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  • Il Napoli non è una squadra, ma una meraviglia: come la perla di Insigne

    Il Napoli non è una squadra, ma una meraviglia: come la perla di Insigne

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Non una squadra, una meraviglia. Non tre gol, tre perle, e la prima, quella di Lorenzo Insigne, di una bellezza spaventosa. Non una grande partita, ma un dominio assoluto. Il Napoli ha battuto il Legia Varsavia ben oltre il 3-0 finale, giocando un calcio di incredibile qualità, come del resto si era visto, pur non accompagnato dallo stesso risultato, anche a Leicester e con lo Spartak Mosca prima dell’espulsione di Mario Rui. E se a Leicester i tiri del Napoli erano arrivati a quota 22, stavolta sono stati cinque in più, 27 conclusioni con la bellezza di 18 calci d’angolo. In mezzo, una decina di occasioni da gol, oltre alle tre reti. La differenza tecnica fra le due squadre si è vista tutta, ora la squadra di Spalletti è seconda nel girone, con 4 punti come il Leicester, a -2 dal Legia ancora al comando a quota 6. 

    L'INIZIO DEL DOMINIO - Il Napoli ha concesso al Legia i primi minuti, forse per illudere i polacchi o più probabilmente per trovare le misure in una squadra che si era rinnovata con la prima da titolare di Demme e di Mertens. Fra l’altro, questo Napoli aveva l’età media più alta di questa stagione: 28 anni e 161 giorni. Dal 9' in poi la squadra di Spalletti ha preso il comando del gioco e ha costruito una lunga serie di occasioni. Tuttavia i 9 tiri, gli 11 angoli e il 68 per cento di possesso palla non sono bastati ai padroni di casa per chiudere in vantaggio un primo tempo dominato. 

    DIFESA POLACCA - Il Legia, in testa al girone di Europa League a punteggio pieno, aveva preparato una partita a trazione posteriore: difesa a 5, tre centrocampisti in copertura, uno leggermente più avanzato (Rafael Lopes) in marcatura a uomo su Demme e una sola punta, il ventenne albanese Maci, che spesso rientrava per contrastare sul nascere le iniziative degli azzurri. L’effetto di tale cautela produceva una linea difensiva napoletana altissima, con Koulibaly che si alternava a Demme nella costruzione del gioco. La presenza di un difensore centrale di ruolo come Juan Jesus sulla fascia sinistra, al posto dello squalificato Mario Rui, portava il Napoli ad attaccare prevalentemente sul lato destro, dove Di Lorenzo spingeva di continuo al fianco di Lozano. 

    I GUIZZI DI MERTENS - Il belga tornava titolare dopo 182 giorni, ma si è mosso bene, arrivando un paio di volte vicino al gol, così come Lozano. Durante il suo dominio, al Napoli del primo tempo è mancato però un pizzico di cattiveria in area polacca, dove il diciannovenne portiere Miszta se l’è cavata benissimo, mostrando rapidità e reattività sulle conclusioni di Lozano (decisiva una deviazione di piede su diagonale del messicano). 

    ANCORA DOMINIO - Il Napoli ha iniziato il secondo tempo come aveva finito il primo, attaccando. Prima Demme (esterno da fuori area, uscito di niente), poi Insigne (a colpo sicuro, respinta disperata di Miszta) sono andati a un passo dal gol. Ma questa era una partita che il Napoli doveva vincere per forza e Spalletti, dopo 12', ha messo dentro anche Osimhen insieme a Fabian Ruiz, togliendo Lozano e Anguissa. Sono cambiati modulo (dal 4-3-3 al 4-2-3-1) e posizioni in campo: Fabian Ruiz e Demme mediani, Mertens è andato a destra, Insigne al centro dietro al nigeriano ed Elmas a sinistra. Altra palla-gol del Napoli con assist di testa di Di Lorenzo e Mertens in ritardo di un centesimo di secondo. La squadra di Spalletti stava continuando a dominare, ma il gol, indispensabile per puntare alla qualificazione, non arrivava. 

    ANCHE PETAGNA - Si è fatto male Manolas (“Mi sono stirato”, si è letto il labiale del greco), Spalletti lo ha sostituito con un attaccante esterno, Politano, e nella stessa finestra ha tolto Mertens per far entrare un centravanti di fisico, Petagna. A quel punto il Napoli aveva tre difensori (per modo di dire), Di Lorenzo, Koulibaly e Juan Jesus, poi Demme e Fabian Ruiz a centrocampo, Politano ed Elmas esterni a destra e sinistra, Insigne trequartista dietro a Osimhen e Petagna. Modulo 3-4-1-2, ma tutti davanti: i cambi di Spalletti diventeranno decisivi. 

    LA PERLA DEL CAPITANO - Al centesimo attacco, il Napoli è finalmente passato con un gol che entrerà nella galleria delle meraviglie di questa edizione di Europa League: cross teso di Politano da destra, Insigne, poco dentro l’area, ha fatto partire un tiro di esterno destro di controbalzo che si è spento sotto la traversa. Un gol meraviglioso arrivato dopo l’unico spavento di questa serata, il palo esterno del nuovo entrato Emreli. Il Legia ha tentato di mettere il naso fuori dalla sua metà campo e il Napoli lo ha punito ancora, con un contropiede micidiale, condotto da Osimhen (che aveva recuperato palla nella sua metà campo) e Insigne che lo ha rifinito a favore del nigeriano: botta secca sul primo palo e 2-0 di un grande Napoli. Il 2-0 non spiegava tutto quello che era successo ma, se è per questo, non lo farà nemmeno il 3-0 finale di Politano (altro bel gol). Grande partita, grande gioco, grande vittoria. 

    IL TABELLINO:
    Napoli-Legia Varsavia 3-0 
    Marcatori: 30' s.t. Insigne (N), 35' s.t. Osimhen (N), 50' s.t. Politano (N). 
    Assist: 30' s.t. Politano (N), 35' s.t. Insigne (N). 
    Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Manolas (27' s.t. Petagna), Koulibaly, Juan Jesus; Anguissa (12' s.t. Fabián Ruiz), Demme, Elmas; Lozano (12' s.t. Osimhen), Mertens (27' s.t. Politano), Insigne (36' s.t. Rrahmani). All. Spalletti. 
    Legia Varsavia (3-5-2): Miszta; Jędrzejczyk, Wieteska, Nawrocki; Johansson, Martins (31' s.t. Kharatin), Luquinhas (26' s.t. Kastrati), Josué, Mladenovic; Rafael Lopes (14' s.t. Slisz), Muci (26' s.t. Emreli). All. Michniewicz​. 
    Arbitro: Del Cerro Grande (Spagna). 
    Ammoniti: 13' p.t. Juan Jesus (N), 44' p.t. Manolas (N), 28' s.t. Johansson​ (L). 
     

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