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  • Il numero 12: analisi semiseria di un ruolo infelice

    Il numero 12: analisi semiseria di un ruolo infelice

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    Nonostante il turnover, la panchina lunga e i molteplici impegni sopravvive un ruolo, nel calcio moderno, che è avvolto da un cono d'ombra sui generis, una figura che galleggia in una specie di limbo che puo' durare anche decenni: il portiere di riserva. E' la figura meno mediatica, in assoluto, del calcio professionistico, ma per indole suscita simpatia tra gli appassionati, forse perchè sembrano un po' i 'paperino' del calcio scintillante e televisivo degli ultimi trent'anni. Alcuni storici portieri di riserva hanno guadagnato, forse involontariamente, una certa fama. Qualche nome? Giulio Nuciari, che detiene il record di panchine in Serie A per un portiere (333, con solo 17 presenze). Raffaele Di Fusco, storico secondo portiere del Napoli scudettato o il coraggioso Alberto Jimmy Fontana, una vita da riserva nel Toro e perfino un libro sull'argomento ("Il portiere di riserva", scritto con l'aiuto del giornalista Marco Mathieu). Tralasciando l'album dei ricordi la figura del numero 12 merita sicuramente un approfondimento e perfino una categorizzazione più rigorosa. Diciamo che esistono tre macro-categorie del settore: "La Chioccia": Portiere anzianotto, poco ambizioso, prodigo di consigli. Non crea tensioni, ma non sempre è all'altezza quando viene chiamato in causa. Sono quelli più difficili da ricordare, pensiamo ai quattro 12 che hanno accompagnato Zoff nella sua chilometrica carriera: Pacifico Cuman (al Napoli), Piloni, Alessandrelli e Bodini (tutti e tre alla Juventus). In particolare Alessandrelli è ricordato per tre mitiche papere in una gara del 1979 tra Avellino e Juve. "Il Rampante": Giovane ed ambizioso, talvolta mugugna per la panca, ma se pungolato puo' pure soffiare il posto al titolare. Ricordate Sirigu a Palermo? "L'antagonista": Eta' simile al titolare, stessi mezzi tecnico-atletici, carriera piu' o meno simile. Se la gerarchia non è chiarita fin dall'inizio puo' creare spaccature nello spogliatoio mettendo il compagno sotto pressione. La recente bagarre tra i portieri brasiliani della Roma non vi ricorda nulla? Per spiegare una figura cosi' particolare calciomercato.com ha chiesto aiuto a Claudio Rapacioli, presidente dell'Apport (Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio): Mister Rapacioli come si stimola un portiere di riserva? Dipende dal tipo di giocatore, uno emergente va allenato come fosse un primo portiere, anzi anche un po' di più, perchè bisogna tenerlo sulla corda. Sirigu è l'esempio classico, ora è uno dei migliori, ma la cosa veramente difficile è riconfermarsi a certi livelli. Con un portiere più esperto la cosa cambia, sa già cosa fare e come comportarsi, deve porsi come aiuto per il gruppo Cosa spinge un bravo portiere come Castellazzi a fare il secondo di Julio Cesar all'Inter? Bisognerebbe chiederlo a lui, forse vuol provar un top club, vincere qualcosa seppur in posizione defilata. A 35 anni, credo, abbia considerato anche altri aspetti come l'ingaggio e la prospettiva di allungarsi la carriera di un paio di anni in un ruolo meno logorante. Che caratteristiche ha il numero 12 ideale? Dipende dal materiale umano a disposizione, il fatto ad esempio di aver un vice notevolmente inferiore a volte 'ti fa sedere', mentre averne uno di pari grado puo' toglierti tranquillità. Comunque nel momento in cui si inizia la stagione meglio aver subito ruoli definiti, diciamo meglio esser chiari sulla gerarchia Il miglior secondo portiere della serie A? Luca Castellazzi sara' perfetto, esperto ed intelligente, conscio del suo ruolo

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