoli, alcuni gliene riconoscono 326. A Messi potrebbero bastare due anni per far bollire pure l'aragosta. Alcantara, il filippino naturalizzato spagnolo, è più lontano: 356 reti (per giunta in 357 partite). Ma non imprendibile. I suoi primi gol Paulino li realizzò esattamente 100 anni fa, nell'ottobre del 1912: una tripletta. E aveva solo 16 anni. Nessun dubbio: mancano appena cento gol, diciamo tre anni, forse meno. E' come se lo avesse già puntato. E quanto Messi ti punta sono dolori...

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