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  • Il Napoli non ha rubato nulla

    Il Napoli non ha rubato nulla

    Diciassette anni con le pive nel sacco, il campo dell’Inter stregato, ma ecco la banda-Mazzarri che fa un clamoroso en-plein. 3-0 a San Siro da non credere. Ma è credibile questo Napoli che raccoglie la sfida-scudetto (è una sfida-scudetto, aveva detto Ranieri). Buon compleanno Mazzarri (50 anni, che meraviglia a Milano!). Amaro il debutto di Ranieri a San Siro. Inter tenuta sei punti dietro. Da due partite il Napoli aveva smarrito la strada del gol. Ne ha fatti improvvisamente tre, come a Cesena, come contro il Milan.

    La partita prende la sua piega “cattiva” alla fine del primo tempo. Sul lancio di Lavezzi, Maggio vola a destra. Obi lo trattiene più fuori area che dentro. Maggio cade nei sedici metri. L’arbitro Rocchi indica il dischetto del rigore e sventola il secondo “giallo” a Obi (il primo era stato del tutto gratuito). Inter in dieci. Dal dischetto Hamsik si fa parare il tiro da Julio Cesar, ma Campagnaro ribatte il pallone in gol (43’). Era già dentro l’area il difensore azzurro? Era dentro con tre interisti.

    All’Inter saltano i nervi. Si sente enormemente danneggiata da Rocchi (l’arbitro che aveva mal diretto la gara dell’anno scorso del Napoli col Milan). Dopo l’intervallo, anche Ranieri non rientra in campo. Espulso per le vibranti proteste negli spogliatoi.

    Ma, attenzione, il Napoli non ha rubato nulla e il punteggio non lascia dubbi del genere. Ha finito col toreare l’Inter profittando dell’uomo in più per tutto il secondo tempo. Prima, esauritasi la buriana di Maicon, devastante al suo ritorno in campo, si era bene assestato in campo giocando da grande squadra, a tu per tu con la formazione nerazzurra, cotta lentamente allo spiedo, abbattuta nel secondo tempo undici contro dieci.

    Non c’era Cavani, dentro Pandev seconda punta dietro Lavezzi imprendibile. Zuniga a sinistra al posto di Dossena e il colombiano ha confermato il suo momento di forma strepitosa. Inter con tutti i grossi calibri (anche Stankovic nella ripresa), fuori solo Sneijder. Dentro però Pazzini a far coppia con Forlan. Neanche in panchina Milito.

    L’inizio è tutto interista. Forlan tutto solo in area svirgola la palla da battere a rete (8’), poi conclude fuori a sorpresa con De Sanctis immobile (12’). Ma la tempesta finisce qui. Il Napoli, anche subendo, non è mai andato sotto. Ha ribattuto colpo su colpo. Cannavaro e Aronica spazzavano l’area con autorità. Campagnaro aveva campo per andare avanti. Dopo venti minuti il Napoli era la migliore squadra in campo. Hamsik gestiva la palla con sapienza. Zuniga concludeva fuori due palle-gol (19’ sul cross di Campagnaro, 30’ sul lancio di Inler). A centrocampo il Napoli prendeva il sopravvento. Corsie esterne protette da Maggio e Zuniga, difesa impeccabile nello scambio delle marcature (Cannavaro e Aronica contro Pazzini e Forlan). L’Inter (4-4-2) insisteva a destra con Maicon, Zanetti e Alvarez, ma non trovava mai lo spunto per filare verso De Sanctis. Hamsik presidiava il centrocampo al fianco di un Inler superbo e un Gargano in pressing sui nerazzurri. Il finale del tempo era di marca napoletana. Era svelto Lavezzi a battere un calcio di punizione che lanciava in gol Pandev, ma il macedone incespicava in area (38’ occasionissima).

    L’Inter aveva ormai la certezza di trovarsi di fronte un avversario agguerrito e pronto a colpire. A fine primo tempo, gli episodi convulsi dell’1-0 per il Napoli con accenni di corrida. Doveva uscire Chivu infortunato (43’ entrava Nagatomo). Nella ripresa il Napoli gestiva il vantaggio con una padronanza assoluta. Pazzini non si liberava mai al gol. Cambiasso restava lontano dalla porta azzurra. Maicon non era più una freccia a destra e Nagatomo velocissimo veniva bloccato da Maggio e Campagnaro.

    Pandev aveva problemi muscolari e lasciava il campo a Mascara (50’). Proprio il piccoletto delle meraviglie catanesi pescava Maggio in corsa, fianco a fianco con Nagatomo sino al limite, e qui l’esterno azzurro infilava Julio Cesar in uscita (56’). Cinquemila napoletani sugli spalti in delirio per il raddoppio. L’impresa era possibile. Il Napoli, con l’uomo in più, gestiva il pallone alla grande. L’Inter non aveva nessuna reazione, anticipata nella zona nevralgica del gioco, in ansia sulle verticalizzazioni improvvise del Pocho e sugli inserimenti di Zuniga che prendeva il sopravento su Maicon, disorientata dalle aperture sulle fasce di Inler.

    Entrava Stankovic per Alvarez (61’), ma il dominio del Napoli era sempre più lampante. Una squadra compatta, padrone del campo, in palleggio sicuro contro l’avversario che non pressava, stava a guardare, indispettito e sull’orlo della resa totale. Andava a sprazzi senza convinzione. Anche con Stankovic, anche con Zarate (68’ per Forlan). Nel dominio dei centrocampisti azzurri (Mascara, Hamsik, Inler, Gargano, Zuniga) si perdeva la grinta di Zanetti.

    Il Napoli colpiva ancora. Inler vinceva un contrasto a metà campo, svelto l’appoggio per Lavezzi, sveltissimo il passaggio filtrante del Pocho per Hamsik (difesa nerazzurra in linea) e tris di Marekiaro che si faceva perdonare il rigore imperfetto. Il Napoli concludeva il match facendo girare la palla con personalità e padronanza di grande squadra. La sfida è lanciata. Si gioca per lo scudetto

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