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  • Il preparatore Frustaci a CM: 'Un mese per ripartire. Lo stop è come un lungo infortunio. Troppe partite ravvicinate...'
Il preparatore Frustaci a CM: 'Un mese per ripartire. Lo stop è come un lungo infortunio. Troppe partite ravvicinate...'

Il preparatore Frustaci a CM: 'Un mese per ripartire. Lo stop è come un lungo infortunio. Troppe partite ravvicinate...'

  • Giancarlo Padovan
    Giancarlo Padovan
Che cosa bisogna fare per rientrare in condizione dopo due mesi di pausa da Coronavirus? 
“C’è differenza tra una preparazione come questa e quelle che si svolgono nel periodo estivo. In questo caso serve almeno una settimana di riatletizzazione. Per fare un paragone, è molto più simile ad un programma post infortunio che ad un pre ritiro classico”.

Alex Frustaci, 41 anni, preparatore atletico specifico di atleti professsionisti, ceo & founder di Bullsworkout, ci spiega come i calciatori debbano affrontare la ripresa del campionato. Durante questa lunga pausa ha seguito quaranta atleti tra i quali Siligardi del Parma, Duncan della Fiorentina, Kragl, Schiattarella e Volta del Benevento, Dionisi del Frosinone, Jori e la pattuglia del Cittadella, Carnesecchi e quella del Trapani, Memushaj e Fiorillo del Pescara.


Frustaci ci parla dei tempi che servono per provare almeno a cercare il ritmo partita.
Oltre alla prima settimana di riatletizzazione, che ci permette di riprendere i gesti specifici della corsa tra i quali l’accelerazione, la decelerazione e il cambio di direzione, si può procedere ad un normale programma di ritiro e quindi servono due settimane più quella tipo che porta alla partita”.

Insomma un mese ci vuole tutto.
“Mi sembra giusto ipotizzare questo lasso di tempo prima di poter vedere degli atleti reggere novanta minuti come siamo sempre stati abituati”.

In più c’è l’incognita di tante partite ravvicinate.
“Questo significa che ci saranno più atleti a rischio infortunio. Dunque avrà la meglio chi può contatre su una rosa qualitativamente più vasta perché stresserà molto meno un altleta dal punto di vista muscolare”.

Immagino che, come preparatore atletico, sia favorevole ai cinque cambi a partita.
“Per me è inevitabile. Un calciatore non potrebbe reggere una frequenza così serrata. Dodici-quindici gare, dipende dalle coppe, nel lasso di tempo di due mesi, sono tantissime”.

Sarà fondamentale aver mantenuto almeno un tono muscolare performante. Da quel che so il tono muscolare è il primo che si perde con l’inattività e il più difficle da recuperare.
“Il mio progetto Soccer training club è nato proprio per questo motivo. Su richiesta di alcuni calciatiori, che già seguivo in precedenza, ho pensato di creare una squadra virtuale ed ho organizzato - tramite una piattaforma meeting - degli allenamenti giornalieri, simulando un vero e proprio spogliatoio”.

Quindi vi siete comportati come se foste al centro sportivo.
“Di più. L’ingresso era previsto tra le 15.15 e le 15.25 con inizio alle 15.30 precise”.

Su cosa avete lavorato?
“Mi sono occupato principalmente di portare l’atleta a migliorare l’elasticità, a rafforzare il core (la parte centrale del nostro corpo n.d.r.) e di fare un lavoro specifico per prevenire gli infortuni e aumentare la forza. Questa è la base della mia metodica”.

Ma non c’è il rischio che tale metodica vada in contrasto con l’attività dei preparatori atletici delle squadre?
“No, perchè lavoro su programmi principalmente volti a migliorare la preparazione del calciatore o per far sì che si infortuni di meno. Quindi restituisco alle squadre un atleta più perfomante e con meno rischi infortuni”.

Ha contatti frequenti con i preparatori delle diverse squadre?
“Lavoro a stretto contatto con loro come già faccio da anni con Luca Alimonta, preparatore del Beneveto di Inzaghi e Gabriele Stoppino, preparatore del Genoa di Davide Nicola”.

Converrà che questa pausa è stata letale per il calcio.
“E’ una situazione che non si era mai verificata prima, ma voglio cogliere il lato positivo. Perciò dico che ci ha dato la possibilità di studiare qualcosa di diverso. Per quanto riguarda il mondo dello sport, che si è fermato per così tanto tempo, io sono ottimista. Anzi sicuro che ci sarà una ripresa. In fondo, questa pausa ci ha consentito di dedicarci tutti di più al nostro fisico e di studiare nuove metodologie. I frutti si vedranno più avanti”. 
 

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