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  • Il nuovo stadio di Milano, un progetto troppo serio perché la politica lo fermi. Altro che Roma…

    Il nuovo stadio di Milano, un progetto troppo serio perché la politica lo fermi. Altro che Roma…

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    E’ stato emozionante, per certi versi sorprendente, vedere Milan e Inter unite nella presentazione dei due progetti tra i quali sarà scelto il nuovo stadio di Milano. Scaroni e Antonello, Gazidis e Marotta, Boban e Zanetti, Baresi e Ferri fino ai ragazzi delle squadre giovanili: tutti assieme per tenere a battesimo un’iniziativa mastodontica, destinata a catapultare nel futuro i due club della città. Non siamo abituati a vedere due società rivali così unite. Non lo siamo in Italia, ma anche all’estero non si è probabilmente mai visto niente di simile. Un’operazione troppo grande per essere intaccata dalla contrapposizione sportiva.

    Non abbiamo una preferenza tra i due progetti, ci stiamo invece convincendo pure noi - innamorati del calcio che fu, anche per questioni anagrafiche - che questo percorso sia quasi ineluttabile benché porti alla demolizione di un mito come lo stadio di San Siro, nel quale tutti quanti abbiamo provato emozioni fortissime.

    Ci hanno colpito anche la stabilità, la forza, diremmo la serietà di questa idea. L’Italia è il Paese dei furbi e degli intrallazzi e la costruzione di nuovi stadi spesso diventa il pretesto per speculare, magari andando oltre la logica, il buon senso, a volte la legge. Stavolta, e fino a prova contraria, tutto questo non lo vediamo. Il progetto sembra talmente concreto da essere pressoché inattaccabile perfino dalla politica, la quale spesso mette ostacoli anche quando non c’è motivo.

    Al Politecnico della Bovisa non c’era il sindaco Sala. Un’assenza che può essere valutata come un’opposizione, ma allo stesso modo la sua presenza avrebbe potuto essere interpretata come un endorsement anticipato. Ci sembra logico, insomma, che non ci fosse, e siamo curiosi di capire come affronterà la questione nelle prossime settimane.

    Di sicuro, rispetto ad altre esperienze del genere, il nuovo stadio di Milano ha un’affidabilità completamente diversa. Inevitabile il paragone con lo stadio della Roma e i contrasti tra il club giallorosso e l’amministrazione della Capitale. Ebbene, le basi sono davvero di un’altra dimensione. A Milano non si pensa di costruire lo stadio in una zona a rischio per motivi idrogeologici, con una viabilità congestionata, mettendosi in società con un imprenditore in grave difficoltà finanziaria, tutte situazioni (assieme ad altre ancora) che rendono precaria e soprattutto attaccabile l’iniziativa.

    Qui è tutto profondamente differente. Tutto più solido. Troppo serio perché qualcuno lo fermi.

    @steagresti
     

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