Pantani e Armostrong. Il pirata e il cowboy. Un dualismo che sarebbe potuto diventare una delle più grandi sfide del secolo naufraga, in tempi diversi, tra scandali di doping, ingiustizie e ipocrisie, morte e umiliazione. Il primo, Marco, vittima di un circo mediatico per la quale ancora oggi qualcuno dovrebbe chiedere scusa, dalle vittorie del Giro d'Italia e il Tour de France del 1998 finisce morto in una stanza d'albergo per un overdose di cocaina sei anni dopo, in circostanze ai più ancora da chiarire, nella vergogna di un traditore. Il secondo, Lance, conquistatore della vetta dell'Olimpo e degli allori del successo, il migliore indiscusso che monopolizza la corsa più importante del mondo, il Tour de France, per 7 anni, travolto dagli esiti delle indagini della Usada di qualche mese fa e privato di tutti gli ori. Giustizia è fatta. 

Questa la trama de Il pirata e il cowboy, di Leo Turrini: "Un viaggio sulle rotte parallele di due assi del ciclismo che certamente non furono estranei alla cultura del doping, né quando erano lontani tra loro, né quando, per una breve e crudele estate, furono accaniti rivali sulle strade del Tour de France e alla Olimpiade di Sydney".