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  • Il Palermo e quella strana idea della libertà di stampa

    Il Palermo e quella strana idea della libertà di stampa

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Diffidati sempre presenti. Va a finire che anche noi giornalisti scandiremo il coro che viene (veniva) intonato in tutti gli stadi d'Italia. Perché anche la nostra categoria rischia di avere i suoi “daspati”, sia pur in assenza di procedimento amministrativo. L'ultimo della lista è Benedetto Giardina, giornalista del quotidiano palermitano “Giornale di Sicilia” e collaboratore di testate come Sole 24 Ore e Fanpage. Un cronista di cui possiamo garantire serietà e scrupolosità, dimostrate a più riprese.

    Nonostante ciò nei giorni scorsi Giardina è stato diffidato dal Palermo Football Club F. C. SpA. Sì, proprio diffidato. Lui e il Giornale di Sicilia, con preannuncio di valutazione degli eventuali danni che sarebbero stati provocati. Motivo? Stando a quello che si legge dagli articoli dei media locali, una presunta “incessante e grave campagna giornalistica (...) avente lo scopo di delegittimare e danneggiare la Palermo Football Club FC s.p.a., i suoi amministratori, nonché il socio di maggioranza della società controllante Hera Hora”. Come avrebbe detto quel tizio lì: “Ah, però!”. Né le accuse si fermano a questo, poiché dagli stralci pubblicati qua e là si ricava altri frammenti di accuse. Viene riferito in modo indiretto di “interessi personali e/o imprenditoriali di terzi soggetti”. Roba che autorizzerebbe lo stesso Giardina e il suo giornale a spiccare diffide, a dirla tutta.

    Ma si sa com'è signori si nasce. E signorilmente si risponde a molte accuse eccentriche contenute da quella diffida. Un testo purtroppo non abbiamo potuto visionare perché coperto da riservatezza, ma di cui ci sono stati riferiti molti dettagli. Per esempio, l'accusa fatta a Giardina di avere rimarcato, in due articoli pubblicati dal quotidiano palermitano, il fatto che la lunga trasferta in pullman in occasione della trasferta di Foggia (con arrivo alle 10 della sera) abbia inciso sulla gara giocata da cani e persa 2-0 l'indomani dalla squadra rosanero. Che per di più era anche alla seconda gara in quattro giorni. Fare considerazioni del genere è segno di malafede? Di complotto? Di “interessi personali e/o imprenditoriali di terzi soggetti”? O soltanto una considerazione di puro buon senso? Perché il problema è sempre quello: se il re è nudo, la colpa sta nella nudità (e in chi fa finta di non vederla) o nel rimarcarla?

    Ecco, ci piacerebbe che Palermo Football Club F.C. spa rispondesse a domande come questa. E che magari, per spirito di trasparenza, rendesse pubblico il testo della diffida inviata a Giardina e al Giornale di Sicilia. Che fino a quando rimane nella sfera dell'ignoto rischia d'assumere un alone mitico, stile secondo libro della Poetica di Aristotele. Così come ci piacerebbe visionare il dossier di articoli da cui si evincerebbe l'indole complottarda di Giardina. In fondo, è anche comunicando in modo aperto che si dimostra d'essersi cavati dalla Serie D e avere rimesso piede nel calcio professionistico.

    @pippoevai

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