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  • Il pareggio serve poco al Napoli e niente alla Roma: Spalletti teme e trema, il sogno scudetto evapora

    Il pareggio serve poco al Napoli e niente alla Roma: Spalletti teme e trema, il sogno scudetto evapora

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Addio sogno scudetto? Probabilmente sì. Probabilmente d’ora in avanti il Napoli dovrà soltanto pensare a difendere la sua onesta e meritata zona Champions. Così come racconta la storia di questo campionato, infatti, il Napoli ha buttato via ancora una volta in casa le sue ambizioni tricolori. Un pari, un uno a uno (Insigne su rigore in avvio di gara e pari di El Shaarawy in avvio di extra time) che, però, serve poco o niente anche alla Roma che resta a cinque punti dal miraggio quarto posto.

    PRIMO TEMPO NAPOLI Giusto così? Sì. Probabilmente sì. Visto che il primo tempo è stato azzurro e il secondo, invece, giallorosso. Certo, partita anche complicata. Difficile. Carica di troppi significati per essere anche bella. Infatti, è proprio quella che t’aspetti: non spettacolare. non ricamata, ma combattuta sì. Magari giocata pure sul filo delle invenzioni degli allenatori. Beh, invenzioni magari è un poco troppo, ma dal punto di vista della preparazione del match, questo sicuramente sì. E tra Spalletti e il signor Mou nel primo tempo se la cava meglio Spallettone. Il Napoli, infatti, non solo in avvio rinuncia a Zielinski e Mertens, ma invita i suoi esterni, Lozano e Insigne, a tagliare molto e spesso verso il centro. E questi movimenti la Roma finisce col soffrirli pure oltre il dovuto. Soprattutto Ibanez va in grande sofferenza sull’ala messicana. Il disegno di Spalletti limita la Roma. La blocca parecchio. La tiene bassa e preoccupata, pur se come “effetto indesiderato” ha che Osimhen troppo spesso si trova in mezzo a un traffico eccessivo per quelle che sono le sue caratteristiche. Come dire: il Napoli “perde” Osimhen, è vero, ma la Roma finisce in trappola immediatamente. Roma che quasi mai riesce a trovare pulizia di manovra in mezzo al campo e, quindi, capacità di trovare ampiezza con Karsdorp e Zalewski. Tant’è che il povero Abraham deve tornare quasi sempre a centrocampo per vedere il pallone da vicino, col risultato che due o tre volte è Zaniolo che finisce col fare il centravanti. Però sempre troppo solitario per mettere pensieri a Koulibaly e ai suoi compari di difesa. Insomma, un tempo che il Napoli comanda, pur senza dominarlo. E partita che come da previsione non offre grandissime e neppure grandi emozioni, ma che comunque tiene vivi l’interesse e l’attenzione. E che il meglio di sé l’offre in avvio. Dopo sette minuti, infatti, Ibanez incrocia la caviglia di Lozano in area di rigore, ma a Di Bello e al Var servono quasi tre minuti per capire che è rigore. E allora, palla a Insigne e destro che fa gol. Il vantaggio, ovvio, regala tranquillità al Napoli. Infatti, migliora la qualità del suo palleggio e le geometrie sono più limpide di quelle della Roma. Pur se per Meret e Rui Patricio il lunedì sul prato del San Diego sembra più una serena scampagnata che un impegno chissà quanto impegnativo. Sì, perché al di là del rigore, nella prima metà della partita di tiri nello specchio della porta se ne contano soltanto un altro paio: un colpo di testa di Osimhen che (39’) tocca la traversa, ma quella della porta di Meret dopo un calcio libero di Pellegrini e un destro di Zalewski (46’) parato a terra dal portiere azzurro senza gran difficoltà.

    RIPRESA ROMA - Secondo tempo e le cose cambiano. No, non né che la partita improvvisamente diventi chissà cosa o chissà quanto avvincente, però la Roma (con Mikhitaryan al posto di Cristante per scelta azzeccata di Mourinho) cresce, cerca di imporsi assai più di prima, quando occorre la mette anche sul fisico e sicuramente s’avvantaggia anche dell’accidente che obbliga Lobotka (56’) a lasciare il posto a Zielinski. Vero, mostra coraggio Spalletti ad affidarsi al polacco d’attacco rinunciando ad un mediano vero, però dopo poco ci ripensa: fuori Lozano e Fabian e dentro Demme ed Elmas (68’). Il Napoli, però, senza Lobotka e Fabian s’indebolisce e ripiega, mentre la Roma – anche grazie a Mkhitaryan che dà forza e qualità al centrocampo - si fa più intraprendente. E allora teme e trema, Spalletti. Tant’è che cambia ancora: fuori (83’) anche Insigne e Osimhen e dentro Mertens e Juan Jesus pere una difesa a tre e un cambio di modulo che paga poco e male. Anzi, malissimo. Perché, dopo un tentativo di Zaniolo (76’) parato da Meret che poi travolge l’avversario facendo gridare Mourinho allo scandalo per il rigore non concesso, al primo minuto di recupero la Roma passa per la cassa: Ovvero, va a riscuotere per quanto fatto meglio e più del Napoli nel secondo tempo. Pellegrini da destra, velo di Mikhitaryan, tocco lieve di Abraham ed El Shaarawy, (entrato al posto di Zalewski) solo, troppo solo, non ha difficoltà a pareggiare. Giusto così, ma il pari serve a poco al Napoli e a niente alla Roma.

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    IL TABELLINO

    Napoli-Roma 1-1

    Marcatori: 
    11' Insigne (r) (N), 46' s.t. El Shaarawy (R).

    Assist: 46' s.t. Abraham (R).

    Napoli (4-3-3): Meret; Zanoli, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Anguissa, Lobotka (11' s.t. Zielinski), Fabián Ruiz (23' s.t. Demme); Lozano (23' s.t. Elmas), Osimhen (37' s.t. Mertens), Insigne (37' s.t. Juan Jesus). All. Spalletti.

    Roma (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini (39' s.t. Carles Perez), Smalling, Ibanez; Karsdorp, Oliveira (30' s.t. Veretout), Cristante (1' s.t. Mkhitaryan), Zalewski (30' s.t. El Shaarawy); Pellegrini; Zaniolo (41' s.t. Afena-Gyan), Abraham. All. Mourinho.

    Arbitro: Di Bello di Brindisi.

    Ammoniti: 17' p.t. Cristante (R), 37' p.t. Koulibaly (N), 7' s.t. Zanoli (N), 18' s.t. Lozano (N), 19' s.t. Insigne (N), 26' s.t. Zaniolo (R).

    Espulsi: 35' s.t. Fuzato (R).

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